In questo articolo unisco due sostantivi che di solito sono ben distinti nelle persone che li adoperano: soldi e meditazione.
In realtà, a ben vedere, nella nostra bella e caotica società occidentale post-industriale, raggiungere una condizione di ricchezza è assai più facile che trovare un punto di equilibrio, un centro di gravità (come dicono i Sufi), che ti permetta di guardare il mondo e te stesso con uno sguardo limpido e sereno.
Qualche tempo fa, ho trascorso una mezz'ora in una sala di attesa di medicina, dove il mio compagno di ventura, un uomo sui 70 anni, ben portati, impresario edile, mi ha parlato per tutto il tempo di una sua peripezia affaristica che lo ha coinvolto, impegnandosi in cause legali e amministrative contro gli uffici comunali, che a suo dire erano artefici di una sopraffazione a suo carico, comportante la perdita di un affare immobiliare e quindi di molti denari.
Bene, questa persona, certamente non si è mai posta una domanda tipica di chi giunge a interessarsi di meditazione: quando morirò e cosa sono vissuto a fare?
Evidentemente, non aiuta a porsi queste ed altre simili domande, la televisione, che abilmente condiziona, programma la mente dei suoi spettatori con informazioni del tutto fuorvianti e basate sul trattare le notizie e le persone cui sono destinate come delle merci, e gli spettatori come una massa informe di consumatori di beni materiali.
Ora, solitamente le persone ricche, cioè che hanno raggiunto un elevato benessere (materiale) e anche elevate conoscenze culturali, si dividono in due categorie:
- quelle che mai si porranno le domande cui ho accennato sopra, e rappresentano il 95% di tutta la torta;
- il restante 5% che a volte anche in tarda età, ma più spesso attorno ai trenta anni, si sentono vuote, piene di beni materiali, di conoscenze, amicizie, ma al tempo stesso, avvertono che tutto questo non basta, che ci deve essere un senso ulteriore e diverso al vivere e all'esistere su questo mondo.
Bene, queste persone sono quelle cui ho rivolto e dedicato questo articoletto, cui adesso dovrebbe essere chiaro il legame sottile tra soldi, ricchezza e meditazione, cioè attenzione alla propria condizione individuale, unica e basata su una dimensione spirituale, o se preferisci, non solo materiale.
Se credi che la tua esistenza sia ben soddisfatta dall'occuparti di politica, di affari e di vivere nelle comodità e nel lusso, certamente non ti preoccuperai di cercare le risposte alle domande che veramente contano: continuerai a comprare case, fare affari, accumulare maggiori beni materiali e acquisire maggior potere sociale.
Diversamente, comincerai a cercare le risposte che solo tu puoi dare alla tua vera condizione di essere unico e divino, e probabilmente potrai anche approdare sulle sponde inesplorate, magiche e misteriose della meditazione (che non significa vivere a un metro sopra terra, né camminare sull'acqua o compiere astruse pratiche ascetiche e strane. Significa aumentare la propria consapevolezza di sé, espandere la propria coscienza e divenire maggiormente consapevoli di aspetti anche banali che però sfuggono alla maggioranza delle persone).
Se vuoi farti una idea di cosa significa meditazione, ti puoi leggere questa intervista a Osho deprogrammazione mentale
Quindi, in tempi di crisi di beni materiali, puoi iniziare ad occuparti della tua condizione personale individuale ed unica, non affatto legata al consumo di beni, quanto piuttosto alla necessità di sentirsi un essere unitario, unico e speciale, dotato dei capacità critica e non condizionato in maniera eccessiva e brutale.
Per farti un esempio personale, ti dico che proprio stasera, dopo cena, ho parlato con un mio amico riguardo la chiusura della giornata di borsa, con un crollo generalizzato in tutto il mondo. Il tono della nostra comunicazione era del tutto scanzonato e irriverente al punto che ho ipotizzato che per fare cassa, il governo dovrebbe legalizzare la prostituzione, in modo da poter contare su un più alto gettito e mantenere al loro posto le centinaia di migliaia di dipendenti pubblici del tutto inutili e superflui.
Liberalizzare le professioni ed istituire le professioni del sesso a pagamento, non gestite dalle cooperative politicizzate e sindacalizzate come vorrebbero fare i soliti furbetti dei partiti, per mettere mano e controllare ogni business, come fanno con tutto.
Ci credereste se vi dico che ci sono persone assai ricche che attendono i miei preziosi consigli su come operare in borsa? Proprio recentemente sono stato letteralmente assalito da un drappello di ricconi, che ha preteso con insistenza un mio consiglio su come salvarsi dalla crisi di borsa di questo Agosto 2011. Trovate che questi aspetti siano incompatibili con la pratica della meditazione? Allora siete proprio sulla strada sbagliata: ripeto, meditazione significa introdurre una pratica di vita e un metodo per rendervi più coonsapevoli, coscienti e autocritici, più lucidi e aumentare la vostra capacità di vedere con gli occhi della vostra mente. Trovate che queste qualità siano poco applicabili o desiderabili da chi opera in borsa o lavora nel commercio o in quello che volete?
Casomai, sono questi ricconi che non sapranno mai cosa significa meditare, avendo intasato la loro mente solo su come fare sempre più soldi.
Inoltre, meditare significa farsi una assicurazione contro la depressione: tutti quelli che raggiungono un buono stato di meditazione quotidiano, sono sempre ironici ed autoironici, e spesso sono sorpresi dagli altri a ridersi addosso senza un apparente motivo, segno della condizione mentale in cui vivono (che a molti può apparire sconcertante, bizzarra o anche pazzoide).
Eppure, posso dirvi questo: a una cenetta con un piccolo team di ricercatori, tra cui un illustre psichiatra clinico, ci siamo messi ad un certo punto a ridere come degli scolaretti, ironizzando sulle nostre pecche fisiche, mentali, imbranature ed esperienze imbarazzanti. Il nostro clinico ci assicurò che l'autoironia, il sapersi lasciar andare e ridere di se stessi è uno dei migliori indici di salute mentale. E per quanto mi riguarda, è una delle esperienze che più si avvicina alla meditazione.
Ah, un ultimo consiglio: diffidate dei vari centri e ritiri dove si magnificano le splendide qualità del centro di meditazione, la sua esclusività, la bellezza dei posti e la pulizia degli alloggi: tutto questo non ha niente a che vedere con la deprogrammazione mentale e con la meditazione.
(E in Toscana ci sono fior di centri di questo tipo, trattasi di immobili in belle zone di collina, dove uno può trovare i massaggi, i corsi di tanti livelli e tipologia per distrarsi e riposarsi. Vanno benissimo, sono delle vacanze alternative ma che non hanno niente a che spartire con la vera e propria meditazione, che si può fare da soli o in compagnia, seduti su una sedia o sdraiati sul letto o su un materassino, con una tecnica di respirazione o anche senza, e cosa più importante, apprendere la meditazione significa dotarsi di un mezzo efficace che può essere portato e trasferito in ogni contesto di vita, in ogni tipo di lavoro, purché si disponga di un minimo di tempo giornaliero e di condizioni di vita almeno decenti).
In questi 6 video, OsHo spiega la sua concezione di meditazione dinamica (vale a dire che si pratica anche senza alcun setting o postura particolare).
Nell'altra serie di video, ci sono anche i sottotitoli in Italiano.
Alla prossima, amiche e amici.
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