18.9.12

La Chemioterapia è inefficace. La Meta-analisi di Moss.

Questo articolo considera la ormai famosissima Meta-analisi di Moss, cioè uno studio che
sottopone a analisi fattoriale statistica una serie di altri studi omogenei sugli effetti della chemioterapia a 5 anni.  Dal 2006, i drammatici risultati di questa analisi nota come Meta-analisi di Ralph Moss, sono chiari e incontrovertibili, per quanto, inspiegabilmente si continui in ogni caso di intervento chirurgico o meno di neoplasia, di ricorrere ad una copertura Chemioterapica, vale a dire
somministrare una miscela di farmaci altamente tossici non solo per le cellule malate ma anche per le sane, spesso contribuendo a portare a morte il paziente per indebolimento generale e tossicità.

Clin Oncol (R Coll Radiol). Dic 2004, 16 (8) :549-60.
Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni nei tumori degli adulti.
Morgan G, R Ward, M. Barton
Fonte: Dipartimento di Radioterapia Oncologica, Northern Sydney Cancer Centre, Royal North Shore Hospital, Sydney, NSW, Australia. gmorgan1@bigpond.net.au

Riassunto
OBIETTIVI:
Il dibattito sul finanziamento e la disponibilità di farmaci citotossici solleva interrogativi circa il contributo di chemioterapia citotossica curativa o coadiuvante alla sopravvivenza in pazienti adulti.

MATERIALI E METODI: Abbiamo intrapreso una ricerca documentale di studi clinici randomizzati di segnalazione a 5 anni del beneficio di sopravvivenza imputabile alla sola chemioterapia citotossica nei tumori degli adulti. Il numero totale di pazienti di cancro di nuova diagnosi per 22 adulti principali neoplasie è stata determinata a partire dai dati del Registro tumori in Australia e per l'Epidemiologia Sorveglianza e risultati finali dei dati negli Stati Uniti per il 1998. Per ogni malignità, il numero assoluto di beneficiare era il prodotto di (a) il numero totale di persone che malignità (b) la proporzione o sottogruppo (s) di malignità che mostra un vantaggio, e (c) l'aumento percentuale sopravvivenza a 5 anni esclusivamente a causa di chemioterapia citotossica. Il contributo complessivo è la somma dei numeri assoluti mostrano a 5 anni beneficio di sopravvivenza espresso come percentuale del numero totale delle neoplasie 22.

  RISULTATI: Il contributo complessivo della chemioterapia citotossica curativa e adiuvante alla sopravvivenza a 5 anni negli adulti è stato stimato a 2,3% in Australia e del 2,1% negli Stati Uniti.

CONCLUSIONE: Per quanto il tasso di sopravvivenza relativa a 5 anni  per cancro in Australia è ormai oltre il 60%, è chiaro che la chemioterapia citotossica porta soltanto un contributo marginale alla sopravvivenza dal cancro. Per giustificare il finanziamento e la disponibilità continui di farmaci utilizzati nella chemioterapia citotossica, una rigorosa valutazione del rapporto costo-efficacia e l'impatto sulla qualità della vita si rende è urgente.

Commento:

Perché a tutti i pazienti si propone la Chemioterapia come una prospettiva che innalza la possibilità di sopravvivenza non del 2% come in realtà ma almeno del 35, fino al 65%?
Usando dei trucchi: il principale è lbasato sulla prospettazione del Rischio relativo.

Per esempio, gli oncologi frequentemente esprimono i benefici della chemioterapia in termini di “rischio relativo”, piuttosto che fornire una percentuale di sopravvivenza.
Il rischio relativo è un termine statistico che permette di presentare l’intervento come considerevolmente più benefico di quanto lo sia realmente.
Se ricevere un trattamento causa un abbassamento del rischio di ritorno del cancro dal 4% al 2%, questo può essere espresso come una diminuzione del rischio relativo del 50%.
Questi valori sembrano buoni. Molto più buoni che dire che il trattamento offre una riduzione di rischio di solo il 2% che il cancro ritorni. Una dichiarazione del genere non convincerebbe molti pazienti a fare il trattamento.
Numerosi studi hanno dimostrato che anche i medici sono frequentemente confusi da questi trucchi statistici. Secondo uno studio pubblicato dal British Medical Journal, la percezione del medico nel prescrivere un farmaco è significativamente influenzata dal modo nel quale I testi clinici gli vengono presentati.
Quando i risultati sono espressi come una riduzione del rischio relativo, i medici credono che il farmaco sia molto più efficace e sono molto più propensi alla sua prescrizione di quanto lo siano se gli stessi risultati fossero stati presentati come una riduzione del rischio assoluto (Bucher 1994).

I dati dell'istituto di ricerca tedesco di Heildelberg dicono che il 98% dei malati di cancro muore entro il 5° anno per la chemio/nonostante la chemio.

Garattini, acerrimo nemico della Cura Di Bella, è oggi molto scettico sulla Chemio e assai contraddittorio su impiego di proto-vitamine, come retinolo ecc.

Quanto spende l’Italia per i farmaci ospedalieri?“Tanto. Direi troppo: 19 miliardi di euro”.
È vero che il 32% di questa cifra se ne va per la chemioterapia? “e
“E’ vero che le spese per i chemioterapici occupano una quota importante ed io sono sempre stato critico su questo e sul fatto che circolano tante medicine che non dovrebbero essere usate, infatti non sono ben visto dalle aziende farmaceutiche. Dico spesso anche di non esagerare con le chemioterapie…”
Perché non funzionano poi così tanto, come dimostrò la metanalisi di Ralph Moss (lo studio apparso sul Journal Clinical Oncology pose l’accento sul fatto che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza dei malati di cancro)
“Conosco bene quello studio, non siamo convinti neanche noi dell’efficacia dei chemioterapici su tutti i tumori…”
Se ad ammalarsi di tumore fosse un suo familiare cosa gli consiglierebbe?“Di curarsi con tutte le terapie riconosciute ma senza esagerare, significa senza accanimento. La scienza non può spiegare tutto, dobbiamo essere umili e accettare questo limite. Ma sul principio bisogna restare fermi: prima si testa la molecola, secondo le regole delle autorità regolatorie internazionali e poi la si vende. Altrimenti…
Altrimenti?
“Si ripete la storia dell’omeopatia: tonnellate di parole, pochi esperimenti, nonostante ciò si vendono scatole su scatole…”.
Professore, torniamo alle storie dei malati… “I casi singoli si possono discutere, lei porta quelli guariti, io le porto i casi che finirono male come quello di una bambina a cui venne negata la chemioterapia, ripreso in una trasmissione di Gad Lerner tanti anni fa, vede che non arriviamo a niente?”
Ma la curiosità scientifica di andare a vedere perché certe storie cliniche sono state stravolte dalle cure…
“Il suo background è fideista, il mio è scientifico” .
Come fa a dire che questa terapia non funziona?
“Guardi che il suo ragionamento è sbagliato.
Se non posso dimostrare scientificamente che una cura funziona, non vuol dire che devo spiegarle perché non funziona..
No?
“No”.
Beh, allora si deve dire che la cura Di Bella non si sa se funziona ma non si può nemmeno provare che non funziona…
“Esattamente. Secondo lei perché Giuseppe Di Bella non richiede una sperimentazione alle aziende che producono i suoi farmaci?”
Penso perché le aziende sono le stesse che producono i chemioterapici che costano decisamente di più dei farmaci dibelliani. Parliamo della somatostatina, so che blocca i fattori di crescita…?
“Si usa per curare varie sintomatologie ma non è autorizzata per il trattamento dei tumori”.
I retinoidi?
“Ci stiamo lavorando da diversi anni. Sono molto efficaci nella leucemia promielocitica acuta.”
Veronesi dice che la fenretinide (un retinoide di sintesi) blocca le ricadute del tumore al seno.
“Siamo ancora a livello di studi, prima che il farmaco sia sul mercato occorrono altri passaggi”.
Che proprietà hanno i retinoidi?“Sulle cellule che esprimono i recettori per l’acido retinoico hanno effetto di inibizione della crescita e, ad alte dosi, aumentano l’apoptosi (la morte delle cellule). In più tendono a far tornare le cellule maligne verso la normalità…”
Queste cose le dice anche Di Bella.“Mi fa piacere ma non vuol dire che si debbano utilizzare per tutti i tumori”.
Siamo vicini alla cura del cancro?
“Oggi non possiamo più parlare del cancro in generale, per ogni tumore ci sono sub-categorie e sottotipi, per questo la stessa chemioterapia non va bene per tutti. Cerchiamo di caratterizzare quelli che rispondono meglio alle cure e con l’analisi genomica selezioniamo le differenze, insomma è un lavoro lungo…”.
Lei prende qualche antiossidante o vitamina?
“Assolutamente no, sono inutili”.
Nemmeno la vitamina C?“Non voglio rovinarmi i reni…”
Dovrebbe essere una questione di quantità…
“Certo, ma è inutile lo stesso”.
C’è qualche cibo che non mangia?
“Con moderazione mangio tutto. Non fumo e non bevo (un bicchiere di vino, ogni tanto).
Mangia anche la carne? “Certo, anche il salame. Non tutti i giorni però. L’unica cosa che conta davvero è variare le pietanze”.


Qui vi metto un documentario sulla cura o Dieta Gerson, oggi molto ben valutata da molti medici e naturopati.
Guarire con il Metodo di Max Gerson - Se avessimo saputo (Documentario) from Andy Scott on Vimeo.






Testo originale


Clin Oncol (R Coll Radiol). 2004 Dec;16(8):549-60.
The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies.
Morgan G, Ward R, Barton M.
Source Department of Radiation Oncology, Northern Sydney Cancer Centre, Royal North Shore Hospital, Sydney, NSW, Australia. gmorgan1@bigpond.net.au



Abstract AIMS:
The debate on the funding and availability of cytotoxic drugs raises questions about the contribution of curative or adjuvant cytotoxic chemotherapy to survival in adult cancer patients.

MATERIALS AND METHODS: We undertook a literature search for randomised clinical trials reporting a 5-year survival benefit attributable solely to cytotoxic chemotherapy in adult malignancies. The total number of newly diagnosed cancer patients for 22 major adult malignancies was determined from cancer registry data in Australia and from the Surveillance Epidemiology and End Results data in the USA for 1998. For each malignancy, the absolute number to benefit was the product of (a) the total number of persons with that malignancy; (b) the proportion or subgroup(s) of that malignancy showing a benefit; and (c) the percentage increase in 5-year survival due solely to cytotoxic chemotherapy. The overall contribution was the sum total of the absolute numbers showing a 5-year survival benefit expressed as a percentage of the total number for the 22 malignancies.

 RESULTS: The overall contribution of curative and adjuvant cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adults was estimated to be 2.3% in Australia and 2.1% in the USA.

CONCLUSION: As the 5-year relative survival rate for cancer in Australia is now over 60%, it is clear that cytotoxic chemotherapy only makes a minor contribution to cancer survival. To justify the continued funding and availability of drugs used in cytotoxic chemotherapy, a rigorous evaluation of the cost-effectiveness and impact on quality of life is urgently required.