4.11.11

Salvatore Parolisi, analisi personologica.

Amiche e amici, mi sono deciso a tentare un inquadramento clinico della
 personalità di Salvatore Parolisi, ma devo premettere che quanto segue si
 riferisce ovviamente all'analisi dei suoi filmati e alle notizie che si conoscono e pertanto le conclusioni cliniche si configurano solo come un esercizio di stile, un tentativo, senza avere alcuna pretesa di scientificità o affidabilità.
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Anche se non piace citare me stesso, sono partito dall'inquadramento clinico ddel nostro Salvatore in base a un capitolo del mio libro: Introduzione alla psicologia dei comportamenti violenti: descrizione,valutazione e prevenzione, Amear, NY, 2002, trad. italiana 2005.

Allora, mi sono chiesto, dopo l'analisi facciale che ho potuto eseguire con la mia consueta metodica, cioè con la tridimensionalizzazione delle immagini tramite il costosissimo ed eccezionale set di  softwares, iClone-Reallusion, dal quale emergono pochi frames sospetti e ambigui, ma certamente sintomatici e prognostici della notevole attitudine del Parolisi a ricreare scenari artefatti della realtà (che noi definiamo: Manipolazione complessiva del Set e adattamento coerente del mondo interno), sono poi passato ad una successiva analisi delle affermazioni e riallineamento ricostruttivo degli spezzoni di realtà raccontati dal nostro, senza mai perdere d'occhio l'espressione facciale che li accompagna, spesso assai impressionanti.

Comincio ad elencare una serie di segni e aspetti che assumono sicura rilevanza clinica:

grande facilità nel mentire e soprattutto la facoltà di creare contesti riscostruttivi della realtà perseguendone un suo continuo riallineamento, vale a dire adattandone i particolari al fine specifico e generale per cui servono:

estrema capacità di fingere stati emotivi al fine di ingannare la o le persone cui le finzioni sono dispiegate (si veda la relazione con la collega, taciuta alla moglie cui poi è stata presentata in differenti faccettature, tutte volte a tamponare e reprimere il di lei tentativo di assumere decisioni drastiche, cui sono parallelamente seguite analoghe ma complementari manifestazioni fictionali di stati emotivi alla amante;

tentativi di manipolare anche il set della scena del crimine, con il nascondere successivamente il cellulare (che ci fanno  capire l'enorme e spropositato ego del nostro Salvatore);

l'avvolgere tutte queste azioni sotto una cappa che nasconde la piattezza emotiva e la superficialità espressiva e del pensiero.

Ora vorrei riportare un paragrafo del mio libro, in cui parlo della personalità psicopatica, che purtroppo è stata estromessa dal DSM, anche se ricompresa nel quadro dei Disturbi di personalità antisociale.

La diagnosi di D.A. gode di ottima attendibilità, specie quella inter-rater, cioè tra più valutatori e ciò non sorprende perché la sua definizione, come risulta dal DSM, contempla una serie di caratteristiche comportamentali sostenute da un modello teorico-clinico estremamente coerente. In altre parole, i diversi valutatori concordano sulla diagnosi di D. A. ma ciò è dovuto, a parere di diversi ricercatori (ad es. Widiger), ad una scarsa validità del costrutto teorico alla
base della sua definizione. Un costrutto più antico era quello di psicopatia, che nella concettualizzazione di Cleckley (1976), non considerava la violenza e la componente tipicamente criminale e deviante tra gli elementi fondamentali.
Recentemente Vitacco e altri (2005), hanno proposto un modello clinico a quattro fattori.

􀀀 Interpersonali
comportamenti disinvolti e fascino superficiale
egocentricità e alto senso del proprio valore
uso costante della menzogna
forte tendenza alla manipolazione e alla finta complicità

􀀀 Affettivi
mancanza di rimorso o senso di colpa
insensibilità e mancanza di empatia
affettività superficiale, povertà emozionale
tendenza a negare e abilità a schivare ogni responsabilità

􀀀 Stile di vita
bisogno di stimoli, scarsa capacità di tollerare la noia e le situazioni ripetitive
tendenza al parassitismo
mancanza di obiettivi realistici a lungo termine
impulsività
irresponsabilità

􀀀 Antisocialità
comportamenti problematici precoci
scarsa capacità di controllo
delinquenza giovanile
violazione delle regole sul rilascio condizionato
versatilità dei comportamenti antisociali

􀀀 Altri fattori spesso presenti
promiscuità sessuale
relazioni maritali di breve durata

Si tratta di individui la cui pericolosità risiede nella capacità di sfruttare la loro apparente normalità, per ricattare, minacciare, provocare sensi di colpa, capacità di leggere le emozioni altrui per finalità distorte e dannose per l'altro, anche se solo raramente usano violenza fisica e finiscono nei guai con la legge, perché sono scaltri e subdoli, delle autentiche macchine per ricattare e minacciare , per fingere stati emotivi estranei alla loro natura e quando finiscono negli ingranaggi della giustizia spesso è trascorso molto tempo da quando hanno iniziato a
molestare altre persone e solo un'indagine attenta può rilevare la natura intrinsecamente malvagia del loro operato.
Raramente un soggetto presenta tutti i tratti racchiusi nei quattro fattori, più frequentemente incontra i criteri per il fattore personologico cui si aggiungono altri tratti, tra i quali possono prevalere quelli del fattore affettivo o antisociale, pertanto si può riconoscere una variante affettiva e una più marcatamente antisociale, avendo presente che alcuni psicopatici presentano un mix dei due fattori, situandosi in posizione intermedia. La variante affettiva racchiude molti soggetti apparentemente socializzati, che Cleckley riconosce in alcuni politici, avvocati, medici e imprenditori, mentre quella antisociale comprende soggetti dediti ad attività criminose e anche sex offenders.

Fonte: Vitacco, M. J., Rogers, R., Neumann, C. S., Harrison, K., & Vincent, G. (2005). "A comparison of factor models on the PCL-R with mentally disordered offenders: The development of a four factor model." Criminal Justice and Behavior, 32, 526-545.

Senza entrare nello specifico di questo modello a quattro fattori, vi chiedo solo di confrontare gli aspetti salienti, o tratti della personalità del nostro Salvatore con quelli dei 4 fattori e sicuramente non vi sarà difficile collocarli all'interno di due primi fattori, quelli che delimitano la variante socializzata del disturbo.

In ogni caso, quasi da subito mi sono convinto che Salvatore non sia l'autore materiale, la penso come lo zio di Melania, che afferma:
"L'assassino va cercato in caserma"


"Penso che Parolisi sia colpevole", dice l'uomo, "ma non credo che sia stato lui a colpire a morte Melania. Non è lui l'autore materiale. Sono certo, però, che fosse presente all'omicidio e questo per me è ancora più grave. Salvatore era presente, lui sa chi ha ucciso Melania". Non solo: "Se l'assassino non è lui, va cercato nella caserma. Non posso aggiungere altro, ma agli investigatori ho detto tutto". Le convinzioni dello zio sono indipendenti dalle rivelazioni degli ultimi giorni, in cui i difensori di Parolisi hanno messo in discussione l'affidabilità dei risultati delle perizie sul cadavere della donna e hanno rivelato che, nel sangue ancora fresco di Melania, c'erano impronte di scarpe femminili.
Alla prossima

a lorenz