14.2.19

Colloquio sul sistema doping nello sport; il parere di un neuroscienziato. Caso Nesterenko.

Buongiorno dottor Lorenzi, vuole ricordare il suo recente passato di ricercatore?

-Si, brevemente, dopo studi a Pisa e America, sono stato per quasi 15 anni in un piccolo centro di ricerca in Svizzera, una azienda di una grande multinazionale. Gli studi erano basati sugli effetti di ormoni e situazioni ambientali, sui recuperi e sulle condizioni di stress, naturalmente su animali. Occorre dire che gli studi erano finalizzati alla scoperta di molecole da poter poi immettere sul
mercato, quindi non erano molto coperti da pubblicazioni, per le ovvie ragioni di brevettazione.

Che risultati avete ottenuto, posso saperlo?

- Certo, ormai si tratta di ricerche terminate dieci anni fa, quindi ormai sono tutti ben utilizzati in un modo o in un altro. La nostra ricerca ha mostrato correlazioni precise tra efficacia di ormoni e cicli diurni e ultradiani, come si dice, nel senso che  particolari gruppi di animali erano più o meno sensibili agli effetti delle molecole in base alle condizioni di luce, sonno, stagione, fasi lunari e stagioni. Poi ci sono tuttele variabili che abbiamo tenuto sotto controllo, come la somministrazione di stress e eustress, fattori come la dieta, eccetera, sono tanti.

In particolare i recuperi fisici correlavano sempre con quelli psichici, cioè il miglior funzionamento del Snc si traduceva sempre, puntualmente in migliori prestazioni fisiche, resistenza, rapidità, riflessi, recupero di forze eccetera, i soliti paramenti che gli allenatori di sport ben conoscono.

Cosa mi dice del doping nello sport?

- Doping è un termine di tipo molto generale, se si intende un modo non naturale per aumentare le prestazioni e rendimenti di atleti, allora diciamo che il doping lo possiamo ottenere in modi anche diversi dal solo uso di sostanze. In generale, se intendiamo più specificamente l'uso di sostanze come ormoni, vaso dilatatori bronchiali, e le varie molecole denominate Epo, Oltre agli psicostimolanti, qui la questione si fa molto complessa.
Non esiste una sola molecola che abbia effetti certi su tutti gli atleti, addirittura è probabile che un numero elevato di atleti sia privo di miglioramenti o addirittura i miglioramenti peggiorino, almeno in senso generale.
Un programma di trattamento di un atleta per ottenere la massimizzazione dei sui rendimenti deve tenere conto del tipo di sport, il gesto atletico che lo compone, le metodiche di allenamento, i tempi di recupero e altri parametri. Oggi siamo in grado di prendere un atleta di medio livello, uno che ha performance non certo eclatanti e trasformarlo in due - tre anni di trattamento globale, cioè training, alimentazione, cicli di detossicazione, nonché uso di sostanze, da integratori a farmaci o comunque molecole a carattere dopante, in un quasi campioncino.
E' certo comunque che la componente biologica di fondo è la materia prima, insomma i geni buoni sono presenti o meno alla nascita, e lo vediamo negli sport più estremi e nell'atletica leggera e nel nuoto. Senza allenamenti o altro, prendiamo due ragazzini, li facciamo correre e si vede che uno va forte e molto rispetto ad un altro, è chiaro che questi due sono composti da un mix di geni differenti che fanno di uno un possibile campione, dell'altro un bravo amatore.

Ma non si può vincere nell'atletica senza sostanze diciamo additive?

- Certo, a condizione che i migliori siano tutti sulla stessa linea di partenza, cioè che tutti siano tenuti dalle loro federazioni e società totalmente puliti, quindi no caffeina, coca, e derivati, no farmaci vasocostrittori, no bronco dilatatori, né autotrasfusioni (ricordate Viren?), come niente Epoì e derivati intermedi, niente ormoni, e da ultimo ma la lista sarebbe più lunga, metto anche l'uso di alcune molecole modificate di melatonina (melatonina modificata, cioè addizionando un acido debole con un metallo, può funzionare in modi dopanti se si sa amministrarla, non da sola), né GH e suoi pre.

Ma allora le chiedo, lei saprebbe giudicare se un atleta, ad. esempio un marciatore, può aver assunto doping?

- Così a vista non di certo, ma se analizziamo i suoi risultati lo possiamo scoprire con una certa facilità. Ad es. la primatista del mondo dei 100 e 200 metri, Griffith, io l'ho vista correre ai trials del 1984, battuta da Sandra Cheseborough e realizzare tempi veramente del tutto normali per quei tempi, a ridosso delle Olimpiadi. Credo che nei 200m poi la Griffith sia giunta seconda, con un tempo del tutto normale per una finale olimpica.
Vederla di colpo 4 anni dopo, vincere i trials e fare records del mondo uno dietro l'altro, fino a raggiungere tempi veramente extraterrestri, per tutti noi era chiaro che c'era qualcosa che a livello solo fisiologico non si spiegava. Si sarebbe spiegato meglio se anche altre atlete avessero ottenuto tempi molto simili. Oppure il Pantani che scatta e fa il vuoto lasciando tutti in surplace in salita, non era una cosa che ci sembrava naturale, o se vuole, normale. Però,se gli esami antidoping sono negativi, si dirà, dobbiamo farcene una ragione. Il punto è che noi ricercatori ragioniamo con un ottica diciamo differente, non siamo qui a farcene una ragione, in realtà abbiamo dei precisi parametri per valutare i miglioramenti delle prestazioni e quindi la progressione di un atleta, specie se in sport dove la resistenza, la forza e la capacità di recupero è essenziale, come nella corsa, nuoto, ciclismo e tennis. Ma gli effetti della molecola sono differenti in base a quello che si persegue.
Ad es. nei marciatori l'uso di Epo e di ormoni serve per dare più resistenza uno e l'altro per favorire un migliore e più rapido recupero dopo lo sforzo.
Nei velocisti l'epo non serve molto, mentre GH, Steroidi e un mix di altre molecole, possono realmente innalzare il livello muscolare e quindi la forza, tenendo presente che la velocità, come punta massima, non si allena, si acquisisce soltanto. Come per i riflessi alla partenza, non si  possono migliorare, ogni velocista ha i suoi e basta, si deve mettere l'anima in pace. Ma può raggiungere dopo la spinta, la velocità massima in 50 metri e non dopo 70, per esempio e nei 200 può distribuire lo sforzo in modo da ottenere un compromesso ottimale tra potenza ed elasticità, ottenendo tempi notevoli apparentemente senza sforzi tremendi (vedi M. Johnson).
Se mi si chiede cosa penso di Michael Johnson, dico che a vederlo correre è il perfetto bilanciamento di spinta, forza ed elasticità, per questo lavorava alla grande dai 200 ai 400m. e aggiungo che non credo si sia mai dopato, almeno nel senso più duro che consideriamo. L'ho visto correre ai trials quando era junior ed era già uno spettacolo, anche se con tempi non così eccelsi. All'epoca anch'io mi cimentavo da amatore nei duecento, con tempi da 22,3 a salire, tanto per dire...

Secondo lei, i vari integratori sono importanti e quanto, assieme alla dieta?

- Dieta, alimentazione, modalità di prendere i pasti e assumere liquidi, modi e tempi di dormire e tutto un sistema comportamentale e psicologico ambientale è molto importante, direi fondamentale, e sommato ai metodi individualizzati di preparazione sono quelli che dovrebbero portare ai risultati, sempre tenendo presente che i geni determinano il potenziale entro cui ogni atleta si esprimerà in carriera. E sempre che qualcuno non bari, assumendo sostanze che innalzano o esaltano le prestazioni individuali. Lei capisce che quando si compete ai massimi livelli, un centimetro è una montagna, un decimo di secondo è un tempo siderale, per dire che una piccola differenza nel risultato fa un grande campione oppure un ottimo atleta. (Non parlo delle fisioterapie eccetera, perché è inutile, tutti sanno quanto siano essenziali ai massimi livelli. Ci sono atleti che ne hanno bisogno fino a dieci minuti prima delle gare, perché hanno tendenza all'indurimento e alla retrazione delle fasce).
E se poi questo risultato buono lo fai una o due volte in dieci anni di carriera è chiaro che non entri nel libro dei grandi atleti del tempo: sei solo uno che ha preso la ventata giusta o una corsa che non hai mai ripetuto e nemmeno mai più riavvicinato.
Sebastian Coe a 22 anni stabilì un primato degli 800m che è durato molti anni, quasi venti, ma in carriera ha effettuato molte altre corse con tempi di eccellenza mondiale e mai si è trovato un risultato di esami biologici non puliti. E' anche vero che quel suo WR nemmeno lui lo ha mai più riavvicinato, per dire che a volte ci sono condizioni che si hanno tutte assieme solo una volta nella vita. Penso a Cruz, che sempre a Zurich, dopo la medaglia olimpica, corse nel 1984 un 800m a soli 4 centesimi dal record di Coe! Cruz non era una meteora comunque, fece molti altri risultati, tipo 1,42,5 e simili, una roba che anche oggi ti farebbero vincere qualsiasi gara mondiale.

Se la nominassero coordinatore o responsabile dei controlli ad esempio della Wada, lei accetterebbe?

- No, perché tutti sappiamo che gli interessi in ballo sono di molte centinaia di milioni di euro e nessuno può esser sicuro di poter fare quello che la sua coscienza e professione gli permetterebbe.

Cosa pensa del caso Schwarzer?

- Cosa vuole che pensi, solo farmene un'idea, pensando che un atleta che rientra da una pesante squalifica, controllato di continuo, sarebbe un folle se si dopasse all'insaputa di tutti. Del resto, c'è il fatto del campione A negativo, e di differenze del campione B, risultato positivo a dosi lievissime di ormone. Non so cosa dire, credo che si sia voluto dare dei segnali, oppure non saprei.

Altri casi che la colpiscono?

- Ma più che mi colpiscono direi che sono una conferma, ad esempio quando vidi alle olimpiadi di Londra delle atlete turche sconosciute e le russe che vincevano sulle etiopi e keniane, poi squalificate, con una classifica che non ha più alcun senso. Idem per gli 800m dove tutti noi sapevamo che le russe, Savinova in testa non potevano competere con la Semenya e la Jelimo.

A proposito della Semenya, lei cosa ne pensa?

- E' un problema non problema, cioè si tratta del fenomeno definito tecnicamente Intersex, cioè non siamo in presenza di un Klinefelter, cioè donne con XXY o ppure anche la sindrome Turner.
Nella Intersex gli individui sono biologicamente appartenenti al loro sesso di nascita ma ad esempio, specie nei paesi africani, in alcuni non in tutti, ci sono donne con caratteri secondari più accentuati in senso maschile e con alti livelli di testosterone, anche di dieci volte oltre quelli comuni.
Il caso della Semenya rientra in questi ma non è l'unico, è solo il più evidente fisicamente ma ci sono anche delle keniane di alto livello nel mezzofondo che sono intersex.
Come ha detto Seb Coe, ricordiamoci che queste donne sono atlete ma anche sorelle, mogli, compagne, cittadine, non possiamo discriminarle perché hanno livelli ormonali molto elevati per questioni genetiche.
Per dirle, G. Dibaba, certamente il più grande fenomeno del mezzo fondo femminile mai visto prima, non corre più gli ottocento metri da tempo, perché si trova la strada sbarrata dalla Semenya, che sappiamo corre spesso al risparmio, senza voler realmente affondare per non creare sconcerto. Si immagini lei cosa si è pensato quando alle olimpiadi di Londra l'abbiamo vista battere dalla Savinova?!
Se poi consideriamo che il WR degli 800m è sempre quello della Kratochvilova, che era certamente molto muscolata e probabilmente con alti livelli naturali di testosterone, direi che ho detto tutto. Semmai rifletterei di più sul record della Kazankina, quello precedente del 1978 credo, un tempo che realizzato al meeting di Zurich, mi fece pensare molto all'epoca ed ero sicuro che c'era qualcosa sotto. Ricordo che la Kazankina terminò la carriera all'indomani del suo rifiuto di fornire campioni di urina, a inizio anni ottanta, dopo la vittoria di Mosca.

Cosa farebbe quando un atleta si trova positivo, sia nei due test?

- Secondo me si dovrebbe annullare tutti i risultati di quell'atleta e impedirgli di correre per i circuiti della Diamond League, quelli con più soldi e prestigio nell'atletica. Le medaglie olimpiche dovrebbero essere ritirate e assegnate agli atleti puliti di quelle gare.
Invece, si danno due o tre anni di squalifica, poi si riducono alla metà e ci ritroviamo la stessa gente alle olimpiadi successive.
Il caso più clamoroso e sottaciuto da tutti i giornalisti che seguono la Diamond League e i giochi Olimpici è l'esclusione della Russia dalle Olimpiadi di Rio, forse anche dai giochi invernali ma non credo che lo faranno.
Per dire, il report di quasi 250 pagine, dovuto a delle spiate fatte da atleti e atlete della nazionale, ha portato la Iaaf e il comitato olimpico a valutare l'esclusione da Rio della Russia Tout Court, probabilmente per non rischiare altri casi Savinova e compagnia nel mezzofondo e non solo.
Purtroppo, anche la mitica Isinbayeva ne ha fatto le spese, non potendo difendere la sua medaglia d'oro di Londra, magari vincendo per la terza volta consecutiva.
Il Doping poi, a livello del settore dei salti, specie alto e asta serve proprio a poco. Quello che serve è un fisico integro con caratteristiche genetiche eccezionali e una tecnica perfetta. La Isinbayeva l'ho vista saltare molte volte per molti anni e devo dire che nessuno è migliore di lei dalla fase di volo fino allo svincolo, fatto in verticale perfetta: nessuno al mondo fa meglio, nemmeno Bubka lo faceva.
Per dire che puoi dopare quanto vuoi un'atleta ma non salterà a livello mondiale se non ha geni, tecnica e psicologia da livello mondiale.
C'è anche da dire che questa immensa atleta è stata nominata a capo del reparto anti doping della federazione Russa ma ha  iniziato dicendo che le rivelazioni della Stepanova (ora Rusova) meriterebbero la sua espulsione a vita.
La Stepanova assieme al marito è la principale atleta che ha contribuito alla redazione della report sul doping sistematico della federaz. Russa di Atletica e olimpica. Tutto regolare, la persona giusta al posto giusto.
In definitiva, la lotta al doping è un fatto che esiste da quasi un secolo, oggi è sempre più sofisticata ma mi creda, se si volesse scoprire i mariuoli, si farebbe molto presto. Certo, nella scherma, nel nuoto sincronizzato o nei tuffi e tutte quelle discipline dove c'è molta figurazione e tecnica, problemi di doping ce ne sono pochi. Chiaro che nel calcio, nessuno ti fa essere un campione ma le sostanze possono magnificare le tue pur scarse prestazioni, almeno per qualche partita.

Ultima domanda: le conseguenze del doping?

- Dipendono da cosa, quanto e chi. Nel senso che ogni persona è un sistema biologico a parte, ogni sostanza può poi essere associata o meno ad altre con effetti differenti, da ultimo, ma solo per farla corta, il tempo, cioè per quanto tempo e a quanti livelli per ml o per kg di peso sono prese le sostanze.
Ad esempio per l'Epo il rischio è di indurire il sangue e aumentare enormemente lo sforzo della pompa cardiaca, causando alla lunga dei problemi molto seri, oltre al rischio emboli.
Per gli ormoni, il rischio è di squilibrare i sistemi biologici naturali dell'assuntore, portandoli fuori parametri: un ormone agisce su altri ormoni e retroagisce ulteriormente, sono sistemi di retroazione.
Uno dei rischi è di favorire uno sviluppo eccessivo di masse muscolari che sottopongono le ossa e i tendini a sforzi di carico non naturali e comunque eccessivi, con situazioni assai dolorose e spiacevoli alla cessazione dell'attività agonistica.
Anche gli antinfiammatori agiscono sul sangue, favoriscono disturbi a carico delle arterie. Le infiltrazioni di cortisonici ad alto peso, intracapsulare sono alla lunga delle piccole bombe ad esplosione differita, alla fine l'articolazione tende a sfaldarsi se non a sbriciolarsi in casi gravi.
Il rapporto di assunzione degli zuccheri tende a modificarsi anche in modo drastico, con conseguenze a lungo termine molto spiacevoli e gravi.
Consideriamo che atleti come calciatori, tennisti, canoisti, nuotatori, e lanciatori, saltatori, ripetono gli stessi movimenti per milioni di volte in carriera, senza assumere alcuna droga, già questo fatto li pone ad alto rischio di futuri danni delle articolazioni così stressate duramente per tanti anni.
Le droghe eccitanti inoltre creano dipendenza, aumentano la concentrazione, fanno diminuire la percezione del dolore ma poi l'effetto termina e i dolori si presentano, il sonno si altera, il recupero è più difficile e lungo.
Insomma, sono effetti che come si vede, dipendono molto dal tipo di sostanze utilizzate e per quanto tempo, associate ai gesti atletici di chi le usa.
I marciatori hanno dolori alle gambe, allora li possiamo ridurre e far recuperare l'atleta, con utilizzo di steroidi e GH e Gsh, associandolo con melatonina modificata e altre sostanze che potenziano ulteriormente gli effetti di recupero, molte nemmeno proibite.
E' chiaro che comunque, ossa e legamenti continuano a soffrire, alla fine il rendimento scade comunque, ma intanto uno è pronto per la successiva gara, capisce?

Ultima domanda: quanto è possibile farla franca?

- Direi che è possibile farla franca con sostanze che ancora non si conoscono bene e non si dispongono di marker adeguati di laboratorio, ma dal momento che i campioni da testare sono conservati in frigo per almeno 10 anni, direi che nel frattempo, magari quei campioni con test negativo potrebbero diventare positivi agli esami successivi.
E' una storia che si ripete: per l'Epo umano, si è dovuto aspettare che un laboratorio francese mettesse a punto la procedura per scoprirlo nelle urine, idem per il famigerato The Clear, lo steroide anabolizzante che era appunto Clear cioè trasparente, cioè sfuggiva ai test delle urine. E' successo che da almeno 6 anni, quando il principale artefice della scoperta e uso del THG, come si chiama, l'ex suonatore di basso, poi divenuto imprenditore dell'area del doping, Conte, mette in circolo questo steroide che sfugge ai test ma poi, grazie alla persecuzione giudiziaria della Balco, e al famoso caso Balco o scandalo Balco, Conte diventa l'uomo che fa i nomi e rivela molte cose interessanti.

Così da tempo, chi usa il The Clear ha una alta probabilità di essere scoperto, se lo usa sotto gara, bassa se sospende almeno 70 ore prima di gare e  sempre che i controlli a sorpresa non lo coinvolgano. Potrei farle un elenco di atleti sospesi per uso di THG ma il punto è che non dovrebbe esserci una sospensione ma una radiazione e l'annullamento dell'intera carriera atletica conseguita, con possibilità da parte di sponsor e gestori di meeting e gare di atletica, (ovvio anche per altre discipline) di richiedere indietro i premi e fee concessi e pagati, almeno fino ai dieci anni precedenti.
Comunque, ripeto, la possibilità  di farla franca è molto bassa, se uno viene preso a campione a sorpresa, meno facile se il test si fa su campioni del dopo gara, perché gli atleti sospendono l'assunzione delle sostanze, rischiando di far cilecca clamorosa nelle gare importanti, dove i controlli pre e post gara sono  quasi certi.
Inoltre, fino a dieci anni dopo, su quei campioni, si possono rinnovare i test, con metodiche nuove, che possono condurre a capovolgimenti di esito dei test.
Ripeto, si tratta di volontà di eliminare il doping oppure di voler fare orecchie da mercanti.
Un atleta femmina, con ottime doti naturali ad es per la velocità, che si allena e fa esercizi mirati per  aumentare la forza esplosiva e le frequenze, di razza bianca, può raggiungere nei 100m tempi al limite dei 11 netti, forse può in casi di atlete eccezionalmente dotate e ben preparate, scendere anche un poco, fino a10,90 ma non oltre.
Una velocista di colore, sempre con doti eccellenti, può toccare i 10, 80 e forse anche qualcosa meno, nei casi di fisici eccezionali, forse anche  10,70. Tutto il resto deve essere spiegato e analizzato attentamente.  Ma nella media delle migliori velociste europee, bianche per intenderci, sia dell'Est che della parte occidentale e nordica, i tempi di un buon 100m dovrebbero stare sui 11,10 e forse anche oltre, utili per vincere tranquillamente le gare di livello europeo, tipo Campionati Europei e Meeting importanti. Attualmente direi che dopo Londra, le cose vanno molto meglio, vedo atlete che corrono con ottima tecnica e con tempi attorno ai 11,40- 11,20, parlo della componente bianca delle concorrenti, perché si tratta di una discriminante genetica notevole ai fini della struttura fisiologica necessaria per la corsa.
Ho parlato delle femmine perché conosco meglio le atlete ma analogo discorso vale per i maschietti, e parlo della velocità perché mi sono interessato più di potenza esplosiva che di durata e resistenza.
Comunque non è vero che i velocisti non usano steroidi, anzi, ne fanno usi massicci, sia per raggiungere la massa necessaria, sia per mantenerla, oltre che per favorire il recupero. L'Epo umano serve a recuperare la forza e a ricostruire i valori ematografici, che il training tende ad abbattere.
Prima di gare importanti, far eseguire gli esami ad un laboratorio di fiducia, per vedere se loro scoprono qualcosa, è una strategia utilizzata molto ormai, specie nel calcio e atletica.
In ogni caso, nessun medico eseguirà personalmente le punture necessarie per il doping, si limiterà a dare delle indicazioni e consigli.
Marion Jones faceva tutto da sola, dopo essersi rifornita dalla Balco, si faceva le punture dei vari farmaci dopanti, compreso insulina, THG, Epo ecc, alcune punture erano sottolinguali, con aghi sottilissimi che iniettano una quantità microscopica di sostanza, utile al caso. Tenere presente che tutte queste sostanze sono precursori o veri e propri ormoni, quindi lavorano sulla stimolazione di funzioni fisiologiche e lavorano in equilibrio tra loro e secondo ritmi biologici, che nel caso di etero somministrazione sono sfaldati e quindi potenzialmente nocivi.


Grazie.



2016
Una nuova bufera doping si abbatte sulla Cina. Tra i protagonisti principali c‘è Wang Junxia, simbolo dell’atletica cinese e primatista mondiale dei 3.000 e 10.000 metri piani. In una lettera scritta nel 1995, ma pubblicata solo oggi dal portale Tencent Sports, l’ex atleta cinese e altri nove compagni accusano il loro allenatore dell’epoca, Ma Junren, di averli costretti per anni ad assumere “dosi massicce di sostanze illecite”.
Nel 1993 gli atleti allenati da Ma Junren migliorarono 66 record nazionali e mondiali. A fare scalpore furono soprattutto gli exploit della ventenne Wang Junxia, che abbassò di 10 secondi il record dei 3.000 e di oltre 21 secondi quello dei 10.000. Risultati straordinari, che nel corso degli anni Ma Junren ha sempre attribuito all’utilizzo massiccio di sangue di tartaruga e al fungo tibetano Cordyceps sinensis, parte fondamentale della dieta imposta agli atleti.
Ci chiediamo: ma occorreva la lettera di autodenuncia delle stesse atlete, per capire che il brodetto di tartaruga e il funghetto non potevano far fare record del mondo alle donne cinesi, uno battuto solo pochi mesi fa, dopo vent'anni?
https://it.euronews.com/embed/323372 https://it.euronews.com/2016/02/05/atletica-lettera-denuncia-di-wang-junxia-ho-assunto-per-anni-sostanze-illecite


C'erano sempre dei bisbigli sul circuito", dice Jo Pavey, quando gli viene chiesto se lei sapesse che alcuni russi che ha affrontato potrebbero essere imbrogli. "E in alcune gare era difficile non pensare in quel modo, perché alcune delle loro esibizioni erano semplicemente troppo straordinarie." Ma Pavey si morse la lingua. Non c'erano prove, dopo tutto. E lei non vorrebbe mai essere vista come una piaga perdente - non importa quanto faccia male quando ha perso il podio in una competizione importante.
Ora, dopo le rivelazioni di Dick Pound sul doping sistemico in Russia , Pavey ha trovato la sua voce, e avverte che risolvere i problemi dell'atletica richiederà denaro, persistenza e volontà di scuotere gli scheletri anche negli armadi più muscolosi. "Abbiamo bisogno di più finanziamenti per l'antidoping", dice. "L'intero budget dell'Agenzia mondiale antidoping è di $ 30 milioni [£ 19,8 milioni], meno di quanto alcuni club della Premier League spendono per un giocatore".








Caricato: 0%
Avanzamento: 0%

muto
Pinterest
 I segreti del doping: come la Russia fa i suoi vincitori

Vuole anche test più robusti - magari da un'agenzia anti-doping indipendente - e campioni congelati da ritestare con le ultime tecnologie. "Mi piacerebbe molto se tornassero e testassero ogni campione", dice. "Se sei un imbroglione di droghe, non dovresti mai pensare di poterti riposare sugli allori perché è trascorso lo statuto dei limiti di 10 anni. Ci sono imbroglioni là fuori che probabilmente stanno facendo il conto alla rovescia quando non possono essere puniti e pensano: "Bene, sono passati 10 anni, è così, posso godermi il resto della mia vita". Voglio che si preoccupino sempre che possano essere scoperti. "






Pavey si chiede anche se la prescrizione di limitazioni sui campioni di riesame possa tornare indietro: dopo tutto, nel 2013 le autorità francesi hanno rivelato quanti dei campioni del Tour de France del 1998 contenevano l'agente antidoping EPO. Certo, Pavey ha un interesse particolare, perché crede che le sia stato negato il podio nei campionati europei del 2002 e del 2006. "Come atleta pulito inizi a chiedermi quante medaglie dovresti aver ricevuto, e quante medaglie hai perso", ammette. "Ha rovinato la carriera delle persone".
Le prove sembrano schiaccianti. Nel 2002, Pavey era quinto dietro ai russi Yelena Zadorozhnaya, che aveva fallito un test antidroga l'anno scorso, e Olga Yegorova, che nel 2008 aveva ricevuto un divieto di due anni per manipolare campioni di droga.
Nel frattempo, nel 2006 Pavey era ancora più vicino a una medaglia, dopo aver concluso quarto dietro la russa Liliya Shobukhova - che era stata bandita l'anno scorso per irregolarità biologiche del passaporto - e l'atleta turco Elvan Abeylegesse, che era stato sospeso all'inizio della sua federazione dopo i suoi campioni dal 2007 sono stati ritestati e scoperti per contenere una sostanza bandita.
Ci sono pochi lavori in cui il quarto posto al mondo può farti sentire così inutile. Eppure senza confessioni o campioni ripetuti, Pavey non recupererà quelle medaglie.
C'è stata, tuttavia, un raggio di luce esplosivo questa estate quando è arrivata un'altra gara che Pavey aveva perso - i campionati mondiali del 2007 a Osaka - quando le autorità turche hanno rivelato che Abeylegesse, che aveva vinto l'argento in gara, era stato sospeso.
Ma mentre Pavey è ancora in attesa di conferme ufficiali sul fatto che lei è stata urtata al bronzo , dice che il momento sarà "sicuramente agrodolce" se arriverà. "Sarò felice di ottenere la medaglia che è stata giustamente mia ma non riuscirò mai a recuperare quel momento sul podio", dice. "Sono stato completamente sventrato dopo quella gara perché ho dato tutto ancora a sinistra sentendo di aver lasciato i miei amici e la mia famiglia giù".
Un lato positivo è che il più significativo sviluppo antidoping degli ultimi anni - il passaporto biologico dell'atleta - ha aiutato Pavey a rimanere competitiva anche dopo aver compiuto 40 anni e infine vincere l'oro europeo nel 2014.



Qui una corsa di 200m che non capisco bene.(fino a che il video resta).


==================

Esame di una medaglia d'0ro nei 100m femminili,
il caso Yulia Nestsierenka. o Yuliya Nesterenko.

Non è un caso, nel senso che non si è mai scoperto nulla su questa atleta, solo che basta dare una scorsa alla sua progressione nel tempo, per vedere che ha risultati personali molto ma molto modesti, si ha un picco, proprio in una unica occasione, quello relativo al 2004, in occasione delle Olimpiadi di atene, in finale vince stracciando tutte le rivali, nerborute jamaicane, americane, con un tempo straordinario per l'epoca, da una atleta bianca, di 10,93.
Questa è la sua progressione nei 100m anno per anno.

StagioneRisultatoLuogoDataRank. Mond.
201211"52Finlandia Helsinki27-6-2012-
201111"53Svezia Stoccolma18-6-2011-
201011"58Spagna Barcellona28-7-2010-
200911"46Belgio Liegi15-7-2009-
200811"14Cina Pechino16-8-200830ª
200611"28Svezia Göteborg9-8-200648ª
200410"92Grecia Atene21-8-2004
200311"45Bielorussia Minsk3-6-2003110ª
200211"29Bielorussia Brėst4-6-200244ª
200111"54Bielorussia Brėst8-6-2001-

Come si vede, è passata di colpo, proprio nell'anno olimpico e proprio nelle tre gare che la portano alla finale, a correre una sola volta nella vita sotto gli 11s, per poi ritornare nei successivi anni, su tempi del tutto normali, direi banali e ridicoli per  una vincitrice di olimpiade.

Non so cosa sia successo ma questa atleta, pur brava e anche avvenente, non aveva nulla di particolare dal pdv fisico e fisiologico rispetto alle altre sue rivali, anzi direi che a parte la sfortunata resa della truppa americana, con la Colander finita ultima con un tempo ridicolo, non ci sono dubbi che le 3 jamaicane e l'altra americana erano assai più quotate e con tempi sia prima che dopo le olimpiadi 2004, assai migliori. 
Pensiamo a Veronica Campbell, che ho conosciuto e vista allenare nel 2002: questa atleta era allora e per altri anni dopo, una vera forza della natura. si vedeva subito ad un occhio allenato che le altre erano battute in partenza, non c'era gara. Eppure in quella finale olimpica, viene battuta per ben 4 centesimi da una atleta bielorussa, che fino ad allora aveva tempi che pensavano a una sua uscita nei quarti o al massimo in semifinale.

Ecco il risultato della finale del 2004.
1st, gold medalist(s)6Yulia Nestsiarenka Belarus0.18610.93
2nd, silver medalist(s)4Lauryn Williams United States0.21210.96PB
3rd, bronze medalist(s)3Veronica Campbell Jamaica0.19910.97
41Ivet Lalova Bulgaria0.15411.00
52Aleen Bailey Jamaica0.20811.05
65Sherone Simpson Jamaica0.16411.07
78Debbie Ferguson Bahamas0.17711.16
87LaTasha Colander United States0.18311.18
Come si nota, solo Lauryn Williams ha fatto un record personale, sapete perché?
La Campbell aveva corso con tempi assai migliori della finale e la Nestsiarenka aveva stabilito il suo personal best proprio nella semifinale, con 10,92. Un tempo che stracciava tutte le altre avversarie. Ma già nel primo turno delle batterie, aveva corso in uno straordinario 10,94, record nazionale, poi battuto in semifinale con 10,92, infine quasi eguagliato in finale.
Guardate che una serie di tempi come questa non l'ho vista fare a nessuna atleta, mai in una olimpiade. Per quella del 2004, i tempi di qualifica della Campbell e Williams sono assai superiori a quelli della finale, come di solito raccomandiamo, mai strafare, mai fare più del necessario per prendere il posto al turno successivo.

Va bene, la finisco qui.

======================
Una coda della precedente: Ivet Lalova.
Questa velocista, certamente pulita (clear) e avvenente, molto femminile, ha una carriera molto lunga, inizia praticamente ad apparire sulla scena direi dopo i soliti scalini della juniores e under 20, proprio alle Olimpiadi del 2004,  due mesi prima, neanche a farlo apposta, a 20 anni, con un miglior tempo ben oltre gli 11,30, compete in casa sua e cosa succede? Fa un bel 10,77s! tempo che non solo non avvicinerà mai più in seguito, compreso alle stesse Olimpiadi 7 settimane dopo in finale, ma che sarà sempre ben oltre gli 11 secondi, per non dire che galleggerà su tempi tra 11,28 e 11,50.

The Indipendent allora scriveva, in occasione di quel tempo sbalorditivo:

Amid the latest developments in the Balco case, it has passed without widespread notice that Ivet Lalova, a physical-education student from Sofia, has become the fastest woman of this four-year Olympiad cycle - and by some considerable margin. Running in the European Cup A League meeting in Plovdiv last weekend, she blitzed the 100m in 10.77sec. It was the fastest time for the distance since Jones won the Olympic final in Sydney in September 2000. Jones recorded 10.75 on that occasion. Last weekend, at the Prefontaine Classic in Eugene, the 28-year-old American clocked 11.12 - and finished in fifth place.
Lalova's stunning performance elevated her to sixth on the world all-time list, a mere 0.04sec behind Christine Arron's European record, and just 0.07sec behind Jones's fastest-ever time at sea level. A further measure of its worth was the fact that Lalova's nearest rival, Kim Geavert of Belgium, finished 0.40sec behind her - a considerable margin in sprinting terms. In February, Geavert beat Jones over 60m at the National Indoor Arena in Birmingham.
It represents a huge breakthrough for Lalova, who won the European Junior 100m and 200m titles last year and who started this summer with a best 100m time of 11.14sec. Inevitably, in the current drug-clouded climate, suspicions will have been aroused.
"What can I answer to this?" Lalova's manager, Attila Spiriev, said with more than a little exasperation. "People say she has come out of the blue but in fact she ran 11.14 last year and 11.59 the year before that, so if you look at the graph her progression is a steady one [by 0.45sec last year, by 0.47sec this year]. Obviously it is not going to be easy to continue that now, but if you look at the figures there is a progression.
"She ran 11.06 in Austria at the end of May and we were expecting her to go under 11 seconds last weekend - maybe not quite so far under, but the conditions were perfect in Plovdiv.
"Miss Lalova is an exceptional talent. Even fellow managers and meeting directors were telling me that last summer. We had been expecting her to make a big jump in the indoor season. She ran 22.87 for 200m in a small meeting but then she broke a toe at home in the kitchen."
Four months on, Lalova has the world at her feet. Spiriev has been inundated with offers from meeting promoters bidding to have her in action in the run-up to Athens. The Golden League meeting in Paris on 23 July is the only confirmed date in their diary thus far. Lalova will be back on the training track at the Levski Sofia club today, under the guidance of her young coach Konstantin Milanov, while Jones is busy testing her long-jumping form in the Norwich Union British Grand Prix on Tyneside.
It was in the long jump that Jones's much-heralded "drive for five" Olympic gold medals came to grief in Sydney four years ago. In Athens her first hurdle will be the 100m, and Lalova - if she makes it to the Greek capital, that is.
In an interview with the Associated Press on Friday, Jones spoke defiantly about her battle to clear her name, and declared her intention to chase gold not just in Athens but also in the Beijing Olympics in 2008. "Monty will be five years old in 2008," she said, referring to her infant son, Tim Montgomery Jnr. "I can't wait for him to see his mom compete."
"I am fighting to preserve something that is priceless: my reputation," Jones added. "There are other Olympic Games. I have only one reputation, and that is what I am fighting to preserve. When I am off the track, this Balco situation has been somewhat of a distraction. But when I am on the track, I am totally focused on the task at hand - training hard, running fast and winning gold in Athens."
It is a task that has been suddenly made all the harder by a burgeoning 20-year-old Bulgarian.

Insomma, che in pieno scandalo Balco, Marion Jones e Montgomery, il tempo della Lalova, fino ad allora una sconosciuta atleta dell'Est, fa pensare molto.
Probabilmente, alle Olimpiadi non hanno pensato molto anche perché la Lalova ha corso in finale, si perché è entrata in finale e non si sa come sia stato possibile, visto i tempi del tutto modesti, credo per l'inconsistenza delle avversarie e per la fifa generale che regnava in quel periodo, giungendo quarta, con un modestissimo ma certamente meno sospetto 11,00 (Vedi tabella sopra).

Ripeto, credo che la fiammata del giugno 2004 sia molto diciamo strana, ottenuta a vent'anni, mai avvicinata in seguito, nemmeno col telescopio.


Achievements
Year        Competition      Venue      Position     Event         Measure                           Notes
________________________________________________________________________________
2004 Olympic Games Greece Athens 4th 100 m 11.00
5th 200 m 22.57
2005 European Indoor Championships Spain Madrid 1st 200 m 22.91 NR
2008 Olympic Games China Beijing Semi 100 m 11.51 [25]
Quarter 200 m 23.15 [26]
2012 European Championships Finland Helsinki 1st 100 m 11.31
Olympic Games     London Semi 100 m 11.20 [27]
Semi 200 m 22.98
2016 European Championships Amsterdam 2nd 100 m 11.20
Olympic Games Brazil Rio de Janeiro Semi 100 m DNS
8th 200 m 22.69 [28]
2017 World Championships  London Semi 100 m 11.25 SB

Come si vede, escludendo il tempo fatto in casa, l'11,00 della finale olimpica 2004 resta di gran lunga il suo miglio tempo. O è stata mal allenata oppure si tratta di un fenomeno da studiare. In ogni caso, ci sono cose che mi portano a pensare che la gara di atene sia stata un unicum irripetibile per tutti.