16.11.11

ADRA1A gene and Fibromyalgia Syndrome.Sindrome Fibromialgica.

Una variante del gene ADRA1A, (Alpha-1-Adrenergic-Receptors o
 semplicemente alpha-1-ARs), si pensa da un paio di anni essere associata ad alcuni sintomi tipici della complessa e multiforme sindrome fibromialgica.
 Questo gene è inoltre implicato nella ipertensione essenziale e in altri tipi di disturbi assai perniciosi, ma a cosa serve? Un gene uguale una proteina, e in base a questa legge, sappiamo che il gene appartiene alla grande famiglia per la codifica delle G proteine accoppiate, una superfamigla di recettori cellulari di enorme importanza per la vita delle cellule: infatti regolano la mitosi e la proliferazione di molti tipi di cellule.
In particolare, come il nome suggerisce, questo gene, nelle sue tre tipologie, codifica per i recettori alpha-1-A- adrenergici, e questo lo pone in un ruolo chiave per la regolazione della pressione arteriosa e per gli effetti neuromuscolari a livello della conduzione degli impulsi alla placca.

Se volete assumere informazioni molto specialistiche, potete andare alla banca dati nazionale americana, qui  http://www.ncbi.nlm.nih.gov/gene/148
Prima che qualcuno gridi al miracolo, è bene sapere che la fibromialgia al momento è una sindrome in via di definizione clinica e tutta da scoprire dal punto di vista della regolazione fine a livello subcellulare.

Certamente, sono sempre più chiare le associazioni tra dolori muscolari e a volte articolari e le complicanze digestive (sindrome dell'intestino irritabile, dispepsia, alvo alterno etc,), emotive e cognitive. In particolare, la fase due del sonno è certamente compromessa (ancora non sappiamo la direzione dell'associazione) dunque l'ormone della crescita sembra subire alterazioni del suo rilascio, ma anche la melatonina epifisaria subisce rilasci anomali e questi correlati sembrano in grado di spiegare una parte dei sintomi della sindrome fibromialgica ma solo una parte.
Ci sono gli aspetti legati alle alterazioni dei recettori adrenergici, più che serotoninergici, almeno per quanto sappiamo ad oggi, e questo spiega anche perché, in genere, antidepressivi adrenergici o misti, rendano un miglior servizio rispetto ai puri serotoninergici.
Purtroppo se il problema in alcuni pazienti può dipendere anche da una variante polimorfa del gene ADRA1A, pare poco probabile che ci sia una notevole efficacia delle droghe adrenergiche, per ovvi motivi. (occhio, polimorfismo non significa mutazione, sia ben chiaro ma presenza di un tipo di gene).
E' un problema ben studiato per i recettori serotoninergici, che hanno una caratteristica forma a fungo porcino, con una base e una caratteristica cappella, come un ombrello, posizionata in linea assiale.
In alcuni soggetti con codifica alterata delle proteine del recettore, lo stelo o gambo è troppo sottile, oppure la cappella è afflosciata o inclinata di lato, rendendo la capacità di funzionamento del recettore assai più limitata. Si capisce che i farmaci che agiscono sul rifornire l'attivazione del recettore saranno inevitabilmente poco efficaci (a parte la certa down regolation con il tempo).
Tutto questo dipende dalla configurazione terziaria e ancor più quaternaria delle proteine che compongono il recettore, che si ripiegano in modo da formare un sito attivo enzimatico perfettamente efficiente.
Nelle varianti in cui i geni implicati nella codifica sono mutati, l'accartocciamento corretto delle catene proteiche va in malora e il sito attivo del recettore si configura male, funzionando poco,(qui si parla di mutazione, occhio non di pleiotrofia o polimorfia).
 Occorrerebbe trovare un farmaco in grado di ripolarizzare l'accartocciamento della proteina recettoriale, in modo da compensarne il malfunzionamento. Al momento siamo più propensi a lavorare sulla correzione della codifica a livello genetico o dei messaggeri derivati.

Per la fibromialgia vi darò alcune dritte in un prossimo articoletto, ma vi dico già da ora che miracoli li fa San Gennaro.  Alla prossima.

a. lorenzi