Ho già parlato in altri articoli del fatto che in realtà la materia è solo una forma grossolana di aggregazione su un campo energetico di una serie di vibrazioni e
frequenze coerenti.
In parole povere, è vero che esistono elettroni e neutroni e tante altre particelle, ma è ancora più vero che queste sono solo una forma di condensazione quantistica di energia vibrazionale in un campo energetico.
Se cambiamo le caratteristiche del campo, anche le caratteristiche di aggregazione delle forme di onda e vibrazioni cambiano e quindi tutto il nostro sistema subisce una trasformazione radicale.
Per molte persone questo modo di vedere la relazione tra materia e particelle è assai difficoltoso e poco concreto, quindi tendono a rapportarsi a un mondo fatto di concrete palline di materia, definite e spazialmente determinate.
In realtà, stiamo da almeno un paio di decenni confrontandoci con esperienze scientifiche e quasi scientifiche che ci dicono che persino le forme più grossolane di materia sono capaci di mostrare dei fenomeni attualmente inesplicabili.
In particolare le molecole complesse, ad esempio le proteine, offrono evidenze, ancora non accertate e dimostrate in modo incontrovertibile, di fenomeni inspiegabili con le attuali conoscenze, del tipo relato alla capacità di interagire con i quanti di luce, cioè con le vibrazioni luminose, i fotoni, in modo da tenerne traccia e formarne una maglia, una schermatura interattiva, che possiamo pensare come una forma di doppio energetico-luminoso, cioè di memoria quantica luminosa, per quanto a bassissima soglia energetica.
Come sappiamo da decenni, le proteine complesse presentano quattro stati di aggregazione degli atomi costituenti, in modo da formare una struttura terziaria e quaternaria, che significa che si tratta di particolari e caratteristici ripiegamenti, in modo da assumere una forma tridimensionale perfettamente ripetibile e in grado di poter reagire con altre strutture molecolari, in base alle varie parti che presentano potenziali dislivellati, potendo assumere una configurazione stereo spaziale differente a seconda dei legami che formano con le altre sostanze.
Fin qui, tutto è noto e non ci piove, nel senso che tutti conoscono questi meccanismi di interazione delle molecole complesse e dei loro potenziali e polarità, detti siti attivi o di legame.
Ora, stiamo parlando di aggregazioni macroscopiche di atomi e tutto è chiaro per tutti noi, è il disco che ascoltiamo in ogni corso universitario di chimica generale, di biologia molecolare eccetera.
So what? E allora? Il punto è che oggi abbiamo una serie di evidenze, ripeto para scientifiche o quasi scientifiche (cioè che non raggiungono la piena evidenza scientifica), che le cose non stanno affatto in questo tipo di paradigma e di sistema fisico, ma in un altro sistema paradigmatico, cioè in grado di spostare completamente la nostra visione dei fenomeni fisici, biochimici e quindi anche della vita (biologia).
Il problema dove sta? Sta nel fatto che quando usiamo un microscopico atomico, in grado di mostrarci i vari atomi di una molecola, noi continuiamo a rafforzare la nostra convinzione di vedere tutto quello che c'è, cioè atomi e molecole in rapporto tra loro e quindi diciamo che siamo a posto, siamo a cavallo, sappiamo come funziona la cosa e possiamo poi utilizzare i pc, la computer grafica e vedere la stereoisomeria delle molecole, e tutto quanto sappiamo ormai da decenni.
Ma sappiamo anche che quello che vediamo nel microscopio e nell'animazione computerizzata non è, e non può essere tutto; lo sappiamo perché ci mancano elementi per raggiungere le conoscenze che ci permetterebbero di avere controllo su tali aspetti della biochimica.
Non abbiamo una evidenza nemmeno minima, che molecole singole di acqua, o di metano per fare un esempio, reagiscono in certi modi con i quanti di luce, ma sappiamo che se prendiamo l'acqua, intendo qualche miliardo di molecole di H2O in un recipiente minuscolo, sappiamo che queste si dispongono secondo un rigido schema di polarizzazione, in modo da legarsi debolmente in base alle forze dell'energia polare O-H e H-O. Insomma si forma come un reticolo di molecole, perfettamente, per quanto caoticamente, ordinato.
Ancora più ordinato lo troviamo se abbassiamo l'acqua sotto il punto di congelamento, e allora vediamo che gli spazi tra le varie molecole si restringono e si forma un solido, appunto il ghiaccio, che altro non è che una istantanea di un pezzo di acqua in cui i movimenti delle molecole sono ridotti considerevolmente.
E fino a qui, di nuovo, basta prendere i microscopi, i Pc e possiamo vedere tutto e siamo rassicurati.
Ma le cose si complicano quando facciamo passare dei fotoni (e degli spettri colorati), all'interno di molecole di H2O, all'interno di acqua fresca e all'interno di acqua congelata e super fredda. In che senso?
Che i fotoni subiscono dei comportamenti differenti e caratteristici a seconda che interagiscono con singole molecole, praticamente passano e se ne vanno, di concentrazioni di molecole, dove provocano fenomeni di diffrazione e di super compattamento delle stesse molecole, dove i fotoni si è visto, ma non in modo del tutto scientifico, sembrano praticamente rimanere legati in modi ancora non conosciuti alle molecole, in modo da formare una specie di doppio luminoso e vibrazionale della stessa o meglio di una parte di struttura.
Il fenomeno è più consistente nelle macromolecole, tipo le proteine complesse e infine nel DNA, dove la particolare conformazione di una superproteina a doppia elica spiralizzata e avvolta in esoni, si raggiunge certamente il massimo in natura, della complessità dovuta a una combinazione di atomi tra loro in una struttura complessa e definita.
Lo ripeto, se continuiamo a pensare al Dna come ad una proteina intorcinata e legata in forma di un rocchetto di filo, non riusciremo mai a comprendere la vera e completa natura del mondo fisico, dal più vicino a noi al più distante e enorme.
Siamo al punto in cui devo finire questo articolo, accennando alle evidenze di particolari reazioni del Dna con i fotoni derivati da materiale biologico, biofotoni e particolari forme di luce con frequenza determinata, sotto forma di laser.
Per il laser, ci aspettavamo la formazione di una tipica figura di diffrazione pari a quella della molecola stessa, cosa che si verificava puntualmente ma anche quando poi si ripeteva l'esperimento senza la molecola, dopo averla tolta, la diffrazione continuava a rimanere la stessa, praticamente si creava un ologramma permanente, che si dissolveva lentamente.
Biofotoni: ci aspetteremmo che il Dna lasciasse passare i fotoni, mentre quando immerso in una gabbia di Quartz, da Gariaev, si vedeva che i fotoni erano praticamente assorbiti in alta quantità dal Dna, e che si disponevano in un modo caratteristico attorno alla molecola spiralizzata.
Ancora, quando la molecola era tolta, i fotoni continuavano a restare in una posizione come di memoria della materia.
Ora, ripeto, non si tratta di esperimenti scientificamente accettati, ma ultimamente se ne parla sempre di più e ho personalmente ascoltato persone che mi dicevano di voci secondo cui in alcuni centri di ricerca (Sud Africa, e altri), si starebbe lavorando già da almeno 15 anni a questo tipo di fenomeni sul Dna, con la possibilità di poterlo modificare in base alla fornitura di quanti di luce in modi controllati.
Pensate se si potesse con delle vibrazioni energetiche, con laser e con suoni, modificare la struttura del Dna, almeno in alcune sequenze definite e programmabili, capite la portata?
Non parlo di tutte le fregnacce di cui è pieno l'Internet, delle frequenze di 453 Hz e simile roba, che non c'entra nulla: parlo di un paradigma differente di considerare la materia e la sua interazione, specie nelle manifestazioni più complesse e siamo in un settore di scienza dove le interazioni non sono quelle del tipico modello enzima-substrato o recettore-effettore.
No, siamo in un paradigma differente, in cui la materia è solo una condensazione di energia in un campo con caratteristiche determinate (principalmente dalle vibrazioni gravitarie) e se non si entra in questa ottica, si resta alla porta dei soliti meccanismi conosciuti ma che non ci rispondono su alcune grandi domande che restano off limits.
In questa visione, ma è solo uno dei molteplici esempi che possiamo fare, la nostra realtà potrebbe essere solo una delle molte realtà parallele dovute a una molteplicità di campi olograficamente simili ma costituiti da energie canalizzate in modalità differenti (ad esempio quelle di quanti di luce ma anche di vibrazioni gravitarie, di forme di campo differenti e parallele eccetera...).
Il punto secondo me fondamentale e che corrisponde al grande punto interrogativo odierno è la gravità: chi la porta, dove si dirige, quanto è realmente forte e che raggio di azione ha. Inoltre e qui siamo però nella speculazione più pura: possiamo impacchettare la gravità, creando una modulazione di un campo di energia e o di forze?
Si perché la porta fondamentale è la gravità, questa enorme forza sconosciuta nei suoi veicoli e lo resterà fino a che non si ragionerà in termini non di particelle e nemmeno di quanti energetici m,a in termini di tessuto vibrazionale, e forse la teoria delle stringhe potrebbe essere un raccordo almeno ipotetico accettabile.
E certo che noi crediamo che ci sia materia e vuoto ma questa è una delle antinomie del tutto sbagliate che ormai sappiamo non reggono più.
Ripeto, siamo nella speculazione ma il progresso della conoscenza parte proprio dalla pura fantasticheria, e non si è sempre detto che la fantascienza di oggi è la scienza di domani?
Si perché la porta fondamentale è la gravità, questa enorme forza sconosciuta nei suoi veicoli e lo resterà fino a che non si ragionerà in termini non di particelle e nemmeno di quanti energetici m,a in termini di tessuto vibrazionale, e forse la teoria delle stringhe potrebbe essere un raccordo almeno ipotetico accettabile.
E certo che noi crediamo che ci sia materia e vuoto ma questa è una delle antinomie del tutto sbagliate che ormai sappiamo non reggono più.
Ripeto, siamo nella speculazione ma il progresso della conoscenza parte proprio dalla pura fantasticheria, e non si è sempre detto che la fantascienza di oggi è la scienza di domani?