21.4.19

Olga Vladykina Bryzgina la vera dominatrice dei 400m piani.

Quando la vidi per la prima volta, ero un giovane studentello di medicina, con una pratica da amatore nei 200 e 400 metri. Partiva a molti metri da dove ero io, nei posti popolari tipici degli studentelli, squattrinati e quindi nelle curve antistanti alla tribuna, quella che gli inglesi chiamano Beckstraight.
Aveva capelli riccioli, rosso lucidi e accesi, pelle rosa, sotto la quale si intravvedeva un apparato
muscolare non tanto grosso ma molto solido, direi quasi scolpito. Ad ogni suo movimento, vedevo con il mio binocolo, i singoli muscoli che si contraevano, quasi come in una lezione dal vivo di anatomia.
Si chiamava allora Vladykina, quella rossa ricciolina, dai muscoli d'acciaio e capii subito che sarebbe diventata un fenomeno.
Quel giorno arrivò seconda con un 50,20s, ma era proprio agli inizi e ancora doveva imparare a dosare bene la ripartizione dello sforzo e si doveva ancora impratichire con un paio di anni di allenamenti e competizioni ma non ebbi dubbi: quella ricciolina era una fuoriserie.
La possiamo vedere passare del tutto inosservata in prima corsia, in quella finale di coppa del mondo a Canberra, nel 1985, in cui la Koch stabiliva il record del mondo, mentre lei spingeva al massimo, concludendo seconda con un 48, 23, ancora oggi quinta prestazione di sempre.
Passò inosservata quel giorno ma non agli occhi  di quelli come noi, che saremmo diventati allenatori di una decina di atleti di alto livello della velocità nei successivi anni novanta.
Se tutti noi pensavamo che il tempo della Koch si spiegava solo con la grandezza dell'atleta ma forse anche con pratiche di doping, comuni nella DDR, tutti concordavamo che il tempo della Vladykina era forse il vero primato del mondo e devo dire che ancora oggi, sono sempre più convinto di questa posizione.
Ma in realtà, chi realmente era la Vladikina, l'avevamo visto ai campionati mondiali di Roma, quando con il nome da sposata di Bryzgina, fece una gara straordinaria.
Una gara che ripeté poi l'anno successivo, alle olimpiadi di Seoul, dove vinse a man bassa, sia pure con un tempo non eccezionale.
Ma il piatto forte Olga Bryzgina lo somministrò nella finale della 4x400, dove partita con un vantaggio di circa un metro sulla Griffith, mantenne tale vantaggio, correndo in un tempo che fu cronometrato in 47,9s, probabilmente il vero record del mondo dei 400m.
All'epoca le atlete russe, salvo casi sporadici, non si dopavano, non c'era un doping di stato come nel caso della DDR, e nemmeno le Cecoslovacche e Polacche. La tanto vituperata Ktratotchvilova non era una dopata, aveva livelli elevati di testosterone ma era un fatto naturale.
Si ritira per due anni, per fare una figlia, rientra nel '91, dove giunge solo quinta ai mondiali ma alle olimpiadi di Barcellona solo un fenomeno come la Perec, riesce ad avere la meglio, solo negli ultimi trenta metri
Nonostante la grande Perec, sono incline a pensare che la Vladykina Bryzgina , anche per i risultati ottenuto in soli sei anni di competizioni, sia stata la più grande di tutte nella distanza.