21.6.18

La vetero figurazione di Giacomo Piussi

Così lo scenario che si prefigura ai Saccardi è una sorta di Milano fuori tempo massimo, ci

sono i critici venduti, ci sono le gallerie corrotte, a Natale si fanno le geppie e le messe cantate, e va di moda il neofigurativismo sia in scultura che in pittura, ma gli anni Novanta sono finiti da tempo e quando non si  sa che fare, si azzarda una roba astratto-concettuale, mai un po’ di coerenza poetica, né un ombra di ricerca anche figurativa.
Autointervista >Laboratorio saccardi

Aggiungo, perché lo so di persona, che si usano anche i vari videoproiettori, con i quali si fermano sulla tela delle immagini che poi si lavorano a mano oppure, si ricorre alla famigerata stampa furba, sempre su tela,facendola passare per una grande genialata, dopo aver elaborato una consunta foto di qualche sito modaiolo, con il pure famigerato Photoshop. 


Prendiamo un artista della neofigurazione, anni duemila, ad esempio Giacomo Piussi, buona preparazione (chi non ne ha una come la sua, ad esempio io ne ho una identica, stessa accademia, poi ho fatto di tutto per togliermi di dosso la figuurazione ma questa è un'altra storia), figure nitide, dal vago sapore metafisico, una specie di Casorati, con accenti di colore pop art e uno spicchio di Modigliani. Insomma, una roba già vista e rivista in mille salse vi garantisco, senza alcuna novità. Togliamo quindi il termine neo e mettiamo semplicemente quello di figurazione e magari di vetero figurazione.

Ma in fondo, Piussi ha il merito di essere coerente nella sua vetero e stantia figurazione, ripercorrendo strade viste e riviste del dopoguerra e fino a tutti gli anni ottanta, con i Bueno e compagnia e certamente non fa ricorso a proiettori e altra roba. Ma veramente questo alcune galleriste passano come nuovo? e lo fanno  acquistare a suon di tremila euri ai loro clienti di fascia?
Siamo veramente alla frutta e alla fine questa gente si ritrova a vendere i loro acquisti su ebay a un quinto.