22.2.14

PLE Psychotic Like Experiences, tipicamente il sentire delle voci in adolescenza è un fenomeno diffuso e foriero di una varietà di futuri disturbi.

Abitualmente gli psichiatri infantili e le psicologhe non pongono (e meno
che mai gli psicoanalisti), molta attenzione alla ricerca anamnestica della descrizione di percezione di voci (ma anche altri sintomi parestetici, sinestesici, allodinie), e insomma, a tutta una varietà o corteo, ma a volte solo un sintomo specifico, che farebbero pensare a un disturbo di tipo prepsicotico che non viene considerato per la precoce età del paziente o soggetto in esame.
Grave errore e disconoscimento o misvalutazione, in quanto proprio in questi ultimi mesi, si sono completati studi longitudinali che rendono invece importante la considerazione e valutazione accurata di tale o tali sintomatologie, spesso molto sfumate e poco ben descritte, collegate a futuri sviluppi di ulteriori quadri patologici infantili e adolescenziali.
C'è un punto molto discriminante che dobbiamo tener presente: La PERSISTENZA o meno dei fenomeni,
Infatti, l'attenzione che dobbiamo porre si indirizza a discriminare i bambini che mostrano LES persistenti (da un anno all'altro entro i sette e i dieci anni) e quelli che invece pur presentando simili fenomeni psicosensoriali, non mostrano che transitori aspetti fenomenici, che tendono quasi sempre a regredire entro la media, con l'avanzare dell'età e a scomparire praticamente quasi del tutto in adolescenza.
Per lo studio del più noto Istituto di ricerca  in ambito psichiatrico d'Europa, il King's College Of  London, di cui sono stato intervistante e testimone, sia pure per altre ricerche, Kristine Laurens mi riassumeva che di un ampio campione di bambini esaminati a 10 anni, ben il 65% riferiva di voci interne, che però persistevano solo nel 40% del campione di partenza, e che questi bambini erano quelli in cui si rivelavano ulteriori segni sia di tipo interno (manifestazioni del contenuto e o forma del pensiero e altro), che anche esterno (comportamenti di tipo deviante in vario modo, a riflesso del disturbo interno).

Per concludere, sappiamo oggi che il fenomeno delle "voci" interne nei bambini è diffuso con una base line del 66% cioè due terzi dei bambini li presentano, ma sappiamo che solo il 40% di questi, presentano la persistenza anche nei successivi due anni, cioè tra 11 e 12 anni, mentre nell'altro terzo, regrediscono o scompaiono del tutto.
Sappiamo che questi bambini persistenti, dovranno essere osservati accuratamente e in attesa di ulteriori conoscenze anche di tipo neurofunzionale, dobbiamo preparare dei progetti di intervento precoce per ridurne i disagi sia interni che quando ci sono, comportamentali.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23321428



Schizophr Bull. Jan 2011; 37(1): 84–93.
Published online May 21, 2009. 

Evidence That Onset of Clinical Psychosis Is an Outcome of Progressively More Persistent Subclinical Psychotic Experiences: An 8-Year Cohort Study

Evidence That Onset of Clinical Psychosis Is an Outcome of Progressively More Persistent Subclinical Psychotic Experiences: An 8-Year Cohort Study

Evidence That Onset of Clinical Psychosis Is an Outcome of Progressively More Persistent Subclinical Psychotic Experiences: An 8-Year Cohort Study

This study examined the hypothesis that developmental expression of psychometric risk in the form of subclinical psychotic experiences in the general population is usually transitory but in some instances may become abnormally persistent and progress to a clinical psychotic state. 
A prospective cohort study was conducted in a general population sample of 845 adolescents, aged 14–17 years, in Munich, Germany (Early Developmental Stages of Psychopathology Study). Expression of psychosis was assessed 4 times (T0–T3) over a period of 8.4 years.
 Transition from subclinical psychosis at T0–T2 to clinical psychosis in terms of impairment at T3 was examined as a function of the level of prior persistence of subclinical psychosis (present never, once, twice, or thrice). The more the subclinical psychosis persisted over the period T0–T2, the greater the risk of transition to clinical psychosis at T3 in a dose-response fashion