Dal Daily Mail online si legge che lo scienziato dell'Universita' di Mosca
Vladimir Skulachev, che da 40 anni ricerca il modo per fermare l'invecchiamento delle cellule dell'organismo, ha messo a punto un farmaco che riesce a bloccare gli effetti dannosi che l'ossigeno ha sulle cellule del corpo.
Vladimir Skulachev, che da 40 anni ricerca il modo per fermare l'invecchiamento delle cellule dell'organismo, ha messo a punto un farmaco che riesce a bloccare gli effetti dannosi che l'ossigeno ha sulle cellule del corpo.
Infatti da tempo sappiamo quanto sono dannnosi per le cellule i radicali liberi contenenti ioni spaiati, cioè caricati positivamente di atomi di ossigeno, che sono noti da tempo come Radicali Liberi di ossigeno, ROS, e noti per i loro effetti nocivi sulla morte e invecchiamento dei tessuti.
Le molecole organiche subiscono processi di Ossidazione e Riduzione, (Redox): una molecola cede cede elettroni ed aumenta il numero di ossidazione, per contro, un'altra molecola riceve elettroni, riducendosi e assumendo carica negativa.
In sostanza, tutti i nostri processi chimici, dalla digestione alla funzione cardiaca, sono basati su questi processi di ossido-riduzione, con formazione di sostanze fortemente ossidate, con elettroni spaiati, in particolare gli atomi di ossigeno spaiati, che divengono all'interno delle cellule, dei veri e propri veleni. Si parla al proposito di Stress Ossidativo, come causa di precoce invecchiamento dei tessuti, specie in alcuni soggetti particolarmente vulnerabili come ad esempio quelli che sono affetti da forme reumatiche e da Sindrome Fibromialgica, SF.
Da molto tempo si parla di sostanze antiaging e antiossidanti, intese a combattere i superossidi che si formano nell'organismo ma spesso con pochi o scarsissimi risultati. Ora lo scienziato russo spiega che la categoria di antiossidanti da lui sintetizzati e provati su se stesso, sono in grado di neutralizzare totalmente i radicali liberi nella cellula, determinando un inevitabile aumento della longevità dei tessuti e dunque della vita umana e non solo.
Le molecole da lui sintetizzate sono denominate Skulachev's ions e lo scienziato ha evidenziato che la parte piu' difficile del lavoro e' stato cercato di evitare gli effetti collaterali. La molecola sviluppata dal ricercatore, e' un derivato di una sostanza antiossidante chiamata Sqk1.I risultati delle sue ricerche sono sostenuti dalla comunita' scientifica internazionale tra cui il premio Nobel Gunter Blobel.
Però devo avvertire che una recente ricerca su un verme geneticamente modificato in modo da poter valutare l'impatto dei ROS e degli Antiossidanti su alcuni tessuti, in tutto paragonabili ai mammiferi, ha dimostrato che le attuali sostanze antiossidanti sia naturali che sintetiche, non sono affatto efficaci, nonostante la serrata convinzione della comunità scientifica negli ultimi 40 anni. L'articolo specialistico, potete leggerlo qui http://genesdev.cshlp.org/.
Per fare un esempio: le antocianine, sostanze antiossidanti che dalla buccia dell'uva rossa passano anche in parte nel vino, per esplicare un effetto di qualche rilievo, si dovrebbero bere da 30 a 70 litri di vino rosso al giorno! Questo per dire che nonostante la TV e nei teatrini estivi, nei salotti televisivi, si decanti il magico effetto antiossidante del vino, si tratta di pura pubblicità e propaganda. Insomma di lavaggio del cervello. Molto meglio allora un poco di Guaranà o un tocchetto di cioccolato nero amaro, senza raffinazione.
Ho sentito dei cosiddetti "esperti", spiegare in questo modo la bassa patologia infartuale dei francesi e l'elevato consumo di grassi: probabilmente il consumo di vino rosso, offre un fattore protettivo. Balle! la verità è che le tazzine di burro che mangiano a fine pasto, come dessert, contengono grassi di altissima qualità, lipidi altamente saturi, che concorrono alla formazione della frazione pesante dell'HDL, che protegge le arterie e funge da spazzino. Insomma, un conto è una noce di burro fatta con prodotti insaturi o polinsaturi un altro è burro di elevata qualità biologica. Ma quando si vuole far credere che bere vino rosso è OK, tutto va bene.
Ho sentito dei cosiddetti "esperti", spiegare in questo modo la bassa patologia infartuale dei francesi e l'elevato consumo di grassi: probabilmente il consumo di vino rosso, offre un fattore protettivo. Balle! la verità è che le tazzine di burro che mangiano a fine pasto, come dessert, contengono grassi di altissima qualità, lipidi altamente saturi, che concorrono alla formazione della frazione pesante dell'HDL, che protegge le arterie e funge da spazzino. Insomma, un conto è una noce di burro fatta con prodotti insaturi o polinsaturi un altro è burro di elevata qualità biologica. Ma quando si vuole far credere che bere vino rosso è OK, tutto va bene.
Resterà da vedere se i nuovi antiossidanti sintetizzati dallo scienziato russo, manterranno le premesse, molto altisonanti: intanto sottolineo che tutta la storia è tipica della ciarlatanata. Un articolo di qualche giornalista, vaghi accenni a molecole che non sono delineate con precisione, magnificazione dei presunti benefici, che al momento poggiano sul nulla, mancanza di pubblicazione accreditata, anche se conosciamo come si arrivano a pubblicare articoli su Lancet o alri mostri sacri dell'editoria scientifica.
Attualmente ripongo molta fiducia in Cell, fino ad ora si è rivelata una pubblicazione seria, credibile e con articoli selezionati e non riservati ai soliti gruppi di ricerca che si contendono le pubblicazioni come Lancet, magari per ottenere crediti e ulteriori finanziamenti.
Quando svolgevo ricerca per la MG, azienda speculativa, nessuno si sognava di pubblicare qualcosa e molte volte mi è capitato di leggere articoli su argomenti che al nostro gruppo avevamo già passato in rassegna da mesi e a volte da decine di mesi. E' questo il punto: chi fa ricerca privata per ottenere brevetti, si deve tenere le acquisizioni per sé, in modo da precostituirsi un vantaggio e arrivare al brevetto, magari anche sfruttando le ricerche pubbliche e portandole avanti nella direzione utile.
Attualmente ripongo molta fiducia in Cell, fino ad ora si è rivelata una pubblicazione seria, credibile e con articoli selezionati e non riservati ai soliti gruppi di ricerca che si contendono le pubblicazioni come Lancet, magari per ottenere crediti e ulteriori finanziamenti.
Quando svolgevo ricerca per la MG, azienda speculativa, nessuno si sognava di pubblicare qualcosa e molte volte mi è capitato di leggere articoli su argomenti che al nostro gruppo avevamo già passato in rassegna da mesi e a volte da decine di mesi. E' questo il punto: chi fa ricerca privata per ottenere brevetti, si deve tenere le acquisizioni per sé, in modo da precostituirsi un vantaggio e arrivare al brevetto, magari anche sfruttando le ricerche pubbliche e portandole avanti nella direzione utile.
Laura Di Carlo per fibromind.blogspot.com