4.4.11

Franco Frattini, Aldo Brandirali e compagni, anzi ex.

Sono sempre stata dell'avviso che il Manifesto sia la culla dell'intellettualismo di
  certa sinistra allo spumante Docg, una vera cooperativa, come ha messo in luce la valente e poco femminea giornalista di Report, Dottoressa Milena Gabanelli, dove i contributi che tutti noi siamo chiamati ad elargire, se non altro sono ripartiti in modo egualitario tra l'usciere e il direttore. Signora dottoressa Gabanelli, posso dirle che a me non importa nulla? Per me sono soldi estorti dalle mie tasche come quelli dati a molti altri giornalucoli e tastate non ultimi, quei furbacchiuoni de Il Mucchio, da sempre gli snob di certa sub cultura pseudo intellettuale radical chic allo spumante con qualche ostrica.

Ma mi fa qui piacere ricordare, che tra le figure di spicco che hanno trovato ospitalità al Manifesto (non certo per il comunismo), vi figurano tra gli altri:
Franco Frattini, Giulio Tremonti e non ultimo il bravo (?) e ligio, Corradino Mineo da Partinico, terra da sempre dedita alla coltivazione dell'erba di buona qualità, coltivata in serre ben curate e rifornite.
Per gli snob di sinistra ex Servire il Popolo (Brandirali, ora con la Cdu e Casa delle Libertà, il grande giornalista e magnate Michele Santoro, che naturalmente si guarda bene dal mandare la figlia alla vile scuola pubblica, lo so perché mia figlia frequentava lo stesso istituto privato a mille euro al mese e anche oltre) e per quelli di area ex Democrazia Proletaria (bel nome, un nome che dice tutto), citerò qui solo Tiziana Maiolo, un tempo convinta Radicale, poi iscritta anche a PRC, poi finita nella Casa del Popolo (delle Libertà, credo).

Bene, la signora gabanelli non considerò nella sua inchiesta il numero di copie vendute, né le caratteristiche personologiche e le competenze tecniche dei giornalisti de Il Manifesto, ma io ricordo l'attuale direttrice, Norma Rangeri, quando da Santoro, con tono da supplica, implorava l'ennesimo governo Prodi di impegnarsi a far rientrare in rai Santoro, Biagi, Guzzanti, Luttazzi (che sappiamo essere un bluff, già dal nome, mutuato dal grande Lelio, alle battute, alcune prese paro paro da un paio di comici americani degli anni '80, trite e ritrite).

Bene, Signora Norma Rangeri, sappia che Lei percepisce uno stipendio che probabilmente contiene un centesimo di euro estrattomi con la forza dalla maggioranza del popolo. E' vero, dura lex sed... ma a me che si paghi lo stipendio a gente come lei, che poi viene a farmi la predica da Santoro (il multimilionario), a me lo ripeto, proprio non piace (e probabilmente se Pasolini fosse vivo direbbe lo stesso delle persone come lei, non perché prendono stipendi pubblici ma per il tono e l'impianto delle prediche che fanno).

Mai pensato a fare come quelli de Il Fatto? Guardi, signora Rangeri, io Il Fatto non lo leggo, ma ho sottoscritto un abbonamento che ho rinnovato quest'anno, solo perché non si sono tuffati a capofitto nel mio portafoglio. Se il popolo lo vuole...

Stia bene e pensiamo alla salute.

Benedetta Broccoli  medico      fibromind.blogspot.com