1 Febbraio 2011 Confesso che la sera, spesso a notte tarda, mentre sono al lavoro con
un paio di pc accesi, mi collego a qualche podcast (quando non ascolto radio tres espana Quando los elefantes suenan con la musica, dell'amico Carlos Galilea), dove si parla di qualche argomento tipo il caso di Sarah Scazzi e spesso mi è capitato, in questi ultimi mesi, di vedere il volto ed udire la voce di questa bionda e androgina dottoressa, Roberta Bruzzone, che a quanto ho capito è una specialista di investigazioni criminologiche e altro ancora, in qualità di psicologa.
un paio di pc accesi, mi collego a qualche podcast (quando non ascolto radio tres espana Quando los elefantes suenan con la musica, dell'amico Carlos Galilea), dove si parla di qualche argomento tipo il caso di Sarah Scazzi e spesso mi è capitato, in questi ultimi mesi, di vedere il volto ed udire la voce di questa bionda e androgina dottoressa, Roberta Bruzzone, che a quanto ho capito è una specialista di investigazioni criminologiche e altro ancora, in qualità di psicologa.
Invitata al programma di Vespa, la famosa Terza Camera, che da sempre considero, assieme ai miei amici e amiche uno dei tanti programmi detti "bollitori", dove si mesta per due o tre ore in un pentolone gli stessi ingredienti, fino a che il povero spettatore ne esce con idee più confuse di prima, in una puntata che aveva come tema (almeno credo), la vita facile perseguita da alcune donne e dalle loro famiglie (per dire che non c'è solo Berlusconi).
Francamente, conoscendo come si finisce in certi teatrini televisivi, mi sono chiesto chi sono gli sponsor dei vari ospiti (con poche eccezioni) e perché alcune persone e figure professionali, sono spalmate come formaggio sul pane, su tutta una serie di programmmi e format televisivi.
[Prima di continuare vi dico cosa penso del tema: a me non frega niente. Se Berlusconi vuole della carne fresca che l'abbia; del resto mi sembra che Kubrick ne abbia parlato in modo assai chiaro nel suo ultimo film (Occhi ben serrati, Eyes wide shot), sul tema della classe dominante di oggi, nella NY di fine anni '90 (ricordate la scena nel negozio di costumi del commerciante ebreo polacco?).
Così come non mi importa se il mondo è pieno di escort, prostitute e altro: credo che lo sia sempre stato, contro i falsi moralisti come la giornalista ex comunista che era presente in trasmissione (signora Armani, credo, che ho subito visto che razza di furbetta che deve essere, sempre pronta a buttartsi nella mischia, quella buona, purche renda in termini di qualcosa. Mica a parlare della convivenza more uxorio di Togliatti, Pajetta, Nilde Jotti eccetera, vero?). Per quanto riguarda il Berlusconi, comunque sappiate che io non l'ho votato.]
Invidia? Credo e spero di no, anche perché ad esserlo dovremmo essere in decine di migliaia. Ma quello che più mi colpisce ogni volta che vedo professionisti, artisti, politici spalmati in abbondanza sui media, è almeno per me, lo preciso, e molti dei miei amici, il poco decifrabile percorso professionale, o il percorso estremamente variegato, o al contrtario super specialistico o più spesso ampio e quasi incomprensibile.
In aggiunta, per fortuna che al pc posso scorrere con velocità il filmato della puntata, il motivo della presenza della dottoressa Bruzzone diventa più chiaro: in modo per me del tutto sorprendente, la dottoressa rivela di essere stata ed essere tuttora oggetto di stalking, ad opera di un ex fidanzato, che a suo dire, sarebbe invidioso della sua carriera professionale e risponderebbe ad una malattia o disturbo che non precisa. Per la qual cosa, (tra l'altro precisa che lo stalker è un collega), la dottoressa ha già eseguito un numero imprecisato di denuncie e di controindagini ed è stata spammata con articoli dall'ex inviati ai giornali, nei quali dichiarava fasulle le di lei credenziali professionali.
Incuriosito ho cercato su Internet, e mi sono fermato a questo articolo che copio e incollo, confidando nella bontà e tolleranza della testata (affaritaliani) e della gentile giornalista. L'articolo raprresenta certamente una buona parte di quello che mi è venuto in mente a proposito della Dottoressa Bruzzone, nel corso delle volte che l'ho vista in Tv (ma penso che non manchi anche alla radio).
Sul web ho trovato questa intervista a La7, e ancora mi chiedo con quali strumenti di analisi e quali conoscenze la dottoressa Bruzzone può riferirsi al Sig. Scazzi, indicandolo (questi tipi di soggetti), come un incallito pedofilo che merita l'ergastolo, se riconosciuto l'autore del crimine. Veramente giudizi tranchant che lasciano esterrefatti per la mancanza di pausa e riflessione, per la opacità referenziale in merito alla teoria di riferimento che guida la valutazione. E ancor di più, compiuti da persona esterna, che dunque non possiede che conoscenze superficiali del caso. ______
Questi due commenti sul sito del video
E l'hanno fatta pure consulente di Misseri, quando ha dato sentenze tutte sbagliate... ottimo intuito da criminologa... le scelgono solo perché fanno immagine in TV, questo video lo testimonia. Tutto quello che ha detto è stato smentito dai fatti... Un'altra che siede al tavolo degli invitati per mangiare quel poco che resta della povera ragazzina, in compagnia di Sottile, D'Urso e tutti quelli che hanno guadagnato in termini di immagine ed ascolti... Complimenti!
carletto78 2 mesi fa 11
Accidenti !! Complimenti alla Dott.ssa Bruzzone !! Ne avesse azzeccata una !! Ha abboccato con tutte le scarpe al maldestro depistaggio del Misseri ... Anch'io che sono un dilettante avevo capito da subito che la storia serviva a coprire qualche familiare .. Meno male che le indagini sono state seguite da persone più capaci !! E poi si dice che essere telegenici non sia importante per fare carriera ...
mmaster16 2 mesi fa 7
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Dal momento che sono esperto in analisi delle espressioni dei volti, posso solo dirvi che l'analisi di questo filmato è notevole, e chiarisce, almeno per chi ritiene affidabili tali analisi, alcuni aspetti nucleari della personalità della dottoressa Bruzzone, che però, dal momento che sono rispettoso della altrui privacy, qui non posso indicare (a parte l'analisi dei ritocchi estetici, piuttosto copiosi, che a dire il vero hanno reso il lavoro più difficoltoso).
La chiave interpretativa è l'evanescenza espressiva, l'instabilità della caratterizzazione morfologica, e per contrasto la decisione e durezza facciale.
Mi soffermo spesso su queste figure professionali dall'ascesa bruciante, perché quasi sempre sono significative, direi emblematiche dello stato dei tempi (e altro non aggiungo, chi vuol capire capisca), almeno pensando al mio percorso, con due lauree, anni di ricerca pagato quattro soldi e diversi corsi di perfezionamento. Solo dopo i 45 anni, ho cominciato ad avere una strada in discesa, diciamo così ed oggi, sul mio pc arrivano ogni giorno video e richieste di analisi delle espressioni facciali, materia di cui sono ormai esperto, almeno per un ulteriore parere e comparazione dei risultati.
Il punto è che, a quanto mi consta, nessuno tra i miei colleghi ha meno di un 45 anni, e quelli più quotati superano i 60. Se domani cominciassi a vedere una giovane esperta di riconoscimento e analisi facciale in ogni programma radio e tv, con meno di 40 anni, mi chiederei se è una extraterreste, capite?
Non so se la giornalista Sangirardi riporta tutto e con precisione riguardo il curriculum della Bruzzone, ma la cosa mi interessa poco e comunque mi fido. Dal momento che ho appreso a non scopiazzare o scrivere cose che altri hanno già scritto, dato che mi ci trovo quasi in tutto, a voi la lettura.
Roberta Bruzzone, la criminologa da fiction che difende Misseri
Sabato 13.11.2010 14:20
Di Benedetta Sangirardi
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Una criminologa da fiction. Trentasette anni, bionda, alta, bella. Chi l'ha vista circolare tra Taranto e Avetrana, da quando è consulente della difesa di Michele Misseri assicura: "E' rifatta, dalla testa ai piedi. Le labbra sicuramente". Chrurgia o no, Roberta Bruzzone non è passata inosservata tra i protagonisti del delitto di Avetrana. Anche perché, appena un mese fa, in un'intervista a La 7, parlando dell'arresto dello zio di Sarah, aveva detto: "E' un pedofilo assassino", salvo poi entrare a far parte della sua difesa qualche giorno dopo. E aveva continuato: "Questo tipo di soggetti difficilmente hanno ingresso a quell'età nella vita criminale. C'è da indagare in modo più approfondito nella vita di questa persona e sono convinta che emergeranno elementi ancora più inquietanti".
Psicologa (iscritta all’albo degli psicologi della Liguria) e Criminologa, Perfezionata in Psicologia e Psicopatologia Forense, Perfezionata in Scienze Forensi, esperta in Psicologia Investigativa, Analisi della scena del crimine, Criminalistica e Criminal Profiling. Il curriculum ce l'ha, e non solo per quel che riguarda lo studio e la carriera. Internet è tappezzato di sue immagini modello book fotografico, in cui sembra più un'attrice del telefilm "Ris - Delitti imperfetti" che una criminologa con tanto di esperienza sul campo. E già, perchè nessuno se la ricorda, ma la Bruzzone ha fatto anche parte della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, nella strage di Erba.
La sua formazione viene dagli Usa. Ha conseguito in USA il titolo di E.C.S. - Evidence Collector Specialist (esperto di ricerca e repertamento tracce sulla scena del crimine certificato dall'American Institute of Applied Sciences) con gli standards statunitensi della Sirchie Fingerprint Laboratories. E’ esperta - si legge nel suo curriculum - di tecniche di analisi, valutazione e diagnosi di abuso nei confronti di minori e nell’ambito della violenza sulle donne.
Aiuta anche le donne e le vittime di violenza. E' consulente tecnico di Telefono Rosa nell’ambito di casi di violenza domestica, violenza sessuale, di stalking e di omicidio. Ha maturato numerose esperienze formative in Italia e all’estero, tra cui un periodo di training in USA presso l’University of California nella sede di San Francisco. E' membro del comitato scientifico della Polizia Postale e delle Comunicazioni. Svolge attività di docenza in vari corsi di perfezionamento e master universitari di numerose Università italiane.
Ma non è tutto. La bionda acclamata da diversi blog per la sua bellezza è anche docente universitario, Presidente dell'Accademia Internazionale di Scienze Forensi, membro dell' International Association of Crime Analysts, Direttore Scientifico de “La Caramella buona Onlus” (associazione di volontariato contro la pedocriminalità).
E poi è conduttrice tv, la sua, forse, vera inclinazione. Autrice e conduttrice del Programma TV "La scena del crimine" su un'emttiente locale romana e del programma "Donne mortali" su Sky. Insomma, la signora Bruzzone sa il fatto suo. Ed è entrata a gamba tesa nel delitto forse più seguito di tutti i tempi, togliendo spazio ai legali vari, da Vito Russo a Daniele Galoppa. D'altra parte lei non si concede troppo alle tv, come invece fanno gli avvocati e tutti gli altri protagonisti di questa vicenda. Lei resta in disparte, parla quando lo ritiene necessario, mostra la sua bellezza anche un po' provocante. E difende Michele Misseri, assicurando che è una persona dolce "che ha molto a cuore sua figlia Sabrina". Anche se fino a un mese fa era uno sporco pedofilo.
Un aggiornamento
STALKING: PM ROMA E TIVOLI ARCHIVIANO QUERELE CRIMINOLOGA BRUZZONE (AGI) - Roma, 8 gen - Sono state tutte archiviate le querele presentate, circa due anni fa a Roma e Tivoli dalla criminologa Roberta Bruzzone, che aveva denunciato per stalking e minaccia a mano armata, l'ex fidanzato, funzionario di polizia. L'accusa di stalking si riferiva al contenuto di una lettera di richiesta di chiarimenti (tramite un legale) circa "l'impiego" di fondi della cassa di un'associazione no-profit internazionale di Criminologi, a cui entrambi appartenevano, e circa la consistenza del curriculum presentato per l'atto di iscrizione. La procura di Tivoli ha invece archiviato la seconda denuncia presentata sempre dalla criminologa contro il suo ex accusato di minaccia a mano armata. Ma la 'guerra' a colpi di querela non si ferma qui: la Bruzzone ha infatti presentato una terza denuncia alla Procura di Roma, questa volta nei confronti di tutto il Consiglio direttivo dell'Associazione di Criminologi, compreso l'ex-fidanzato, 'rei' - secondo l'esperta di criminologia - di aver chiesto spiegazioni sempre sull'impiego del denaro destinato a un progetto in tutela dei minori. Anche questa terza denuncia, stando a quanto si apprende, sarebbe stata archiviata il 28 dicembre 2010. In conclusione le accuse mosse dalla nota criminologa nei confronti del suo ex compagno e dell'intero consiglio direttivo dell'Associazione di Criminologi non hanno trovato riscontro.(AGI) red/Gal
alfredo lorenzi
-ricerc. neuroscienze - Basel
-biologia del comportamento
-psicologia dei comportamenti violenti
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Aggiornamento 9.12.2012 sul caso Scazzi.
Non c'entra la dottoressa Bruzzone, ma prendo spunto dal caso Scazzi, dove anche la Psicologa e criminologa Bruzzone è consulente di parte (ex consulente Misseri, poi denunciato per calunnia o simili), per porre l'attenzione sul ruolo delle figure di psicologhe e psicologi che spesso siamo costretti a sentire nei casi di certa complessità ed importanza. Leggiamo:
“Michele Misseri non confessò“: ancora un colpo di scena al processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, in corso a Taranto, dove la ex psicologa del carcere di Taranto Dora Chiloiro, citata come teste dalla difesa di Sabrina Misseri, ha ritrattato sulle sue precedenti testimonianze, sostenendo di essere stata ”imprecisa” nell’udienza preliminare del 7 novembre 2011.
In quell’occasione la dottoressa Chiloiro riferì di aver avuto numerosi colloqui in carcere con Michele Misseri, di averlo sentito in carcere anche dopo l’incidente probatorio del 19 novembre e che Michele Misseri aveva detto di essere stato lui ad uccidere Sarah.
”Ho avuto tre colloqui il 10, 13 e 17 ottobre – ha detto Chiloiro – sono stata imprecisa perché dopo ho potuto controllare i miei registri interni. Quei colloqui erano solo degli ascolti, in cui Misseri esprimeva stati d’animo, sensazioni, non c’erano contenuti e non erano previste domande”.
Per questi motivi Chiloiro è stata già rinviata a giudizio per falsa testimonianza, avendo confermato le dichiarazioni dell’udienza anche nel processo dinanzi alla Corte di assise. ”In quel periodo – si è gustificata – eravamo esposti ad una forte pressione mediatica ed emotiva. Abbiamo fatto spesso riunioni di staff sul caso, ma Misseri non l’ho più visto dopo il 17 ottobre 2010”.
La teste non ha quindi confermato che Michele Misseri durante colloqui le aveva confessato di aver ucciso Sarah.
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Quindi, ancora una volta una psicologa e ancora una volta delle situazioni assai controverse, dei cambi di relazione o di affermazioni, e in generale dei risultati che fatichiamo molto a comprendere come si connettano con le attività di uno psicologo, sia pure nel carcere, non cambia.
Un professionista non è chiamato a svolgere il ruolo di confessore o di raccoglitore di sfoghi o dichiarazioni dei carcerati, testimoni o altro, che ricadono sotto la sua attenzione clinica e professionale e a farne materia di dichiarazioni ufficiali da rendere in processi (sempre tranne casi da valutarsi).
Le visite o colloqui di uno psicologo sono funzionali a valutare lo stato di salute emotivo e cognitivo del carcerato in questo caso, e non a raccoglierne gli sfoghi o le esclamazioni, e a mio avviso, le parti dei processi, dovrebbero tenerne in stretto conto, per rispettare la professionalità delle terze persone che sono estranee al ruolo e funzioni di giustizia e giuridiche, men0 che mai processuali.
E' innegabile che se le visite e colloqui del detenuto sono finalizzate a valutarne lo stato di salute, nessuno si deve prendere la briga di voler trasformare queste attività professionali proprie dello psicologo con altre funzioni, quali la raccolta di testimonianze e dichiarazioni, che non spettano allo psicologo e allo psichiatra che si recano a far visita al detenuto per valutarne il suo stato clinico. Diversamente si pone il professionista in condizioni di essere arruolato a funzioni e compiti che non deve e non può avere (testimonianza de relato durante le funzioni mediche e sanitarie).
Occorre naturlamente che la figura del medico e dello psicologo siano chiaramente distinte e ben demarcate da quelle di altre figure professionali e naturalmente, che il professionista stesso, sia ben fermo nel puntualizzare che lui o lei è solo e soltanto funzionale alla sua attività. C'è anche da aggiungere che se vado a fare una visita ad un detenuto, per valutarne lo stato clinico e di salute, sto lavorando per il suo benessere e per la sua salute, ed essere chiamato a fornire dichiarazioni giuridicamente impegnative, che possono nuocere alla vita e salute del paziente-detenuto, pone il professionista in contrasto con le sue statuizioni professionali, con la correttezza e tutela, oltre che segretezza della sua attività, nei confronti del soggetto nei cui confronti è espletata, salvo casi di legge, da valutare sempre in base al parere del professionista.
Un caso che mi è capitato: dovevo valutare se dovevo violare l'obbligo di segretezza e riservatezza professionale e riferire alcune dichiarazioni di un soggetto, che vedevo per valutarne lo stato psichico. Dal momento che ero solo io che poteva determinare se era prevalente la tutela del mio visitato o gli interessi della giustizia, ho valutato e deciso che dovevo ritenere prevalenti gli interessi di salute del paziente - detenuto - e quindi, solo io come professionista, posso operare tale discriminazione. Diversamente, la mia attività non sarebbe più assistita da garanzie per il paziente, e inoltre, la mia autonomia professionale sarebbe almeno nel caso del paziente detenuto, sarebbe assai svalutata e diminuita. In tal caso solo alcuni professionisti accetterebbero tali attività e forse non i più esperti e i meglio qualificati.
Nel caso specifico non so a cosa erano finalizzati i tre incontri della psicologa con il detenuto (che da tempo è libero), ma certamente per quanto ne so, nessuno può pretendere che una psicologa veda il detenuto per carpirne o riportarne le esclamazioni, confessioni o dichiarazioni.
Ultima considerazione: quando visito un detenuto, avviso sempre chi di dovere che la mia attività avviene con videoregistrazione dell'incontro, oppure alla presenza di personale terzo, caso meno frequente. In mancanza declino l'incarico seduta stante (naturalmente la registrazione può essere anche non concordata col detenuto), basta che sia autorizzata da chi di dovere.