1.2.12

Emanuela Orlandi, chi,dove,come,quando e perché.

Ho capito che il File o Caso Emanuela Orlandi era un caso disperato quando ho
 saputo che una certa persona si occupava di esso. Non mi sono dunque sorpreso
 quando ho ascoltato ad una delle solite prresentazioni del solito tipo di libri di certo editore rampante, che a detta dell'autore del libro, Emanuela Orlandi non solo non è morta, ma è, ripeto è (non sarebbe), viva e vegeta, sposata e residente in Turchia.

Se non confidassi sulla mia esperienza di almeno 25 anni nel campo della psicologia dei crimini e comportamenti violenti, e se non avessi maturato altrettanta buona esperienza nel conoscere le personalità di certe figure, siano esse giudici, avvocati, psichiatri e testimoni vari, sarei quasi tentato di credere che quanto affermato sopra potrebbe essere anche una ipotesi da non scartare a priori.
E invece, l'ipotesi che Emanuela Orlandi sia viva, sposata felicemente e residente con la sua famigliola in Turchia è del tutto marziana e fuori contesto (a meno di indizi assolutamente convincenti).
Infatti, per risolvere il caso di una presunta scomparsa, ci si deve porre le solite domande che sono parte della logica interna alla meccanica dell'evento:

Chi ha compiuto il rapimento e successive azioni: in questo caso chi ha rapito Emanuela, con quali strategie, mezzi e modalità di attuazione. Ovvio che qui, dalle prime ore fino ad oggi, chi ha indagato deve aver trovato ostacoli che hanno impedito una indagine corretta (cioè in tutte le direzioni e secondo le principali ipotesi verosimilmente accreditabili). Quindi, il fatto che una indagine non si realizzi nei modi desiderabili e completi, spesso non dipende da incapacità o volontà degli inquirenti, chiaro? 

Come è avvenuta la scomparsa- qui, abbiamo solo una serie di circostanze indiziarie, che purtroppo non sono al momento sufficienti per rispondere.

Dove, e qui sembra che ci siano elementi abbastanza sufficienti per fornirci una risposta molto convincente.

Quando, anche qui, abbiamo una certezza riguardo al momento temporale in cui l'evento si è realizzato.

Perché, e questa è la domanda alla cui risposta si deve porre particolare attenzione a motivo delle sue coonseguenze. Infatti, perché si compie un rapimento? Di solito ci sono alcuni comportamenti tipici che ormai conosciamo bene:
estorsione (non è il caso di Emanuela);
vendetta o rivendicazione anche riferita, e questo caso sembra avvicinarsi solo in parte a quello di Emanuela;
per copertura, e questo sembra il caso più aderente. Significa che a motivo di una serie di circostanze, a volte del tutto incidentali, un soggetto si viene a trovare all'incrocio sbagliato, insomma, si trova in un punto caldo o se preferite, nel mezzo di una serie di interessi conflittuali.
Qualcuno conosce cose che non doveva conoscere, oppure non sa cose che altri ritengono che costui o costei conosca oppure per mandare un avviso a qualcuno.

Infine, c'è un motivo che spiega la scomparsa, ma che di solito si rivela entro un lasso di tempo non molto lungo: l'aggressione sessuale differita ad opera di un offender abituale o accessuale. Dal momento che non si è trovato il corpo di Emanuela, si deve ritenere questa ipotesi poco probabile.
Proprio perché non si trova il corpo e per la modalità di rapimento, si deve pensare che sia stato all'opera un team di gente del mestiere o comunque certo non gente sprovveduta.

Ma la testimonianza della mamma di Mirella Gregori, è direi assai illuminante di come spesso gli intrecci di persone, luoghi e circostanze si vadano ad ammassarsi gli uni sugli altri.

Resoconto di Maria Arzenton, mamma di Mirella, scomparsa 40 giorni prima di Emanuela, stessa età, forme fisiche simili:

.. nel momento in cui io e mio marito ci trovammo a transitare per quel corridoio, (che conduceva al Pontefice, Wojtyla, in visita alla parrocchia di via Nomentana), riconobbi subito il volto di un uomo che avevamo visto spesso nei pressi di casa nostra, seduto al bar accanto al portone della nostra casa.
Come in tutti i casi che conosco, spesso le detection facciali, tanto più se differite nel tempo, sono soggette ad errori e distorsioni incredibili. Infatti, la signora Arzenton, nel confronto con il presunto soggetto del tavolo del bar e della scorta del Papa, non riconobbe costui come quello del bar.

Insomma una falsa detection, come spesso accade e cui siamo abituati da tempo. Tanto più, se anche lo avesse riconosciuto, per me non avrebbe significato nulla di particolare, dal momento che sappiamo bene a quali effetti distorsivi è soggetta la memoria facciale durante il tempo.
In conclusione: c'è un legame tra una persona della scorta del Pontefice e Emanuela Orlandi? Direi proprio di no.
Tutto il resto è pura fantasia. Alla prossima.

al.