15.2.11

Eleonora Brigliadori, testimonial della nuova cura anti cancro.

In circa venti anni, tutta la spazzatura interpretativa che ai miei tempi (parlo degli
 anni 70 e metà anni '80) riempiva le riviste di casi clinici e gli studi medici di pazienti dai più disparati disturbi e malattie, passata sotto il nome di Medicina Psicosomatica, si è totalmente liquefatta. Sotto le bordate delle denuncie sempre più crescenti di pazienti e familiari, pronti a citare in giudizio il bravo medico psicosomatico, per omissione di diagnosi o per aver effettuato una terapia non efficace o ritardato la diagnosi e o la cura.

Quelli della mia età, che prendevano in mano i mitici testi magici di psichiatria e psicopatologia, si confrontavano con il famoso Arieti, adottato anche in Usa, dove spopolava il Patch, pieni di riferimenti ed interpretazioni psicoanalitiche e psicosomatiche, legate a chiari agganci al mondo simbolico, dove il sintomo e la sindrome, sono espressione di un ritorno in forma simbolica di quanto il paziente ha rimosso e in realtà desidera.


Con l'attuale partecipazione all'Isola dei famosi da parte di Eleonora Brigliadori, voglio augurarmi che nelle interviste che farà poi in seguito, nei vari contenitori televisivi e sui giornali, non voglia far passare la sua versione della sconfitta del cancro al fegato, in base a quanto dichiarato nell'intervista che trovate di seguito: sarebbe un ritorno indietro di almeno 30 anni.

Certo, sappiamo che spesso la chemio può rivelarsi tremenda e a volte può favorire la morte del paziente, indebolendolo ulteriormente, ma è l'unica metodologia abbastanza diffusa, scientifica e validata che abbiamo al momento, per quanto rozza, tossica, gravida di effetti collaterali di grosso impatto e a volte poco o punto efficace.

Non ci vorranno ancora molti decenni, prima di arrivare all'impiego di anticorpi selettivi, privi di effetti grossolani, come di particolari micro radiazioni ad alta energia, dirette su masse grandi quanto la capocchia di uno spillo e a livello di profondità desiderato. Una tale macchina esiste già, a dire il vero, ma si tratta di poche unità in tutto il mondo e dunque, i suoi costi e accessibilità sono proibitivi e off limits (so di persone che al costo di duecentomila dollari all'anno riescono a mantenersi in vita, riducendo senza danni la massa tumorale, con diagnosi infausta ricevuta almeno da 4 anni a Staten Island, NY, perché conosco medici che operano all'interno).

Signora Brigliadori, ho rispetto per il suo coraggio e il suo entusiasmo, ma la prego: eviti di sputtanare la medicina ufficiale. Per migliaia di persone è l'unica speranza di guarigione o di cura a portata di mano e con il miglior rapporto costi-benefici per la collettività (e anche per il paziente, se ben effettuata). La possibilità di rendere accessibili entro una decina di anni, cure meno tossiche e più mirate è dietro l'angolo.

Alla signora Brigliadori comunque ricordo la tragica vicenda della sua collega americana Farrah Fawcett, che diagnosticata con un cancro al retto, rifiutò la terapia radiante in loco, per sottoporsi a cure alternative sia alimentari che in Germania. Solo per dire, che non sempre il corpo si autoripara.

Intanto, l'assunzione di citro-pectina modificata e cimetidina può essere un modo senza rischi e a costo bassissimo di ridurre l'incidenza di alcuni tumori.


Eleonora Brigliadori "Ho sconfitto il cancro senza curarmi"

Lei ha avuto una malattia molto seria...
Dieci anni fa mi dissero che sarei morta entro sei mesi. Avendo già perso mia madre e mia nonna di tumore, e avendole viste spegnersi tra atroci sofferenze dovute alla chemioterapia, mi convinsi che il percorso ospedaliero era solo un modo per morire nel peggiore dei modi. Quindi non ho fatto alcuna cura e neppure esami invasivi. In una situazione d'emergenza, come era quella che stavo vivendo, ritenevo assurdo dovermi far bucare, tagliare, aprire. Non ho fatto neppure la chemioterapia. Non solo perchè cosi si vanno a creare nuovi problemi fisici, ma vengono anche innescati meccanismi di paura. Dopo tre anni il carcinoma che avevo al fegato è scomparso, è andato via quando il virus dell'epatite l'ha metabolizzato...

Il virus dell'epatite?
Al livello del fegato è il "simbione" che, terminato il conflitto, risolve il carcinoma al fegato.

Non capisco...
Questa spiegazione tecnica l'ho avuta tempo dopo, quando ho scoperto le teorie di Hamer sui tumori. Dopo la mia guarigione, infatti, ho iniziato un percorso di conoscenza su questo tema. Tra i sistemi per l'attivazione dell'autoguarigione dell'individuo che ho studiato, la "Nuova Medicina Germanica" mi è parsa la frontiera più avanzata. Il suo ispiratore è il dottor Ryke Geer Hamer, più conosciuto per la vicenda accaduta in Corsica, quando il figlio fu ucciso da un colpo di fucile per il quale venne accusato il principe Emanuele di Savoia. Proprio a seguito di questa triste vicenda, il medico sviluppò un tumore ai testicoli e la moglie uno al seno. Da li ebbe un'intuizione che lo portò a rivoluzionare i fondamenti stessi della medicina: Hamer capi che i meccanismi cancerogeni hanno una funzione biologica. Il suo stesso tumore era il tentativo estremo del corpo, anche a livello psicologico, di fornire lo strumento per fecondare e avere presto un altro figlio, mentre quello della moglie era il tentativo simbolico di innescare la produzione di latte. Quindi, quando una donna scopre di avere un tumore al seno, dovrebbe cercare di capire la connessione tra quel tipo di tumore e ciò che sta accadendo nella sua vita interiore.

Cosi, secondo lei, il corpo guarirebbe da solo dai tumori...
Si, quando una persona va a fare la diagnosi, il tumore si sta già riparando da solo. I medici, però interrompono il processo naturale di guarigione e provocano le metastasi, che non sono altro che ulteriori conflitti dovuti al loro stesso intervento.

Quindi lei non ha fatto nulla per curarsi?
Ho fatto tante cose, ma che avevano a che fare solo con le mie scelte alimentari, con il fatto di rimanere a casa mentre stavo male. C'è gente infatti, che ha un tumore e vive benissimo. Secondo Hamer, tutte le terapie naturali hanno la loro ragione d'essere, perciò basta digiunare o praticare l'omeopatia per risolvere un problema. che uno decida di guarire con i colori, con le "acque di luce" o con l'urinoterapia, va sempre bene. Purchè non si ostacolino i processi naturali, si può cercare una propria via. Il tumore parte senmpre dal cervello, cioè da un'esigenza nascosta ed è "costruttivo", quindi non bisogna averne paura.

In conclusione, questo che cosa significa?
Il concetto di cura, inteso secondo l'approccio tradizionale, non aiuta, perchè la persona pensa che la sua guarigione dipenda dalla "corsa agli armamenti", cioè dalle pillole che gli vengono date. Occorre, invece, capire che si guarisce solo con l'integrazione dei sistemi biologici: i virus e i batteri, invece di essere combattuti, vanno compresi nella loro funzione positiva. Spesso, quando c'è un virus, l'organismo sta solo tentando di completare un processo "riparativo", come nel caso dell'epatite come nel tumore al fegato. Il cancro non si origina da una cellula impazzita, ma è il segnale di una necessità di una persona. Questo mette in moto meccanismi che hanno uno scopo biologico. Se li si lascia completare il percorso, ricomporanno il conflitto. Il tumore infatti, guarisce da solo nel 90 % dei casi.

Il metodo Hamer viene praticato in Italia?
Io, da quando ho seguito un corso sulle leggi di Hamer riservato ai medici, non ho più amici che muoiono di cancro, perchè consiglio loro, senza fare il "dottore" (perchè non lo sono), come comportarsi. I medici di Nuova Medicina non curano più le persone chemioterapizzate perchè sono comunque destinate a morire, più o meno tardi, a causa della devastazione compiuta dalla medicina ospedaliera.

Tutto ciò è legale?
Il problema è all'interno dell'ospedale, dove, secondo me,ci si deve andare solo per la diagnostica. poi si decida in piena libertà. da quando conosco il rapporto tra anima e corpo, non prendo più farmaci. la mia salute è migliore oggi di quando avevo vent'anni, e credo di averlo dimostrato a "Notti sul ghiaccio", dove ho dato "la paga" alle ragazzine.


Intervista tratta da "Viversani e belli" di marzo 2007.