14.10.12

La trappola della Televisione: l'adulterazione della realtà.

Ancora sulla televisione, si, la cara, dolce, amata Tv e i suoi tremendi operatori dal volto
di sensuale figura femminile o di austero professore di mezza età, da un Alberto Angela e figli, a una Berlinguer, da un Emilio Fede a un Enrico Mentana, per non parlare dei veri reality, come i programmi del pomeriggio, autentiche adulterazioni continuate. 
Ma tanto, un reato di adulterazione della realtà non esiste, quindi possiamo stare certi che le trappolone alla Mara Venier o alla Barbara d'Urso,( uno dei primi seni nudi in Tv, ormai molti reality fa), dai maestri dell'adulterazione, Maurizio Costanzo e Show, Pippo Baudo, Renzo Arbore (sempre intrippato negli aspetti goliardici, è riuscito a scivolare sopra al '68 e al '77, come alla crisi attuale, con una suonata di piffero e una battuta imbecille, specchiata da quelle mitiche di Totò, cavata fuori dalla bocca "oscema" di un Banfi, la degenerazione cinematografica e la deriva televisiva di un genio come Totò. Ma ce ne sono a decine, da quelli classici, come Enzo Tortora,
Mike Bongiorno eccetera a quelli odierni, il cui emblema e Antonio Ricci, il geniaccio di Striscia la notizia, il tipo di prototipo di ogni manipolazione mediatica (e almeno in questo, Ricci, sodale e amicone di Grillo, si dimostra un genio), fino a Carlo Lucarelli.

Ma voglio spostare questa volta l'attenzione su un caso particolare che conosco nei dettagli e poi su una serie di situazioni ricorrenti, veri tormentoni e il loro significato manipolativo a medio e lungo termine.

Su di un caso tipico e specifico di manipolazione

Giovedì 4 Ottobre 2012 al Tg3 della Toscana, sono state trasmesse le immagini di un tizio che da Viareggio è finito per salire su Er Cupolone, come lo chiamano i romani, dal momento che quel signore vive la minaccia di dover perdere la concessione dello stabilimento balneare. 
Una legge varata dal Parlamento Europeo, stabilisce che le concessioni balneari devono essere concesse anno per anno in base non ad un rinnovo tacito o a una scadenza 20, 30 o 50 anni, con la conseguenza che dal momento in cui dovesse mai entrare in vigore tale normativa, chiunque potrà partecipare alla concessione di un bagno, facendo un'offerta e concorrendo al pari di chiunque altro. Da qui, il gesto fatto passare come plateale, di un povero concessionario di Viareggio, che al pari di altri come lui, poverino, finirà per dover concorrere a una pubblica gara per ottenere di nuovo la concessione. Quindi, come fare quando si è alla pistolettata e non si potrà più contare su un reddito di svariate decine di migliaia di euro prodotto in 3-4 mesi di duro lavoro?

Ecco che si sale sulla cupola del Vaticano come gesto clamoroso, minacciando il suicidio. Una sceneggiata andata in onda con la regia dei concessionari di bagni della Versilia e messa in onda con i potenti mezzi della Rai Toscana. Ma che combinazione, proprio in quel momento tra i passanti c'è anche un signore con la barbetta, che intervistato casualmente, dichiara che il signore ha ragione, dal momento che lo si vuol privare del suo lavoro. Ora il signore in questione, capita che sia l'ex assessore ai lavori pubblici della provincia di Lucca, in quota al Partito della Rifondazione Comunista e proprietario o comunque legato allo stabilimento balneare a Lido di Camaiore (quindi non a Viareggio, dove lui vive, ma a poche centinaia di metri da casa sua, in altro comune).

Il tutto accade nella più completa e totale naturalezza, senza che nessuno sappia niente, con il bravo giornalista che confeziona uno degli ennesimi spaccati di vita quotidiana, dove qualche disperato o finto disperato, sale sul campanile di San marco, o sulla Cupola di San Pietro o minaccia di lasciarsi cadere giù da qualche altro pericolo. Ma si, via, facciamo un pezzo patetico, almeno ci mettiamo a posto con tutti, con dio, con la gente e con la politica.

Una casistica tipica, ovvero il significato di certi tormentoni televisivi e mediatici in generale.

Chiediamoci (ma per porci questa domanda occorre essere diversi dal gregge di pecore e pecoroni che pascolano beati e beoti nei verdi pascoli televisivi), perché in televisione non si parla mai di tematiche quale la fede, la religione e soprattutto il bisogno di molte persone di esperienze spirituali, cioè non direttamente legate a concetti quali la crisi economica, il lavoro, e insomma i soliti tormentoni delle varie Venier e d'Urso, se la Parietti aveva le mutande nere o bianche al party, o se il nuovo ritocco al seno della Minetti è ben fatto e migliora il suo aspetto e via di seguito con simili temi, certamente in grado di cambiare la vita del gregge di belanti pecore e armenti, giumente, nitriti di cavalli e insomma tutto il repertorio terrestre e anche marino (foche o leoni marini).

Ce lo chiediamo oppure no? Se uno guarda la televisione, basta che cambi canale...
No, non è di questo che stiamo parlando; uno allora fa prima a tenerla spenta del tutto, no?
No, il punto è che la guardiamo con i nostri occhi, chiaro? E ci chiediamo perché non si parla mai di esperienze spirituali e religiose, e in genere, si parla quasi sempre delle calze della tale mezza battona, fatta salire agli onori della cronaca per aver magari fatto all'amore con due o tre calciatori, magari contemporaneamente, trattandola da gran furbona, spregiudicata e quindi da costituire un modello da tenere sul comodino, come fonte di ispirazione per le ragazzine di tredici anni, spesso presentate come ingenue e del tutto disinibite, non come le loro mamme, e dunque, ormai pronte a fare all'amore in modo completo con il loro ragazzino.
Ecco, perché anche qui si tende a presentare le ragazzine come pronte in modo naturale a far sesso con i ragazzini magari lasciandole sole in casa, in modo da non disturbare il vortice di sesso in cui sono cadute con il loro principino, rientrando opportunamente a tarda sera, dopo che i letti della camera dei genitori saranno stati rimessi a puntino.

Questo è un refrain che ho ascoltato attentamente almeno una decina di volte e in differenti contesti e fasce orario e naturalmente risponde ad una logica manipolatoria e adulterante ben specifica. E quelli che leggono i blog come il nostro, certamente vorranno andare in fondo e crearsi una idea ben definita al proposito: perché ogni tanto, parlando di adolescenti, salta fuori la brava psicologa patinata, che ci racconta la storiella che il ragazzino della figlia di una sua cliente viene a casa e papà e mamma decidono opportunamente di lasciarli soli in casa, uscendo in fretta come una scusa, in modo che possano avere i loro momenti intimi anche sessualmente, in piena libertà e sicurezza?
In altre parole, perché si vuole adulterare una realtà, presentando gli adolescenti come totalmente disinibiti e lasciati liberi dall'ingombro genitoriale?

E aggiungo, perché, similmente, ogni tanto salta fuori la solita persona a vario titolo, che finisce per raccontarci che sua figlia si è fidanzata con un ragazzo di colore del Gabon, e ora studiano assieme a Londra? Cioè, perché si vuole accreditare con tutti i modi, la realtà fasulla che bianchi e neri di razze e culture, aree geografiche totalmente differenti, si trovano assieme e finiscono per trasferirsi a studiare in qualche astrusa parte del mondo, sempre assieme?

Ritorno brevemente sulla pubblicità, solo per accennare al fatto che gente come il tale comico famoso, libertario e di sinistra, magari anche omosessuale, che passa per un furbacchiotto di prima forza, finisce per farsi vedere mentre fa lo scemo con il solito telefonino attaccato all'orecchio, o la tale comica, vi dice che si possono cambiare i nostri mariti di sempre, pensate a quale immagine di estremo e brutale materialismo e convenzionalità vi sta rovesciando addosso! I nostri mariti! I Noostri maaaritiiii!!!! Come nella migliore tradizione borghese, abbiamo figli, dobbiamo fare porcherie perché teniamo famiglia!
In altre parole, pur se all'interno di una fiction dichiarata, questi personaggi sono i veri agenti del male dei nostri tempi.

Siamo giunti al core del nostro articolo, quello dell'adulterazione della realtà.


Adulterazione della realtà.

Parlare di cazzate e di aspetti terribilmente materialistici fa parte della deriva consumistica finta libertaria partita alla fine degli anni '70, ma questo è solo un nascondere alcune istanze, sminuendole o nascondendole del tutto, una operazione terribile ma ancora non estrema.
Quando invece si presenta una realtà, un fatto realmente accaduto, una frase realmente detta, un evento che realmente sta succedendo secondo una modalità preventiva in modo tale da creare nel passivo e idiota spettatore mediatico come una rappresentazione corretta e puntuale, mentre si sta fabbricando una presentazione del tutto differente, questa è la vera autentica adulterazione della realtà mediatica.
Gli esempi; faccia un esempio, ci potrebbero dire i vari adulteratori, per accreditarsi come ingenui e tranquilli professionisti dell'informazione, ligi ai loro doveri.

Sopra ne abbiamo presentato uno a firma telegiornale regionale, ma di questi esempi ne possiamo citare almeno centinaia, direi che il 20% delle notizie sono adulterate, mentre un buon 40% sono alterate, ignorate o rappresentate in modi peculiari, quasi sempre volontariamente, con consapevolezza, pur fingendo di non sapere che la tale notizia era alterata o adulterata, o asserendo di non conoscere gli effetti che la notizia aveva sull'opinione di chi conta.

Alterazione della realtà.

L'alterazione è ben differente dall'adulterazione; infatti nell'alterazione si mira a presentare una notizia, un fatto, un evento, una discorso, secondo una modalità manipolante, volontariamente e arbitrariamente introdotta. Gli esempi di alterazione sono decine, dal momento che i gradi di libertà sono molto più ampi rispetto a quelli con cui si concretizza l'adulterazione.
L'alterazione è in buona parte coincidente con la manipolazione della realtà mediaticamente diffusa, quindi è un concetto assai più utilizzato e spesso a sproposito o comunque non in modo tecnico e specialistico.
Per fare un esempio di alcune manipolazioni ad effetto alterante, basta riferirsi alle continue possibilità di formare una scaletta di notizie, assegnando ad alcune la priorità mentre relegandone altre in ultima posizione, in coda, quasi epigraficamente. Oppure, alternare una notizia seria a una mezza buffonata, ad esempio, bocciatura della tale legge da parte della Consulta, seguita dall'ennesimo temporale nella tale città. Ripeto, le possibilità di alterazione della realtà mediaticamente diffusa sono almeno un centinaio, e sono quindi molto diffuse, praticamente sempre presenti, anche involontariamente (in rari casi e fino a un certo punto).

Chiaro che la gravità di una serie di alterazioni non raggiunge quasi mai quella di una sola adulterazione, proprio perché ad esempio, far vedere una sala piena di gente oppure vuota, presentando l'auditorium in un modo del tutto irreale, è una vera e propria manomissione della realtà, ben differente dal presentare in modo enfatico il tale convegno, dove hanno in realtà assistito quattro gatti spennacchiati e mostrando l'auditorium nella sua realtà, vale a dire semi vuoto.

Uno dei modi di adulterare la realtà è quello di proogrammmi come Chi l'ha vosto?, mascherati da servizio pubblico, iniziano con un elenco della spesa, dove infilano tutte le segnalazioni di scomparsa della settimana, per poi passare ai soliti 10 tormentoni, psicodrammi che le televisioni nazionali trattano come se fossero gli unici. In altre parole, trattare sempre ossessivamente il caso della Celentano da 15 anni, o quello del soldato Parolisi, solo per fare due esempi, assume un significato ben preciso, proprioin considerazione degli effetti che si vogliono perseguire.

Basta ricordare che sono quasi 100 le donne uccise dai mariti e compagni, ma solo un numero di tre o quattro viene ossessivamente trattato dalle televisioni di regime, mentre gli altri 90 sono solo elencati quando va bene o spesso addirittura volutamente ignorati, per non spostare l'attenzione del pubblico su problematiche più generali e non risolvibili con colpi di leggi e decreti.

Ma non divaghiamo sul reale effetto che questi abili manipolatori televisivi e mediatici intendono perseguire. Perché ci dobbiamo chiedere come mai si vuole modificare la percezione di una fetta di realtà? Bella domanda, qualcuno direbbe, mentre i vari Fabio Fazio o Enrico Mentana, solo per fare due nomi tra i mille, direbbero che nessuno di loro vuole manipolare la realtà (anche se Mentana ha ammesso che a volte si è auto corretto, pur non avendo ricevuto pressioni da nessuno; ma proprio l'auto censura, l'auto correzione, sono la spia del condizionamento estremo della mente di questi abili e scaltri manipolatori, parlo in generale adesso).

La risposta è chiara, anzi chiarissima: perché uno si deve auto censurare o auto riformare o roba simile? Insomma, quali forze perverse sono all'opera per spingere un bravo e onesto professionista dell'informazione a non dire quello che vuole o tutto quello che vuole nei modi e termini che potrebbe utilizzare ed attuare praticamente?

Si pensa subito al dato più immediato, quello più ovvio e plausibile, ovvero perché si è pagati da un padrone, sia esso il servizio pubblico che il servizio privato, ma questo è solo l'iceberg, è la parte immediatamente visibile. Le motivazioni sono numerose, non sono concertate che in pochi casi ma sono intuite (ogni direttore conosce come sarà trattata la tale notizia da parte dei suoi colleghi concorrenti e quali effetti la notizia avrà sulla gente e su quelle che contano (magistratura, governo, industriali, chiesa e insomma, sui Poteri Forti).
Poi ci sono i veri e propri Agenti del male, come qualcuno ha definito il Genio della Tv serale. Questi geni sono dei veri esperti della manipolazione e sono in grado di approntare effetti che combattono le manipolazioni altrui, sempre a vantaggio di una causa (ricordatevi che se qualcuno dice che sta lavorando per voi vi sta solo prendendo per i fondelli e fa bene, se ci riesce).

Per questo motivo, nei miei incontri asserisco che solo a fini di studio e specialistici esistono i generi televisivi, ma nella concreta realtà, la televisione ha un unica faccia, composta di una moltitudine di espressioni. In definitiva, parlare di fiction come un genere televisivo non ha un senso, se non per gli studiosi di televisione, dal momento che un qualsiasi Tg, è una fiction, e certamente tra le più pericolose. Come estremamente pericolose (per le menti dei pecoroni) sono le pubblicità televisive, specie quando uno con la faccia da magnaccia ti dice: immagina, puoi, e tiene in mano il solito telefonino, spingendo la gente a usare il telefonino e magari quei sistemi di controllo centralizzato che prende il nome di facebook, una delle invenzioni più geniali della macchina del controllo globale, fatta passare come l'invenzione di un ragazzotto, che lavorava nel sottoscale dell'università.
Naturalmente, questa è la versione che si è voluto e dovuto accreditare, per i pecoroni.
Così come dopo mesi e mesi, anni e annni di dichiarazioni univoche, si è fatto apparire che l'uccisione in quel modo di Falcone, è stata l'opera di 4 ragazzotti, che al massimo avevano ammazzato una cinquantina di persone, sparando o strangolandole. E' del tutto incredibile che uno come il Brusca, un primitivo senza cervello, possa anche solo partecipare a una realizzazione così complessa e perfetta come la minatura di centinaia di metri di strada e far saltare l'esplosivo in modo perfetto, al passaggio delle auto di Falcone.
Chiedetelo a quelli della Cia e del Pentagono, se bastano 4 bulli di paese, con al massimo il vanto di aver strangolato qualche ragazzotto, se si può realizzare un piano come quello. Assurdo, ma basta ripeterlo per mesi e per anni e questo fatto diventa la realtà (per quanto non vera e nemmeno reale, quindi).
Come per l'omicidio Rostagno: dopo anni di indagini, false piste e depistaggi, si è giunti da pochi anni a individuare i veri esecutori, ma chi sono i veri mandanti? Dal momento che è chiaro per tutti quelli che hanno un cervello, che due o tre mascalzoni di paese non hanno alcun interesse a eliminare un giornalista ch accusa non gente come loro ma persone che stanno dentro i circoli della buona società, gente che comprende anche personaggi che lavorano per lo stato stesso, e fanno parte dei circoletti delle famiglie notabili.
Si, amiche , basta pensare che la mafia non è il tale con la coppola in testa, ma da sempre è costituita da una ...borghesia parassitaria, che cura i propri interessi a discapito dello stato". (Sciascia),
Proprio il povero Sciascia, che ogni anno si continua a vituperare, mettendogli in bocca frasi e affermazioni, e citandolo proprio da parte di quei Professionisti dell'Antimafia, che fanno qualsiasi cosa pur di conquistare spazi di visibilità in televisione, specie sulle reti di certa sinistra al caviale.
In America, oggi, il rischio della dittatura non viene dal potere esecutivo: viene dal potere giudiziario. E nel resto dell’Occidente, lo stesso. Pensi all’ Italia, dove, come ha capito la Sinistra che se ne serve senza pudore, lo strapotere dei magistrati ha raggiunto vette inaccettabili. Impuniti ed impunibili, sono i magistrati che oggi comandano. Manipolando la Legge con interpretazioni di parte cioè dettate dalla loro militanza politica e dalle loro antipatie personali, approfittandosi della loro immeritata autorità e quindi comportandosi da padroni. Oriana Fallaci ,2005

Ora, siccome si dovrebbe finire nel centro della macchina dello stato, preferisco fermarmi qui, ricordando soltanto che all'epoca di Moro si scoprì che l'Italia era una specie di stato cuscinetto, a Sovranità limitata (patto atlantico) e che ai tempi della P2, tutte le cariche più alte dei pezzi dello stato ne facevano parte, dal Generale dalla Chiesa a Berlusconi, da comandanti della Finanza a carabinieri e polizia, per non parlare dell'esercito e dei componenti dei servizi.

Bene, io mi fermo qui e chi vuole approfondire avrà i suoi spazi anche su Internet oltre che nelle decine di libri che sono usciti negli ultimi anni. Solo se vuole, potrà conoscere come ho fatto io, che non godo di alcun mezzo di conoscenza se non quello che tutti possono disporre, il web e libri e riviste. Datevi da fare e capirete, non c'è niente di nascosto, va solo analizzato, tutto qua.


Vale la pensa però, accennare brevemente al tormentone populistico di certi maneggioni dello schermo, come il Team Fazio, il Team Santoro, il Team Celentano e altri, inutile fare tutti i nomi.
Il tormentone che questa gente vi butta in faccia è (almeno sulla Rai): ma come, mi facciano il piacere! Il nostro programma fa ottimi ascolti ed è ripagato dalla pubblicità, quindi i soldi che noi (Saviano, Fazio, Celentano, Santoro eccetera) prendiamo, sono solo roba nostra. Anzi, dovreste ringraziarci che facciamo guadagnare alla Rai un bel pacco di soldi (da dare in paghe ai soliti noti) e consentire di ridurre i deficit annui della nostra amata azienda. Noi possiamo, siamo capaci, quindi...

Ma questa stronzata di argomentazione, a parte il fatto che è la più fascista e reazionaria che si può trovare, ma per noi il fascismo non è peggio del comunismo e roba simile), è una argomentazione che trova tutti d'accordo, dal furbone Celentano a Grillo (se e quando dovesse tornare in Rai) a Fazio e Saviano e tutta la compagnia cantante e riscuotente. Insomma, non è meglio uno come Minzolini, l'ex compagno di Veltroni nella FGCI, o della Berlinguer, che si prendono il loro stipendio, vale a dire 600 mila euro e 200 mila euro cadauno e non fanno il discorsetto che siamo i primi, il ritorno pubblicitario è eccezionale eccetera?
Poi, la Rai non è un servizio pubblico? E allora, non solo i professionisti dell'informazione devono essere presenti, ma ci vogliono anche spazi autogestiti, fatti da associazioni (non le solite cinghie di trasmissione che conosciamo bene), personaggi culturali, e su tematiche anche astratte o di poca audience, magari in orari antelucani. E invece, cosa va in onda nelle ore notturne? I soliti tormentoni per deficienti e i corsi di laurea a distanza, per dimostrare che la Rai fa anche cultura e istruzione.

Ci sono decine di reti tematiche, ma sulla rete nazionale e su tutti gli altri canali Rai, non c'è un solo minuto assegnato al pubblico e alle associazioni, uno spazio dove parlare di tematiche anche ristrette e specialistiche. Nulla, tutto deve essere nelle mani dei bravi professionisti che ci dicono: noi siamo bravi e facciamo ascolti, con quelli ci paghiamo i nostri stipendi e tu vaffan...

GENOVA – “Abbiamo bisogno di un eroe”. Secondo un’inchiesta ricostruita dal Secolo XIX il giorno dell’alluvione a Genova, nel novembre 2011, la politica locale si mosse per trovare qualcuno che, con un racconto eroico quanto farlocco, “salvasse” il sindaco Marta Vincenzi. In quelle ore convulse, in cui il primo cittadino veniva accusato di non aver fatto abbastanza per proteggere la popolazione, serviva qualcuno come Andrea Mangini. Ovvero un esponente della Protezione civile che raccontasse in tv che aveva rischiato la vita per monitorare da vicino le acque. Peccato che non fosse vero. Ecco cosa scrive il Secolo XIX citando ampi stralci dalle dichiarazioni ai pubblici ministeri di Mangini: A livello di «nubifragio», intensità di precipitazioni che si verifica già dalle 10 del 4 novembre, i guardiani dovrebbero essere «fissi» sui luoghi a rischio. La realtà è molto diversa: «Dopo una prima ispezione alle 8 – racconta Mangini ai magistrati – Mi recai al lavoro presso la “Nuova Vernazza srl”, in porto. E rimasi lì fino alle 11.45. Poi mi recai alla postazione d’osservazione sul Bisagno, dove giunsi dopo 30-45 minuti, perché il traffico era bloccato e comunicai alla sala operativa, in particolare al signor Gabutti (Roberto, capo dei volontari controllori, indagato per favoreggiamento e falso, difeso dall’avvocato Michele Ispodamia, ndr) lo stato ovviamente del Bisagno». Ancora: «Non ho mai segnalato niente dal Fereggiano». Sul torrente, in altre parole, non c’era nessuno. «Del [falso] verbale non ho saputo nulla finché non me ne avete dato lettura – precisa Mangini – Certamente ora nutro perplessità su una serie di accadimenti del pomeriggio-sera del giorno successivo all’alluvione. Mentre ero impegnato a spalare il fango in via Fereggiano fui contattato da Gabutti. Mi disse che avrei dovuto recarmi velocemente presso il Coa (Centro operativo automatizzato della Municipale, ndr) perché mi dovevano parlare. Rammento che proposero di mandarmi a prendere da una pattuglia ma io rifiutai, dissi che sarei andato con la mia auto». La scena si fa quasi surreale: «Mi fecero accomodare in una stanza dove trovai Marta Vincenzi e l’assessore Francesco Scidone (indagato per falso e calunnia, avrebbe coperto il rapporto manomesso) e altre persone. E si arriva così all’intervista concordata, per il talk show di Bruno Vespa, Porta a Porta: Furono rilasciate dichiarazioni per difendere i politici: Io dissi che non volevo sedermi perché ero tutto sporco di fango. Intervenne il sindaco che mi disse: “Lei è il mio eroe”. Quindi altri dissero che era meglio che fossi sporco di fango». Era meglio. Di certo di fronte alle telecamere avrebbe fatto scena. Andrea Mangini però rifiuta di passare per quello che non è: «Una giornalista mi propose di andare a Porta a Porta con il sindaco. Io risposi che non davo la mia disponibilità. Ero contrariato, al punto che intervenne Gambelli (Sandro, ex disaster manager indagato per falso e calunnia, difeso da Giuseppe Giacomini, ndr), persona che stimo moltissimo, che mi calmò. Alla fine concordai una breve intervista in cui spiegai che ero arrivato sul Fereggiano praticamente al momento dell’esondazione».