10.9.14

Rita Levi Montalcini, una storia italiana... Fidia, Cronassial, Sinassial, Sygen e Hamburger.

La storia di questa austera, quanto acutissima signora, per certi versi assimilabile alla mente
di un maschio, mi era ben nota dal momento in cui le fu assegnato il Nobel, (in compartecipazione con il collega Stanley Cohen, altro ebreo di origini).
Nella realtà, tutti avevamo ben presenti gli studi che da tempo il direttore del centro delle ricerche sui fattori di crescita nervosa, Prof. Viktor Hamburger, che nel dopoguerra, invitò la signora Montalcini, presso il suo centro di ricerca.
Purtroppo, accadde che i due proseguirono gli studi del geniale Hamburger, ma, con meccanismi che in seguito saranno esplicati, è finito che Hamburger fu estromesso dal riconoscimento del Nobel, paradossalmente, essendo l'autore del primo studio sul presunto fattore di crescita nervoso (1939).
A nulla valsero le dichiarazioni a pochi mesi dalla morte, in merito a come gli fu sottratto il Nobel dalla Mntalcini: in Italia tutti godevano della luce raggiante della italianissima Montalcini, che tornata dagli usa, aveva dimostrato il genio itaalico al mondo.

Ma la storia della Montalcini passa attraverso il nome di un farmaco (o meglio di una sostanza poi ritirata dal mercato), e di una azienda, che è rimasta sullo sfondo, almeno quanto ai suoi veri proprietari (ad esempio, qui in Svizzera, dove lavoro, il laboratorio di ricerca è di proprietà di una piccola azienda con meno di 400 mila franchi, ma in realtà, dietro, alle sue spalle ci sono miliardi di dollari, tanto per dire...

Ecco cosa dichiarò Hamburger all'indomani del premio Nobel:

Non risulta però che sia stato mai
smentito il contenuto dell'intervista fatta ad Alessio Pigazzi, apparsa
il 13/10/1989 sul Corriere della Salute, a titolo 
"Così l'allieva
Montalcini mi ha rubato il Nobel", dove il prof. Victor Hamburger, che lavorò con la scienziata negli anni '40 dichiarava che la scoperta del fattore di crescita nervoso partì dalla sua intuizione fondamentale del 1934 che lei aveva letto 6 anni dopo e molti suoi colleghi, ancora oggi pensano che a Stoccolma venne commessa un'ingiustizia. 

In nome del Nobel e del genio italico, si mise in moto una macchina infernale, con a base quei personaggi che operavano per conto di bavosi e stantii politicanti e industrialotti, ed eravamo già nell'epoca del craxismo imperante, delle Moana Pozzi e dei nani e ballerine a venire....
La Signora Montalcini al momento del ricevimento del Nobel, nel 1986, al microfono ringraziò la Fidia, come fosse una azienda italiana, che grazie al suo contributo in denaro aveva fornito aiuti sostanziali alla sua ricerca.





Sabato, 19 febbraio 1994 
Le ombre sulla Levi Montalcini
Di NORINA CIJAN



Di questi giorni la notizia, fornita da Poggiolini, sulle implicazioni delle Case farmaceutiche per oliare il premio Nobel conferito nell'86 Le ombre sulla Levi Montalcini Rita levi Montalcini e già qualcuno insorge indignato. Non risulta però che sia stato mai smentito il contenuto dell'intervista fatta ad Alessio Pigazzi, apparsa il 13/10/1989 sul Corriere della Salute, a titolo "Così l'allieva Montalcini mi ha rubato il Nobel", dove il prof. Victor Hamburger, che lavorò con la scienziata negli anni '40 dichiarava che la scoperta del fattore di crescita nervoso partì dalla sua intuizione fondamentale del 1934 che lei aveva letto 6 anni dopo e molti suoi colleghi, ancora oggi pensano che a Stoccolma venne commessa un'ingiustizia. 
Basti vedere la sua partecipazioni ad associazioni con a capo esponenti della Farmindustria per "costruire" campagne di comunicazione facendo leva sulla collaborazione delle Associazioni di ammalati e familiari per produrre un forte impatto emotivo amplificando storie personali legate a patologia dell'infanzia che suscitano maggior sensibilità trovando così riscontro nelle donazioni del pubblico. 
La "signora delle cellule", che dichiarava su "Oggi" di non essersi sposata perché non ama I bambini, dando il suo nome all'Associazione Italiana Sclerosi Multipla ha senz'altro permesso l'Aism di raggiungere un livello di notorietà elevato, ma finora non c'è stata cura o Nobel che abbiano fatto progredire una seria ricetta contro la sclerosi poiché iniettando nelle cavie una componente sintetica della mielina (la proteina basica che fa impazzire I linfocit T che sviluppano sulla loro superficie dei ricettori con I quali aggrediscono la mielina dei nervi e la distruggono) hanno dato un risultato negativo. Gli immunocompressori, come l'azatropina o la ciclosporina usati nel tentativo di rallentare il decorso della sclerosi sono stati considerati pure dal prof. Canal di scarso effetto. Ciò che è più servito all'immagine della Fidia è stata proprio la collaborazione con la Nobel nelle sue ricerche basate sulla sperimentazione animale al punto che la stessa Casa farmaceutica si è fatta paladina di questo metodo, cogliendo ogni occasione per accreditare come oscurantisti coloro che criticavano la vivisezione nonostante I danni provocati dai loro farmaci a base di gangliosidi (Cronassial, Sinassial, Sygen) tutti testati su animali e relativa altalena di ritiri e riammissioni sul "mercato sanitario" dove l'uomo, inconsapevolmente ridotto ad oggetto sperimentale è sfruttato in quanto consumatore di un farmaco che fa bene certamente a chi lo vende ma danneggia chi lo assume. 
Rende perplessi, poi, l'accettazione dell'invito di Gardini a collaborare con la Montedison "per aiutare il III Mondo" (forse a smerciare prodotti chimico-farmaceutici vietati nel mondo "progredito" perché rivelatisi dannosi, letali, cancerogeni, mutageni!) e l' "ambiente" (ma non ci sembra a tutt'oggi la Val Bormida e l'Adriatico possano ringraziare!). 
Ormai non fa scandalo nemmeno l'implicazione del Cardinale Angelini (sponsor del Cronassial insieme ad Andreotti) che già quando era un semplice monsignore seguiva gli aiuti per I bambini del III Mondo (di cui I farmaci rappresentano un'importante componente) e ora chiamato il Monsignor Marcinkus della Sanità. Le inchieste dei giudici sono arrivate all'Olimpo di multinazionali insospettabili come l'inglese Isf Zambeletti, hanno distrutto l'immagine di personaggi eccellenti e filantropi famosi, ora si spera possano portare finalmente alla luce gli intrallazzi di questo ambiente "asettico" ma non "pulito". 

O.I.P.A Organisation internationale pour la protection des animaux Delegazione di Trieste

Sabato, 19 febbraio 1994