29.4.11

Melania Rea Parolisi, vi dico cosa penso.

Vi dico quello che penso, oggi, 28 Aprile 2011 sul caso di Melania Rea Parolisi e la sua strana quanto tragica morte.
Allora, dal data base che ho consultato, emerge un dato univoco: in questi casi nel 78% delle volte, la morte del partner femminile è avvenuta con la complicità del coniuge o comunque del partner maschile.
Più precisamente, in circa il 70%, il partner si è avvalso di un complice per mettere in atto una strategia assai complessa ma in ogni caso molto, ripeto, molto ripetitiva.

Insomma, se mi chiedessero, così, al volo, chi può essere il principale sospetto, alzerei il dito nei confronti del coniuge-partner, o di un suo complice. Secondariamente, punterei verso un conoscente stretto della coppia o almeno di uno dei due.
Comunque, non credo ad atmosfere idilliache tra coniugi, né a un killer solitario, che improvvisamente e in modo opportunistico, esce dal nascondiglio (dopo aver seguitato la vittima) e la colpisce.
Inoltre, le tracce e il modus operandi sul cadavere, mi fanno pensare a chiare " manovre di sviamento".
La cosa che più mi lascia perplesso è la tremenda e cruciale latenza tra scomparsa e allarme, e l'assenza di tracce nel punto presunto del contatto tra vittima e aggressore (che in tutto e per tutto rimanda alla chiara tipologia del serial killer da craving di sangue, del tutto improbabile in questo scenario).
Inoltre, forse sarà solo un dettaglio insignificante, ma perché una donna se ne deve andare al gabinetto a un quarto d'ora, se non ho capita male, di distanza, quando ne è presente uno a pochi metri? E poi, la latenza la spieghiamo col fatto che la donna era una mattacchiona, cui piaceva fare gli scherzi? Sarà!
Dunque, riepilogando:
70% la vittima era legata in qualche modo al killer;
30% al massimo la vittima non conosceva il killer.

Attendo di avere immagini chiare del marito della vittima, per compiere la mia analisi visuo-facciale, con il mio software della Fbi, di cui sono specialista. Nel frattempo mi diletto a sentire la grande giornalista, moglie del grande politico (ex radicale, ex verde, ex PPI, ex sindaco di Roma,  ex DS, ora con propria lista, Francesco Rutelli), signora, dottoressa Barbara Palombelli, che mi auguro guadagni una buona cifra dalla Mediaset, dopo la lunga collaborazione a Repubblica e alla Rai1.
A dire il vero ci sono molte persone che vogliono la fine di Berlusconi i cui genitori, figli, coniugi lavorano per o sostengono Berlusconi. Ma non vi pare strano che Enrico Letta sia uno dei principali antagonisti di Berlusconi, mentre il padre ne è il braccio destro?
La moglie del giornalista Luca Telese, signora Berlinguer, non lavora a Mediaset? E la moglie del Rutelli, non ha forse un bel contrattone a Mediaset? Insomma, meditate gente, se a tirar giù dalla torre Berlusconi devono essere le Sabrina Guzzanti, Rutelli, Enrico Letta ed altri personaggi simili, compreso i coniugi Fassino, che in due assommano una decina di legislature consecutive, nonostante il divieto dello statuto dei Ds, il povero Berlusconi può solo decidere di smettere mosso a compassione.

Aggiornerò l'articolo in seguito.

alfredo lorenzi
biologia del comportamento violento
Davis camp Ucla



Primo aggiornamento 15 Maggio 2011

Mi sta balenando alla mente una situazione che ho conosciuto in un paio di casi americani, proprio con gente delle forze dell'ordine coinvolte.
In un caso, il coniuge aveva reclutato un collega per attuare il suo piano omicidiario nei confronti della partner. In un altro invece, l'omicidio del coniuge era avvenuto per mano di un collega, contro di lui, per depistare le indagini e gettare gli indizi a carico del povero e ignaro marito.

Insomma, il Salvatore Parolisi potrebbe essere artefice o vittima e certamente, per quanto il Parolisi a me non mi convinca per nulla (a pelle), mi sembra estremamente improbabile che abbia potuto percorrere tutti quei chilometri per uccidere la moglie e attuare tutte le manovre di depistaggio, per poi ritornare al luogo di partenza.

Se si eliminasse questo problema, tutto mi porterebbe a Parolisi, ma i fatti sono fatti e le prove sono prove, gli inquirenti lo sanno bene, e in ogni caso io non sono un criminologo, ma un esperto di analisi della personalità e del comportamento violento, e in particolare dell'analisi delle espressioni facciali in movimento (non la mera detection, cioè il riconoscimento di un volto, operazione spesso assai fallace).
E dalle analisi che ho potuto eseguire dai pochi filmati facciali del Parolisi, non sono stato al momento in grado di estrapolare alcun fotogramma significativo, e questo per me vuol dire qualcosa.
Alla prossima.

11.07.2011

Compiuta analisi della lunga intervista di Pariolisi in Tv.
L'analisi l'ho compiuta con l'ausilio di una serie di software che servono a selezionare i singoli fotogrammi, compiere uno scanning dei fotogrammi selezionati, e su questi, si esegue una analisi delle caratteristiche del volto, in particolare le variazioni del diametro interpupillare, i movimenti delle pupille, le parametrazioni con la larghezza a livello dei masseteri e del mento, (sui due piani, altezza e lunghezza), e tutta una serie di altri parametri, compreso il livello di cambiamento termico di alcune zone del volto. Importanti sono anche i movimenti delle labbra e della lingua, quando si riesce a scansionarla.

Conclusioni (del tutto prive di prova legale, come avverto sempre):

-Pariolisi non piange  realmente, come invece appare durante l'intervista;

-i movimenti delle pupille sono del tutto coerenti con quanto sta raccontando, ma l'analisi delle variazioni interpupillari sono assai contraddittorie, e questo, per  esperienza, lo interpreto in senso positivo per  un segnale di incoerenza tra il contenuto manifesto e quello espresso realmente (purtroppo il filmato ha dei limiti in quanto la telecamera non si è mai addentrata in dettagli del volto ma è rimasta fissa a una distanza di circa tre metri).

In definitiva, Pariolisi ha simulato emozioni e ha raccontato frottole? Non posso rispondere a una domanda così formulata. Posso dire  che a mio avviso, non ha espresso coerenza nel manifestare l'emozione di tristezza con il pianto e una gennerale incoerenza tra il comportamento manifestato e quello che realmente si può cogliere con una analisi assai sottile e specialistica.

Infine, il fatto che sia presente incoerenza, questo non significa necessariamente che il soggetto stia mentendo o che comunque sia  in qualche modo implicato in fatti delittuosi. Piuttosto, fa propendere per  uno  stato di incertezza, o di vera e propria dissimulazione o simulazione, ma questo non può  essere provato certamente con una tale analisi, per quanto sia spesso di grande aiuto per chi indaga.
Inoltre l'analisi esclude espressamente il contenuto del pensiero verbalizzato (in altri termini, non si considera affatto quello che il soggetto sta dicendo in quel momento, che non interessa questo tipo di indagine)

Ma posso spendere anche qualche parola sul livello personologico del Parolisi:
una persona che mente sistematicamente, tradisce sapendo e volendo tradire, passa da una relazione extraconiugale ad un altra, pur con una figlia piccola, si reca in una piccola trattoria di collina dove fa vita promiscua con i commilitoni e le allieve, e poi occorrerebbe conoscere altri aspetti più intimi, ma già questo basta per tratteggiare una personalità egocentrica, con aspetti di affermazione fisica e sessuale, spesso con forti contraddizioni, pur ricoperta da una velatura di coerenza e macismo.
Insomma una tipologia di tipo istrionico-narcisistica, che può inclinare verso gesti estremi, quando si sente gravemente minacciata.
a.l.