27.1.11

Tecniche di controllo mentale: la strategia della tensione.

In questo secondo post, mi soffermo sulla modalità assai complessa di controllo
 degli avvenimenti tramite la manipolazione dell'informazione, denominata "Strategia della Tensione", attuata durante tutti gli anni sessanta e giunta al suo culmine nella prima metà dei settanta, culminata con il Sequestro Moro, di cui si è detto a proposito dello Psyop.
La strategia della tensione prende l'avvio da una serie di personaggi, tutti all'interno o in contatto con le strutture dei servizi segreti sia italiani che atlantici, inn particolare americani, ma non mancano nemmeno altri outsiders, legati a personaggi libici, cecoslovacchi, e altri ancora, compresi i servizi segreti dei rispettivi paesi.
Quello che mi preme sottolineare, è che ancora oggi, nelle ricostruzione ad esempio televisive di Giovanni Minoli, quando si parla di certi momenti della storia italica, si omettono volutamente una serie di nomi, luoghi, dati e dichiarazioni (oltre ai fatti), al fine di fornire una ricostruzione parziale e sviata.


Gli uomini chiave sono persone sospese, che si muovono in una zona d'ombra, senza connotazioni politiche o al contrario con palesi intenti e ideologie politiche, ma come si è visto, in realtà al servizio di altri interessi ed ideali.
Per capire meglio ciò di cui parlo, da comedonchisciotte.org, vi riporto uno stralcio di una intervista a uno dei protagonisti di Gladio, Stay-behind, Sifar, e della strategia della tensione tout court, compreso la P2, cui appartenevano tutti gli alti graduati delle forze dell'ordine, il Generale Maletti. Buona lettura.

Tornando all’Hyperion , si caratterizzò sia come centro di coordinamento dell’”euroterrorismo” , sia come struttura di supporto e protezione per la latitanza di terroristi e militanti di estrema sinistra. Naturalmente poteva costituire un ottimo centro di osservazione e di controllo per i servizi segreti americani , israeliani e della NATO. Sempre Maletti , fedele ad Andreotti e informato da Giannettini , in qualità di capo dell’Ufficio D del SID , ebbe modo di trattare l’argomento BR e Hyperion in un’intervista al periodico Tempo. Questo giornale era molto ben informato su fatti di una certa gravità e , per forse questo motivo , ebbe breve vita. Ad esempio , nel 1976 , sulla scorta delle rivelazioni di un anonimo ufficiale del SID , venne pubblicato un autentico scoop circa l’esistenza di una base a Capo Marrargiu , in Sardegna , una struttura militare in cui venivano addestrati all’uso di armi ed esplosivi “estremisti di destra” , estremisti di sinistra” e feddayn. Come si seppe molti anni dopo , quella base era una struttura riservata all’addestramento degli uomini della GLADIO , la sezione italiana della STAY BEHIND. Anche Maletti si rivelò una preziosa fonte di informazioni come dimostrano alcuni passi dell’intervista. Prendiamone due…

D : Quand’è che lei si è occupato per l’ultima volta della Brigate Rosse ?

R : Nell’estate del 1975 , tra luglio e settembre , mi pare , prima di lasciare il comando del “D”.

D : Dunque , poco dopo l’uccisione di Margherita Cagol. Allora , l’organizzazione era ormai scompaginata…

R : Sì , ma avemmo sentore di un tentativo di riorganizzazione e di rilancio sotto altre forme…

D: Quali forme ?

R : Sotto forma di un gruppo ancora più segreto e clandestino , e costituito da persone insospettabili anche per censo e cultura , e con programmi più cruenti…

D : Più cruenti come ?

R : Fino a quel momento i brigatisti non avevano ancora sparato , se non costretti , e per difendersi e per sottrarsi alla cattura. Questa nuova organizzazione partiva con il proposito esplicito di sparare , anche se non ancora di uccidere. Addestravano o assoldavano tiratori per sparare alle gambe…

D : Era sempre gente, diciamo così , di sinistra ?

R : Arruolavano terroristi da tutte le parti , e i mandanti restavano nell’ombra , ma non direi che si potessero definire “di sinistra”. Nel complesso era gente piuttosto diversa , anche per estrazione sociale e culturale , dalle primitive Brigate Rosse.

D : E che avete fatto ?

R : Informammo il Viminale. Noi raccoglievamo informazioni , spettava poi all’Antiterrorismo agire.

Teniamo conto che un ufficiale dei servizi segreti non si “sbottona in toto” , per cui già quello che viene rivelato è di estrema importanza. Innanzitutto , senza timore di smentita , Maletti e l’Ufficio D erano ben informati sull’attività “sovversiva” delle BR tanto che , già nel 1975 , potevano preannunciare la svolta e il rilancio dell’organizzazione terroristica. Perfino Pecorelli giornalista ben addentro ai servizi segreti italiani , in un articolo scritto agli inizi del 1976 , aveva previsto la nuova ondata terroristica dopo l’arresto di Curcio… La svolta coincide , da un lato all’intensificazione dell’attività dell’Hyperion , dall’altro con la nuova direzione di Moretti. Sia i fondatori della scuola di lingue parigina che il Moretti facevano parte di una formazione terroristica denominata Superclan che era nata da una scissione dalle primitive BR. Il capo del Superclan , Simioni , voleva sviluppare un terrorismo sofisticato che colpisse obiettivi della NATO e , per questo era giudicato un avventurista. Alla fine degli anni Sessanta sembra che entrò in contatto con quegli ambienti “maoisti” e filocinesi di Berna che avevano anche rapporti con uomini dell’Aginter Press , l’”internazionale nera”. E’ significativo che Maletti non reputasse gli uomini che stavano riorganizzando le BR , e quindi , anche quelli riconducibili all’Hyperion e al T.T. , “di sinistra”… Moretti , il “capo” delle BR , viaggiava spesso in Francia , a Parigi , certo per incontrare gli “ex compagni” del Superclan… Altri dettagli sono altrettanto importanti : la tecnica delle “gambizzazioni” era stata largamente utilizzata dall’OAS prima che dalle BR , inoltre Maletti adombra il sospetto che i nuovi brigatisti utilizzassero mercenari e professionisti del terrorismo , gente più sofisticata di quella conosciuta. Andiamo avanti e prendiamo un altro passo dell’intervista…

D : Tempo fa un ufficiale del SID mi descrisse le Brigate Rosse come una scatola a tre fondi : sopra , bene in vista , i giovanotti fanatici , i teorizzatori della “guerra armata per il comunismo” ; sotto , nel primo scomparto segreto , agenti collegati con i servizi segreti dell’Est , soprattutto i cecoslovacchi , (…) ; e sotto a tutti , nell’ultimo scomparto segretissimo , gli infiltrati del Ministero degli Interni e dei servizi segreti dell’Ovest… Oggi , per l’ultima organizzazione che ha assunto l’etichetta di Brigate Rosse , lei convaliderebbe ancora questa descrizione ?

R : Schematicamente direi di sì… Con alcuni correttivi…

D : Quali ?

R : Mi pare che i giovanotti fanatici , come li chiama lei , sono tutti in galera… e direi che per le stesse ragioni sono fuori gioco quelli che facevano la spola fra l’Italia e Praga (…)

D : Non resta dunque che il terzo gruppo… possiamo dire che le cosiddette Brigate Rosse di oggi sono in mano al Viminale , ai servizi segreti della Germania Federale e alla CIA ?

R : Questo lo dice lei. Io sono da tempo fuori dal SID per saperlo…

Dal tono dell’intervista sembra che Maletti si fosse reso conto di essersi “sbottonato” oltre il dovuto per cui , con l’ultima risposta , corresse parzialmente il tiro… Qualche tempo dopo ebbe guai giudiziari per la vicenda Mi Fo Biali , sui traffici petroliferi e di armi con la Libia. Comunque il senso è chiaro : i brigatisti “puri” sono in carcere mentre coloro che tengono i rapporti con i servizi segreti dell’Est , specie la Cecoslovacchia , sono “fuori gioco”. Il riferimento all’editore Feltrinelli , morto nell’”incidente sul lavoro” del traliccio , è evidente. Non rimane che l’”eterodirezione” dei servizi NATO e , considerato che Maletti veniva informato da Giannettini , la sua attuazione tramite l’Hyperion , emanazione del T.T.

Vi metto poi un pezzo del CORRIERE, ormai vecchio, ma sempre illuminante:

la bomba nella sede della Banca Nazionale dell' Agricoltura. " dal SID pista giusta, matrice sbagliata. il 3o livello? la P2 di Gelli Licio "
" strage nera, regia NATO "
rivelazioni sulla struttura che organizzo' le bombe 25 anni dopo la strage di Piazza Fontana: Vinciguerra Vincenzo, condannato per la vicenda di Peteano, indica la pista atlantica come regia dell' attentato attraverso l' AGINTER PRESS in Portogallo e la Rosa dei Venti in Italia

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Venticinque anni dopo le prime rivelazioni sulla struttura che organizzo' le bombe TITOLO: "Strage nera, regia Nato" Parla il "nero" condannato per Peteano "Dal Sid pista giusta, matrice sbagliata" Il terzo livello? "La P2 di Licio Gelli" Piazza Fontana: Vinciguerra indica la pista atlantica - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - MILANO . Una regia internazionale dietro la strage di Piazza Fontana. E non all' insegna del terrorismo nero, bensi' di una precisa strategia politica determinata dai comandi della Nato. Per la prima volta, un quarto di secolo dopo la bomba che il 12 dicembre 1969 uccise dodici persone, un terrorista irriducibile ricostruisce gli scenari di quel massacro. Vincenzo Vinciguerra, che si e' assunto la responsabilita' dell' ordigno di Peteano, ha indicato al giudice istruttore Guido Salvini il ruolo dell' Aginter Press di Guerin Serac, una misteriosa agenzia di stampa con sede prima a Lisbona poi a Parigi. "L' organizzazione . ha ripetuto Vinciguerra al settimanale l' Europeo ., camuffata da Aginter Press in Portogallo e da Rosa dei Venti in Italia, quella che sparge terrore sotto la sigla Oas in Francia e che predica la distruzione del sistema come Ordine Nuovo in Italia, non e' altro che l' Organizzazione per antonomasia, e' l' organizzazione Nato". A riscontro delle sue dichiarazioni nelle mani dei giudici c' e' molto materiale. In particolare, e' stato ritrovato l' archivio dell' agenzia, sottratto in Portogallo durante la Rivoluzione dei garofani. E ci sono altri elementi provenienti da pentiti, dal sequestro di documenti nelle basi francesi e nella sede del Sismi. Vinciguerra ha descritto la campagna da lui curata per conto di Guerin Serac nel 1975 contro le sedi diplomatiche algerine a Francoforte, Roma, Parigi e Londra.
Ai camerati della cellula italiana vennero affidati i botti di Roma e Francoforte. Ma in Germania due militanti di Avanguardia nazionale fuggirono lasciando l' ordigno inesploso. Che e' stato recuperato e analizzato dai magistrati, dimostrando la provenienza dell' esplosivo dagli arsenali di Gladio. Alcuni giornalisti erano stati ingaggiati come "corrispondenti" dell' Aginter Press. Il piu' famoso e' Piero Buscaroli, musicologo e candidato di Alleanza nazionale alle Europee. Ci sono poi Enrico De Boccard, Giano Accame, Giorgio Torchia.

Due i politici contattati: Giulio Caradonna e Pino Rauti, esponente di An che incontro' piu' volte Guerin Serac. Tra gli "operativi" erano inclusi Mario Merlino, Piergiorgio Brillo, Alberto Trionfi, Marco Ricci. E la strage? Il Sid cinque giorni dopo l' esplosione scrisse in un' informativa che il mandante era l' "anarchico" Guerin Serac, gli esecutori il gruppo "maoista" di Delle Chiaie. Nonostante gli errori nella matrice politica, la pista era fondata. Ma nessuno la segui' fino al 1974, quando pero' intervenne la Cassazione, scippando il processo a Gerardo D' Ambrosio. Guido Salvini ha ripreso l' inchiesta tre anni fa. Il giudice istruttore ha chiesto altri sei mesi di indagini ma il quadro e' gia' abbastanza definito.

Nel dicembre 1969 sarebbe entrato in azione il gruppo veneto di Avanguardia nazionale, composto da Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Franco Freda, Massimiliano Fachini, Carlo Digilio e Martino Siciliano. I milanesi Giancarlo Rognoni e Marco Ballan si sarebbero occupati solo del supporto logistico. La cellula romana di Delle Chiaie e Paolo Signorelli sarebbe invece stata impegnata in altre azioni. E a garanzia dell' impunita' c' era la copertura dell' Aginter Press. In pratica, secondo Vinciguerra esistevano tre livelli segreti, che facevano capo all' Alleanza atlantica. Uno di natura militare "ufficiale" era la rete Stay Behind, chiamata Gladio nel nostro Paese. L' altro sarebbe stata la creatura di Serac, incaricata delle operazioni piu' sporche: disinformazione e guerra non convenzionale.
Tra i compiti, l' infiltrazione di elementi nelle formazioni di sinistra al fine di far ricadere la colpa delle stragi sugli avversari politici, come nel caso di Piazza Fontana. Gli ordini per Serac sarebbero arrivati direttamente dagli agenti della Cia, come il celebre "Castor" ossia John Jay Salby. E dall' Aginter Press dipendevano i gruppi nazionali come quello di Delle Chiaie. E il terzo livello? "La P2 di Licio Gelli . ha detto Vinciguerra . era un' agenzia dell' Organizzazione, uno strumento creato ad hoc per operare, capace di coagulare intorno a se' centinaia di personaggi potenti in Italia e all' estero".
Di Feo Gianluca  Pagina 14
(11 dicembre 1994) - Corriere della Sera