1.5.11

La deriva dell'Industria narrativa italiana.

Se non fossi uno del ramo (non uno scrittore, né meno che mai un giornalista), quanto un autore di soap, e screenplay per la Tv, sarei stupito di come certi nomi arrivano a pubblicare libri per case editrici di certo peso nel mercato asfittico italico, penso al gruppo Mondadori e a Feltrinelli, Rizzoli e altri nomi.

Dal mio punto di vista, potendo ben valutare come si arriva a scrivere fiction per la tv italica e chi finisce col recitarci dentro, non posso fare a meno di usare lo stesso metro per giudicare i nomi del patrimonio letterario narrativo italico, a cominciare da uno: Gianrico Carofiglio, modello prototipico di ex magistrato, scrittore di polizieschi e giudiziari, senatore e politico quindi nonché anche saggista, tutto concentrato nello stesso tempo, con almeno dieci lingue in cui sono tradotti i suoi ormai numerosi lavori. (nemmeno l'Oriana poteva vantare un simile score, salvo disporre di un ufficio aperto a New York dalla Rizzoli, praticamente solo per lei).

Ultimamente una amica mi ha prestato un saggio serio e ben fatto del professor Giulio Ferroni: Scritture a perdere, titolo che chiude almeno l'introduzione del saggio, rendendola spendidamente chiara a tutti.

Ora, io sono partito da Carofiglio, forse per fatto personale, non sopportando coloro che mettono piedi e mani su tanti terreni differenti e si cimentano praticamente in tutto o quasi, al punto che non mi stupirei di apprendere un giorno che Carofiglio ha vinto il Leone d'Oro con un film o il Gran Premio di Monaco di Formula 1 o banalmente, trovarlo tra i candidati a sindaco di Milano.

Però, il professor Ferroni ci fa i nomi di alcune scritture a perdere, quali quelle di autori celebri, per i quali qualche idiota (probabilmente di sinistra) ha coniato il termine di New Italian Epic, una etichetta vuota come la zucca e il talento degli scrittori cui è ascritta.

Un saggio "Più che mai indispensabile per comprendere appieno la deriva vuota e narcisistica della narrativa italiana contemporanea, da Margaret Mazzantini a Tiziano Scarpa, da Alessandro Baricco a Paolo Giordano".
Peccato che non aggiungano nomi come il Carofiglio, o quello del grande campione di vendite, inversamente proporzionale al suo peso di scrittore, quel mito di certa sinistra al caviale, un tempo oscuro produttore di sceneggiati televisivi, il notissimo Andrea Camilleri, stroncato persino dall'intellettuale Paolo Villaggio, un tempo fondista per l'Unità della domenica.

Ma poi, il miracolo italico, Nicolò Ammanniti, che a leggerlo, viene voglia di metter fuori la penna rossa e correggere tutti gli strafalcioni di cui sono pervasi i suoi libri (ma si tratta di un nuovo linguaggio no?) possibile che quelli come me non lo capiscano?

Calvino, Calvino, perché ci hai abbandonati?

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Invisibile Redazione