30.5.12

Sentenza maestre Rignano: tutti estranei ai fatti,anzi: il fatto non sussiste

Finalmente abbiamo avuto la sentenza di primo grado (credo si dica così) sulle
maestre di Rignano, compreso una bidella e il marito di una maestra, in qualità di supporter o qualcosa di simile. Il benzinaio marocchino o tunisino o cingalese se l'è cavata solo perdendo il lavoro.
Va bene, dal 2006 quando a casa di Scancarello Gianfranco sono piombati una cinquantina di esponenti delle forze dell'ordine e dopo le perquisizioni e quindi la deportazione in carcere di lui e della moglie, appunto la maestra, assieme ad altre colleghe, sappiamo che il giudice ha stabilito che tutti gli imputati (spero si dica così) sono estranei ai fatti ascritti. In altre parole, dopo sei lunghi anni di minacce personali, di accuse e condanne morali (oltre al ministro Giuseppe Fioroni, che dichiarò al proposito che - le mele marce sono state tolte- al momento della carcerazione), il giudice ha stabilito che non c'erano elementi per processare gli indagati e incarcerati, in quanto le prove ed i riscontri (a parte le famose e allora già criticate ampiamente valutazioni e colloqui con i bambini effettuati dalla psicologa romana incaricata dal pubblico ministero, quindi da chi sostiene l'accusa di parte dello stato) erano praticamente del tutto inesistenti e i presunti sintomi dei bambini sono da ricondurre ad influenze reciproche e collettivamente espanse. 
In altre ed ulteriori parole: IL FATTO NON SUSSISTE. Vale a dire: non si sono verificati abusi di qualsivoglia natura riconducibili alla scuola in questione e ai soggetti incriminati ed incarcerati. 

Si tratta di un caso riconducibile ad altri casi simili in tutto il mondo, in cui la personalità predisposta di alcuni  genitori, pochi, da la stura ad un processo di auto vittimizzazione e di influenzamento reciproco ad effetti multipli ed espansivi. Questo significa che la sentenza di primo grado sarà  in ogni caso appellata di fronte ad un secondo giudice, il quale non potrà che concludere, che il popolo italiano non si è sbagliato nell'emanare la precedente sentenza, dalla lettura delle carte e delle risultanze delle procedure di indagine. Diversamente si finirebbe veramente nello sbando più totale, dove in assenza di ulteriori fatti, il popolo italiano determina due opposti provvedimenti giudiziari in base agli stessi elementi. Sarebbe un arrovellare il dito nella ferita di una giustizia che ormai, lo vediamo sempre più spesso, gronda sangue da tutte le parti.
E non ci sono dubbi, amiche mie, che si giungerà alla sentenza di terzo grado, dal momento che nei casi simili, le componenti prevalentemente ossessive delle presunte vittime portano a perseguire fino in fondo, ad ogni costo l'idea iniziale, che non è una idea e basta, ma una convinzione assoluta, una assoluta certezza, in base ai noti meccanismi psichici ormai ben conosciuti e studiati.
Quindi, quando abbiamo ascoltato il commento di una delle mamme alla sentenza di assoluzione, non abbiamo (tutto lo staff) provato alcuna meraviglia, dal momento che una semplice sentenza del popolo italiano non può vincere una convinzione assoluta (di colpevolezza).
Anzi, se mai ci saremmo meravigliati se avessimo ascoltato un commento del tipo: siamo perplesse ma anche confortate, perché forse la psicologa romana non ha compiuto un lavoro affidabile sulla validazione delle testimonianze delle bambine, che data la totale assenza nei computer di immagini o video pedo pornografici, la totale assenza nelle abitazioni delle maestre di uno straccio di impronta di uno dei bambini e bambine presunte seviziate in modo orribile (a leggere le accuse, direi che si tratta di fatti veramente inenarrabili, tremendi anche per noi che siamo assai avvezzi).
E invece no: finalmente le maestre, dopo anni che insegnano in quella scuola, sono state smascherate, e non resta che far coincidere la convinzione mentale con la sentenza del popolo italiano. Se non fosse un fatto tragico ci sarebbe da scrivere qualcosa per il cabaret.
Poi la visita ginecologica con dilatatore vaginale della moglie di Scancarello, un giorno prima della sentenza di scarcerazione? Anche noi confessiamo, siamo desiderosi di sapere chi e perché...
Se non ci fossero motivi più che validi, è chiaro che si finisce dritti nello stato di polizia, uno stato che usa la intimidazione, la carcerazione e manovre poco chiare durante le fasi di controllo del cittadino. Ma siamo certi che ci sono state valide motivazioni mediche, che il medico che ha eseguito l'indagine saprà fornire con la consueta responsabilità professionale.

Scancarello ha così rappresentato la risposta del pubblico ministero alla sua domanda:
-Perché metterci in galera?
-Perché occorreva dare una scossa alle indagini-

A New York il procuratore generale ha deciso di non consentire il processo contro il potente ex banchiere europeo, sulla base che la signora che lo accusava era già stata accusata di immigrazione con mezzi illeciti (mentendo) e prostituzione. La paura il procuratore l'ha avuta pensando che una volta terminato con giudizio di assoluzione, il banchiere francese avrebbe certamente fatto causa civile alla procura, chiedendo un risarcimento di una ventina di milioni di dollari. Che lo stato di New York avrebbe dovuto cacciare a spese dei suoi cittadini, almeno in misura pari ad un terzo.
Meditiamo e intanto, pur non essendo ancora terminato il percorso degli indagati, riflettiamo che sei (6) anni per giungere ad una prima sentenza sono troppi per poter parlare in termini anglosassoni di Giusto Processo.


Rignano, sentito anche il Mago Zurlì:«Scancarello fu correttissimo»

 
Valentina Errante
ROMA (9 gennaio) - Spunta anche il Mago Zurlì. Perché nell’inchiesta sulla scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio, la procura di Tivoli non ha risparmiato energie e ha battuto ogni pista per incastrare gli indagati, accusati di avere sottoposto ad orribili violenze piccoli alunni di quattro anni. E così a rispondere alle domande degli inquirenti è stato chiamato anche l’idolo dei bambini, il mago Zurlì, appunto. Al secolo Cino Tortorella. Il volto storico dello Zecchiino d’oro è un ex collega di Gianfranco Scancarello, l’autore Tv, marito di Patrizia Del Meglio, finito in carcere nell’aprile del 2007 insieme alla moglie, ad altre due maestre, a una bidella dello stesso istituto e a un ex benzinaio cingalese.Dopo le strane voci giunte in procura, in merito alla reputazione di Scancarello e alla sua esperienza allo Zecchino d’oro, il pm Marco Mansi aveva deciso di vederci chiaro.
Tanto che al momento dell’arresto in casa di Scancarello e della Del Meglio, i carabinieri avevano sequestrato decine di dischetti e videocassette, per vedere se tra le immagini dei bambini dell’Antoniano ci fosse dell’altro. e vistyo che non era stato trovato nulla, alla fine avevano deciso di convocare Tortorella in persona.Ma Mago Zurlì non è stato utile alle indagini e le sue parole sembrano dissipare i sospetti. Il 2 luglio del 2007, nella caserma dei carabinieri di Ostia, mago Zurlì ha dichiarato: «Conosco Gianfranco Sacancarello da circa 20 anni per motivi di lavoro. Solo in un'occasione abbiamo collaborato per un'edizione dello Zecchino d'Oro molti anni fa. So che poi ha continuato a collaborare con l'Antoniano, in un'altra trasmissione “Per la luna". Dopo i fatti di cronaca che lo hanno riguardato, parlando con amici e colleghi dello spettacolo e dell'Antoniano che lo conoscono, ho avvertito molta incredulità.» E Tortorella aggiunge: «Non ho mai avuto discussioni con lui. Tanto meno escludo di avere mai notato suoi atteggiamenti morbosi nei confronti dei bambini, cosa che non avrei mai del resto tollerato. Escludo parimenti che egli sia mai stato allontanato dalla trasmissione per fatti di analoga natura. Anzi ribadisco che dopo l'unica collaborazione con lo Zecchino d'oro ha continuato a collaborare con l'Antoniano. Cosa che escludo sarebbe se queste storie fossero state vere». Cino Tortorella aveva già espresso la propria stima nei confronti di Scancarello. E l’aveva fatto apertamente. Perché a pochi giorni dalla decisione del tribunale del Riesame, che nel maggio 2007 ha annullato le ordinanze di custodia cautelare a carico degli indagati, il mago Zurlì aveva firmato un appello. Con lui, la conduttrice Paola Perego e Cesare Lanza che con Scancarello scriveva i testi di “Buona domenica”. Adesso per l'autore televisivo, sua moglie, Patrizia Del Meglio, per le maestre Silvana Magalotti e Marisa Pucci, si profila una richiesta di rinvio a giudizio. Per gli altri indagati una richiesta di archiviazione. Prima di allora saranno depositati gli atti e altre testimonianze a carico degli indagati saranno rese pubbliche.
Il Messaggero 9 gennaio 2009.
Per fortuna non erano amici di batman o topolino, neh?