1.9.10

Fibromialgia, Diagnosi facile o difficile?

Come si diagnostica la fibromialgia, che è una sindrome, cioè un insieme di
 sintomi che spesso hanno una sola base di riscontro soggettiva, non essendoci alcun test biologico in grado di rilevarla?
Da sempre, si ritiene valida la diagnosi di Sindrome Fibromialgica, SF, se sono presenti almeno 11 punti, denominati Tender Points, cioè punti dolorosi, dei 18 punti che sono stati ritenuti caratteristici della sindrome.
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In anni recenti tuttavia, si è constatato che la diagnosi centrata solo sulla prevalenza dei Tender Points non era molto affidabile nel rilevare tutti i casi di soggetti realmente affetti dalla SF, anche considerando che una delle caratteristiche dei punti dolorosi, è la loro continua migrazione da un distretto all'altro dell'apparato muscolo-scheletrico.
Oggi pertanto si preferisce basare la diagnosi su
-   presenza di punti dolorosi, almeno superiore a 4, e loro migrazione,
-  presenza di rigidità musolare, spesso maggiore al mattino, senso di sonno non ristoratore, stanchezza, in particolare al risveglio e per diverse ore, che tende a migliorare con il trascorrere della giornata, aumento della sensibilità ai rumori sonori, alla luce, alla temperatura, sia caldo che freddo, o alternatamente,
sensazioni di formicolio lungo il corpo e specie agli arti, che tende ad aumentare durante il sonno, divenedo vere e proprie parestesie, cioè quei formicolii che si avvertono a mani e braccia, quando sono piegate o pressate; fascicolazioni, cioè contrazioni dei muscoli involontarie (ci sono micro e lungo fascicolazioni); sensazioni di camminamenti di insetti lungo il corpo, in genere, momenti di estrema sensibilità lungo la pelle, in assensa di cause conoscibili (allodinia);
- presenza di sensazione di visione di moscini o pagliuzze che si spostano seguendo i movimenti dei bulbi oculari; sensazione di fruscii e ronzii auricolari, cioè, sibili e fischi, continui o intermittenti; sensazione di perdita dell'equilibrio, con una camminata a volte lievemente basculante; sensazioni di pressioni in parti del capo, tra fronte e lobi parietali, che poi scompaiono in pochi secondi,
presenza di alterazioni del sonno, e in particolare, sonno non ristoratore,
- problemi legati all'apparato digerente, quali disfagia, stipsi, diarrea o alvo alterno,
presenza di sensibilità ad agenti stressanti sia psicologici che fisici e chimici, quali cambiamenti del tempo, caldo-freddo, sostanze chimiche varie, compreso additivi alimentari o anche sostanze del tutto naturali,
-  altri sintomi e sensazioni di varia natura e entità, comunque catalogate.

Quello che si deve saper è che per quanto il reumatologo sembri il principale specialista della diagnosi di SF, in realtà, anche lo psichiatra e il neurologo sono certamente interessati. Intanto, il neurologo dovrà escludere che vi siano problemi di tipo neurologico tali da potersi manifestare in alcuni dei sintomi sopra riportati o comunque da individuarli e circoscriverli con precisione.
Lo psichiatra inoltre, dovrà accertare l'assenza di disturbi psichici tali da giustificare alcuni dei sintomi tipici della SF, quali depressione e ansia, sia acuta che generalizzata, solo per citare i primi due più frequenti.
E' bene infatti sapere che la depressioni non ha solo Sintomi emotivi, cioè lo scoraggiamento, la perdita di fiducia eccetera, ma anche Sintomi Somatici, cioè fisici, quali mancanza di energie, dolori muscolari, capogiri, mal di testa, stanchezza e prostrazione fisica, e altri ancora, compreso parestesie e altri.
Pertanto, compito dello psichiatra, sarà quello di rilevare la presenza di disturbi che ammettono sintomi come quelli lamentati dal paziente, incluso l'alterazione del sonno, specie della fase 3 e 4, il sonno denominato profondo, che in base all'Harrison, il manuale di medicina, sono alla base dei sintomi della fibromialgia in via sperimentale: vale a dire, deprivando un soggetto della fase di sonno profondo, si causa l'insorgenza di sintomi simili a quelli dolorosi della SF.
 Ora, come vi ho detto nel precedente articolo, la SF può essere primaria, cioè in assenza di altre patologie che la causano, o secondaria, cioè dipendente da patologie che si associano in modo da giustificare i sintomi della SF.
Quindi la diagnosi dovrà essere bene attenta a centrare una SF primaria o secondaria, per l'ovvio motivo che anche la prognosi, cioè il suo andamento nel tempo, e la cura, saranno diversificate.
Partiamo dalla SF secondaria ad altri disturbi, quali disallineamenti scheletrici, problemi posturali, malocclusioni dei denti, traumi fisici quali cadute o incidenti stradali e conseguente a malattie del sistema immunitario, come il Lupus o la Spondilite o artrite reumatoide, Lyme, ipotiroidismo e altro ancora.
Spesso, soggetti che presentano la SF secondaria, associano anche artrosi cervicale, con inversione della lordosi, scoliosi e malocclusioni dentarie, solo per citare i casi più frequenti. Sebbene queste situazioni non sempre sono considerate patologiche (ad esempio uncoartrosi), comunque si riscontrano spesso in soggetti con quadri di disturbi miofasciali, (sindrome mio-fasciale, SMF), e dolori diffusi alle spalle, braccia, anche e mandibola,(articolazione temporo-mandibolare o ATM).
In questi casi, i referti radiologici e le risonanze, sono in grado di attestare una causa muscolo-scheletrica, che può giustificare la SF. Così e ancor più, se a questi disturbi, si associa una forma di artrite reumatoide o altra forma autoimmune, compreso l'ipotiroidismo (dovuto ad attacco dei linfociti tiroidei da parte del proprio sistema immunitario).

Quindi, in tutti questi casi, sarà bene porre una diagnosi di SF secondaria, con eventuale SMF, se rilevata alla palpazione, e tutto il resto che è debitamente documentato con indagini radiologiche e ematologiche.
Quando invece, gli esami e referti escludono la presenza di particolari disturbi a carico dell'apparato musolo-scheletrico, e malattie autoimmuni esplicite, nonché assenza di indici infiammatori ematici e anticorpi ani ena e ana, cioè contro in nucle e nucleolo della cellula, allora, in presenza del corteo sintomatologico proprio della SF, che può presentarsi in varie intensità e ricorrenza, si porrà diagnosi di SF primaria, eventualmente associata a SMF o meno.
In conclusione, la diagnosi di SF è facile, di per sé, ma assai impegnativa, in quanto si devono escludere o comunque considerare una serie di patologie che sono di pertinenza dello psichiatra e del neurologo. E come abbiamo visto, la si deve ben definire nella sua caratteristica espressiva soggettiva: vale a dire, per quel paziente, si deve definire da quando è iniziata, quanto dura, come si manifesta, e se presenta dei sintomi costanti o che invece fluttuano nel tempo, sia in qualità che intensità. In definitiva, direi che occorre precisare il livello di dolore complessivo della SF, e la capacità di interferire con le normali attività di vita del paziente, anche in relazione al suo andamento durante la cura.

Visto il corteo dei sintomi, adesso, posto che abbiate avuto una diagnosi di SF, vediamo quali tipi di cure sono al momento disponibili. Continuate a seguirmi.
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Come appendice, segnalo uno studi dell'equipe integrata dell'Università di Pisa, che ha riguardato due proteine che si ritrovano con una maggiore densità e caratteristiche nel secreto salivare dei soggetti affetti da SF, in confronto ai soggetti normali.
Nonetheless, the most relevant observation which emerged from the data analysis was the exclusive and significant over expression of transaldolase and phosphoglycerate mutase 1, two enzymes involved in the pentose shunt and in the glycolysis, respectively. These data could be justified considering that patients with fibromyalgia are exposed to oxidative stress and this increased oxidative stress may play a role in the etiopathogenesis of the disease.

Conclusion: These preliminary results demonstrated the utility of salivary proteomic analysis in the identification of salivary biomarkers in FM patients and in claryfing some of the pathogenetic aspects of the disease. Further studies are necessary to evaluate the potential therapeutic implication of our results in the different subsets of FM patients.
SALIVARY PROTEOMIC BIOMARKERS AND FIBROMYALGIA

L. Bazzichi1, F. Ciregia2, C. Baldini1, C. Giacomelli1, L. Giusti2, A. Consensi1, M. Doveri1, F. Sernissi2, G. Giannaccini2, A. Lucacchini2, S. Bombardieri1 1Rheumatology Unit. Department of Internal Medicine; 2Department of Psychiatry, Neurobiology, Pharmacology and Biotechnology, University of Pisa, Pisa, Italy
Ann Rheum Dis 2009;68(Suppl3):691

Innanzitutto, le proteine identificate sono importanti per il metabolismo cellulare e possono essere messe in relazione allo stress ossidativo», ha spiegato la specialista Laura Bazzichi. Si tratta di quella serie di danni a carico delle cellule provocati dalle sostanze di scarto della loro stessa attività e che in genere vengono riparati. Un’informazione di grande importanza, dal momento che «una delle cause probabili della fibromialgia è proprio una risposta anomala allo stress ossidativo. In sostanza, nelle persone fibromialgiche questo meccanismo di autoriparazione potrebbe essere alterato e la presenza in quantità anomale di queste proteine sottolinea che i pazienti riescono di meno a sopportare i fattori «stressantii» provenienti dall’esterno». Ma c’è un ulteriore aspetto che la scoperta rivela: a lungo si è pensato che la fibromialgia fosse una malattia causata da una eccessiva sensibilità del cervello al dolore: «per la prima volta - ha concluso Bazzìchi - abbiamo elementi che indicano che la patologia è invece causata (o almeno favorita) da un danno organico localizzato alla periferia dell’organismo e non, come si è ha lungo creduto, a una eccessiva sensibilità del cervello».

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In generale, quando si sospetta una forma dolorosa cronica, una valutazione del livello del dolore è importante. Ecco un breve questionario che si compila in pochi minuti, il
***  Brief pain Inventory (Questionario del dolore cronico forma breve).  ***


1 Hai mai sofferto di dolore oltre alle comuni forme di dolore tipiche della vita di tutti i giorni, un dolore che si ripete in modo simile da un giorno all'altro?  SI  NO

2 Indica i punti dolorosi in cui senti maggiormente dolore, con frequenza giornaliera o comunque ripetuta nel tempo, non sporadica. Indica solamente i punti che più ti danno dolore.

3 Dai un punteggio al tuo dolore più intenso, in base a quello che hai provato nelle ultime 24 ore, segna un cerchietto sul numero:   1   2   3   4   5   6   7   8  9   10

4  Analogamente, cerchia il numero che esprime il dolore che ti sembra meno intenso, sempre nelle ultime 24 ore:    1   2   3   4   5   6   7   8   9   10

5  Adesso cerchia il numero che esprime l'intensità di dolore medio che hai provato nelle ultime 24 ore:           1   2   3   4   5   6   7   8   9   10

6  Da ultimo, cerchia il numero che esprime il dolore che stai provando proprio in questo momento:                1   2   3   4   5   6   7   8   9   10

7  Quali tipi di farmaci stai assumendo contro il dolore? ___________________

8  Nelle ultime 24 ore, quanto sollievo ti danno questi farmaci, cerchia il numero
che ritieni appropriato     10%   20%   30%   40%   50%   60%   70%   oltre

9  Cerchia il numero relativo a quanto il dolore ha interferito con le tue attività quotidiane, riguardo questi 7 aspetti:



                                                         1    2    3    4    5    6    7    8    9    10

 Attività  Generale          
 Umore                          

 Movimento fisico       

 Attività di lavoro

 Relazioni personali

  Sonno

  Trarre piacere dalla vita

Al termine, si sommano i punteggi ottenuti alle domande da 3 a 6 e si ottiene un valore che indica il livello di dolore cronico complessivo in capo al soggetto che si confronta con il valore assegnato alla domanda 7, appunto riferita al valore di dolore medio, quanto e dove maggiormente interferisce sulla sua vita di relazione e sul sonno. Valori tra 1 e 3 sono normali, tra 4 e 6 sono medi e oltre 7 sono alti.

Test By C. Cleeland PhD  Pain Research Group   1991