Il caso che ci accingiamo ad analizzare, solo da un punto di vista personologico
e limitatamente a quanto si conosce dai media, si riferisce alla scomparsa di Loretta Mansueto.
e limitatamente a quanto si conosce dai media, si riferisce alla scomparsa di Loretta Mansueto.
La signora è uscita alla mattina presto da casa per recarsi al suo posto di lavoro, come ogni mattina, lasciando il convivente nel suo letto, come solito. Vicino al posto di lavoro si rinviene l'auto della donna, che però non è mai giunta all'ufficio e per questo le colleghe hanno avvisato il compagno, che poi ha dato la stura al caso e alle ricerche. Fermiamoci qui e iniziamo una breve identificazione di una personalità, limitata e senza alcuna pretesa di completezza.
Loretta, dalla scheda di Chi l'ha visto, ha 38 anni ed è stata già sposata, e da otto anni convive (quindi abita nella stessa abitazione) con un uomo, Antonio Triscari, di 34 anni, con cui è fidanzata e che le ha donato un anello proprio un paio di giorni prima della scomparsa, in quanto dovevano convolare a nozze.
La donna sembra alla analisi statica del volto assai più giovane della sua età, e predomina una espressività assai infantile, da fanciulla, probabilmente di tendenza impulsiva, ma capace di reprimere a lungo il suo stato mentale ed emozionale, vincendo la sua originale tendenza.
Vive da otto anni con un uomo che è più giovane di lei di 4 anni, particolare secondario ma per noi di una certa rilevanza, dal momento che di solito ci si aspetterebbe il contrario, quanto alle età dei fidanzati.
Da quanto sappiamo, la nostra Loretta non sembra affatto cambiata di umore e stato fisico ed emozionale sia in casa che nel posto di lavoro. Non sappiamo nulla riguardo alle compagnie frequentate dalla coppia e in particolar modo da Loretta, ma siamo del parere che la coppia sia piuttosto isolata nel contesto di vita e lavoro, e propendiamo per una situazione relazionale di Loretta assai scarna.
Ora, proprio questo pomeriggio, su Canale 5 Mediaset, è stato ospitato il padre, il quale, candidamente e senza alcuna incertezza, ha dichiarato in diretta che mai ha saputo che la figlia da anni convivesse con l'attuale compagno, appunto il Triscari, che per la prima volta ha potuto parlare sia pure via telefono con il padre di Loretta. E' risultato confermato da entrambi, che il signor Mansueto, avesse anni prima questionato con la figlia, in quanto non accettava la sua separazione repentina dal marito e che dunque non accettava nemmeno che Loretta si fidanzasse con il Triscari. A motivo di queste problematiche la pensata di Loretta è stata semplice e dicotomica: vivere assieme al fidanzato e allo stesso tempo, non far sapere nulla al padre e ai genitori.
Siamo dunque di fronte ad un aspetto cruciale della personalità della nostra Loretta, che vive una vita segregata in confronto alla famiglia e certamente al suo ambiente e contesto di riferimento quotidiano. Una dicotomia che è possibile mettere in atto e far accettare ed adottare dal compagno, solo se sono presenti alcuni aspetti ed elementi del funzionamento personologico assai peculiari.
Ora, non vogliamo entrare nello specifico perché siamo su un luogo pubblico e non ci sembra corretto formulare delle esplicitazioni cliniche che inoltre sono molto specialistiche. Si tenga solo a mente l'elemento scissione, che clinicamente assume una molteplicità di significati (scissione dell'emozione dai pensieri, del pensiero dal contenuto espresso, di componenti coscienti rispetto a componenti sotto soglia, inconsapevoli della vita psichica del soggetto e altri ancora, ancor più specifici e psicopatologici).
A volte questi elementi possono essere assai comuni e banali come nel caso di stati di derealizzazione e depersonalizzazione, che si possono inserire in un funzionamento psichico perfettamente in asse, ma solo in certi momenti, dovuti a stress (ansia, emozioni, tensione, malinconia e delusioni ma anche eccitazione ed euforia), si possono manifestare all'improvviso.
Per fare un esempio dei più frequenti, una ragazza di 21 anni asserisce che in certi momenti le sembra di sentire la testa vuota, si sente incapace di produrre i suoi pensieri e questo si accompagna ad ansia. Le diciamo che è lo stato ansioso che si manifesta in questo modo, una banalissima se pur fastidiosa depersonalizzazione, a volte associata a derealizzazione, in cui i soliti ambienti sembrano assumere un qualcosa di estraneo. Terapia immediata, 0,5 mg di Lorazepam, e a medio termine, cercare di indagare e chiarificare le varie componenti affettive e istintuali che si traducono (in un soggetto familiarmente predisposto) in una sindrome ansiosa.
Questi stati (si parla di stati e non di tratti) non sono sintomi di una patologia grave se si inseriscono in un quadro ansioso o depressivo. Più problematici sono quando si inseriscono in un quadro personologico tipicamente dissociativo, che dovrà essere indagato molto accuratamente e curato in modo tempestivo e adeguato. La rottura del continuo tra la personalità e il senso di realtà può essere devastante se il soggetto non è in grado di riassumerne il controllo. In questi casi il ricovero e la cura sono quasi sempre indispensabili.
Nel caso di Loretta, speriamo che le ricerche siano iniziate per tempo e che la eventuale rottura del continuo di realtà (reality test) dipenda dal peso delle prossime nozze, che forse hanno richiamato una precedente esperienza dolorosa, precocemente e mal rimossa. Le speranze sono al momento buone e se non accade qualche imprevisto, Loretta dovrebbe essere ritrovata. Certo, ci sono anche segnali tremendi ma preferiamo al momento sorvolare: prendiamoci altri 7 giorni da stasera, sperando che la donna sia cercata con ampio dispiego di mezzi e uomini.
alla prossima al-bb
25 Aprile
Loretta è stata ritrovata, come avevamo auspicato, sia pure in stato confusionale. Ora la donna dovrà essere sottoposta ad una indagine clinica minuziosa quanto discreta, con un tono aperto, franco e dialogante, in cui si chiede e si esplora con lei ben presente, cosa le è accaduto e perché. Chiarire questi aspetti all'interno di una terapia interpersonale, sarà di grande utilità per Loretta e per i suoi cari, che potranno in seguito, se del caso, cercare di anticipare eventuali ricorrenze del continuo di realtà.
Quindi, lavorare in modo molto aperto e franco con Loretta, se del caso prescrivere (credo che sia molto probabile) una terapia farmacologica adeguata, e inoltre, coinvolgere le persone care, vicine a lei, in modo da fornirle un supporto valido e un rifugio immediato, come prevenzione futura. Crediamo che il caso Loretta potrà continuare con un lieto fine definitivo, purché il padre e eventuali altri familiari accettino la donna per come è e per le sue scelte, nelle quali deve potersi rispecchiare appieno.
Oltre tutto, il fidanzato sembra persona dotata di elevata stabilità emozionale, quindi direi che la donna ha operato una scelta ottimale per la sua vita di relazione.
Auguri a Loretta e fidanzato.