25.3.11

Il declino della cultura e dell'intellettuale di sinistra.

L'egemonia sottoculturale. L'italia da Gramsci al gossip, è il libro che mi sono sorbita un paio di mesi fa, del Professor Massimiliano Panarari, che stasera mi sono gustato al Chiambretti Night.

Sapete che vi dico: per la sinistra non c'è speranza! Lo ripeto qui: troppi i nemici che si è fatta con le espulsioni dal Pci prima e poi con il controllo delle fronde interne da parte dei vari D'Alema, Veltroni, Turco, Bindi eccetera.
Se poi a sostenere il gioco culturale sono professori di meno di quarant'anni sullo stile saputello e incorrotto di Massimiliano Panerari, allora per la sinistra al caviale, per quella radical chic, e anche per quella post operaia non c'è più
 alcuna speranza di una emersione dalle acque limacciose in cui si è ingolfata.

Al Chiambretti, il professore, con barbettina rasa, crapa pelata, aspetto da precisino e sfiziosetto, ci illumina sul ruolo di personaggi come la Ventura, Bruno Vespa e Signorini, aggaciandosi a Gramsci, sul modo con cui ottenere il controllo e il potere in società, cioè con l'egemonia culturale (dove il Pci è stato un maestro insuperabile per tutti gli anni sessanta). Dagli anni '80 invece il modo per ottenere l'egemonia non è più tramite gli intellettuali organici, i libri e i giornali ma bensì, ufdite, udite, tramite i programmi della sottocultura, quelli tipo DRIVE IN per capirci, dove il ruolo della coscia femminile la fa da padrona.

Dice bene Mughini, che se uno non ha capito cosa sono stati quegli anni, quelli che vanno dai primi sessanta e terminano in Italia e solo da noi, sia chiaro, con l'omicidio di Moro (e aggiungerei con la marcia dei 40mila), non ha capito nulla di tutto quello che è poi seguito.

Ovviamente la frase non era diretta al giovane professor Panarari, che certamente anche se nato nel '71, di quegli annni sessanta ha letto e conosciuto tutto: solo, non li ha vissuti, ma questo che conta?

Bene, se agli Eco e ai Cacciari si avvicendano i Panarari, la sinistra e quello che a breve resterà con il crollo dell'attuale bipolarismo fasullo, è in buone mani.

Altro che i tempi dei bravi intellettuali organici e chic alla Lucio Magri o femministe dotte del calibro della Luciana Castellina (compagna del Magri e deputata non so per quanti lustri tra Pci prima e Pd dopo); oggi si affermano gli eredi degli Eco, una pletora di giovani professorini universitari che in ogni caso portano avanti la vecchia tesi: la tv è deplorevole per colpa delle Tv private e di Berlusconi. Roba che si sente proferire dalle geniali fauci della vecchia guardia dell'intellettualismo universitario dei corsi di sociologia, scienze politiche e psicologia sociale da almeno 25 anni!
Quegli stessi genietti che poi ci informano che la nostra società ha bisogno di 100mila nuovi immigrati all'anno per sostenere la domanda di assistenza domestica e pulizia dei condomini, oltre a una pletora di precari o meglio di gente senza un contratto tipico. Geniali!
Io posso mandare in un dibattito serissimo una figura altamente specialistica che afferma un sacco di stronzate, dal momento che è pagata per farlo. Un esempio? Posso invitare ad un dibattito serioso un ingegnere nucleare che afferma che le centrali nucleari di quarta generazione (quelle che si costruiscono tra dieci anni), sono sicure sotto tutti i punti di vista.
Perché è una stronzata? Perché non si trova una assicurazione che si assuma il rischio di un eventuale guasto grave alla centrale! Pensate al Giappone: quanti miliardi di dollari dovrebbe cavare quella sciagurata compagnia di assicurazione?

Oppure posso mandare in giro gente seriosissima che mi dice che noi abbiamo bisogno di 100mila immigrati all'anno per mantenere il nostro sistema economico. Altra balla spaziale volta solo a manipolare le già ottenebrate menti italiche dalle cosce e petti televisivi.

La risposta che uno deve cercare a quello che oggi accade in TV verte su questa semplice domanda: perché nel '94 si è dato corso ad una legge come la Mammì, che è arrivata fino ad oggi?
Perché, più in generale, il sistema politico è giunto allo sfascio, nonostante la pioggia di milioni di euro che ogni anno si riversano come finanziamento pubblico ai partiti e ai loro giornali?

Non lo dite a quelli di sinistra, che il sistema attuale è frutto di un grande compromesso, quel compromesso che Berlinguer proferiva alla metà dei '70, con Moro che duettava. Tolto di mezzo Craxi, il Compromesso è divenuto operativo con la Mammì, le leggi sulle Coop e il finanziamento sempre più cospicuo ai partiti, che incassano senza alcun rapporto con il numero di tesserati ma solo con il numero di voti presi. Ma tanto agli italiani non importa nulla, tutti presi dalle cosce della Parietti e dalle poppe della Marini e Ferilli.
Una volta, quando la Tv non c'era si parlava di ombre sul fondo di una caverna e di pane e circense... oggi della razione di cosce e petto quotidiana.

B.B.

P.S. Se volete sbizzarrirvi un poco, potete leggervi la riedizione di
Straborghese di Sergio Ricossa, prima ed. 1980, riedito da Ist. Bruno Leoni, di cui vi riporto un piccolo stralcio:

Per quanto gl'intellettuali di «sinistra» si compiacciano di erigersi a circolo omogeneo ed esclusivo («unitario»), per quanto si sforzino di somigliare a quei teologi che Huygens paragonava ai porci in quanto «se tiri la coda a uno, gridano tutti», il borghese, a costo di scontentarli, deve distinguerli e separarli a uno a uno. Al solito, così facendo scoprirà, in mezzo a tanti collettivisti, qualche borghese autentico, che non sa di esserlo o lo sa anche troppo e lo nasconde. Fra chi inveisce contro la borghesia, scoprirà i sinceri e i truffaldini, i saputi e gl'ignoranti. Quel che mai il borghese deve concedere è che essi, gli intellettuali di «sinistra», abbiano più autorità morale o scientifica o di qualunque altro genere per discutere di giustizia, democrazia, elevazione degli umili, progresso sociale, libertà. Non ce l'hanno soprattutto quando pretendono di averla e peccano di orgoglio o ipocrisia.

Aggiungo una nota: Pasolini, a proposito di Rivoluzione e di Sessantotto, dichiarava che sono termini che non gli piacciono, specie da quando sono divenuti dei marchi di certa sinistra, un poco come il discorso dei capelloni, vi ricordate? Pensate a mettere di fronte un Cacciari o un Eco, per non parlare del poeta, Vendola, a un Pasolini. Pensatelo solamente! Io sono convinta che Pasolini sarebbe stato additato come un fascista o uomo di destra, o una wild card intellettuale, un outsider al limite della pazia (cosa che la ex compagna di Moravia, la post femminista scrittrice Dacia Maraini ha sempre considerato tale, riferendosi a Pasolini. Proprio lei, prototipo di quegli stereotipi femministi che Pasolini aveva sempre additato come negativi e involutivi per la donna).

Devo aggiungere che oggi, gli Psico-socio-intellettuali di sinistra, sopravvivono a se stessi, si riciclano e rivendono in mille modi (pensate al filosofo Massimo Cacciari e alle sue ambigue versioni della classe operaia, democrazia, popolo, intellettuale eccetera, sempre rinnovate in un incessante sforzo di adeguarsi ai tempi. Dal fondatore di Mondo Operaio, noi ce lo ricordiamo, provenivano animosi e velleitari temi antiborghesi e antipadronali, oggi, ex sindaco di Venezia per due legislature, da sempre grande critico a sinistra della sinistra, nel puro stile da intellettuale di alto bordo di sinistra).
 
A quelli come lui e Umberto Eco, la cui fenomenologia andrebbe messa in buona luce per capirne il personaggio (ma sappiamo che al buon borghese queste operazioni non interessano, sono solo chiacchiere da salotto), si applica appieno la descrizione di cui sopra. Ma anche questo non interessa molto al borghese, che invece dovrebbe divenire più abile nell'inquadrare i soggetti sinistrorsi di cui si parla.
Si parla di soubrette e veline, collocate in liste bloccate (ma guarda un poco, la legge lo consente, strano no?) ma delle signorine Madia, figlie d'arte e ben in vista ai crapuloni della sinistra, nessuno dice niente, anche se le si fa eleggere alla camera o si collocano in posizioni di comando politico. Non è il sistema della sinistra? Prendere i bravi professori universitari e promuoverli di botto in parlamento, con buona pace dei concetti di uguaglianza e pari opportunità di cui sono finti paladini.
Sapete che vi dico: che tra la soubrette Nicole Minetti e la signorina Marianna Madia, figlia di Stefano, forse forse mi sta meno antipatica la Minetti.