1.6.11

Danilo Restivo, un serial killer da craving di sangue.

Bastava che il magistrato al momento dell'indagine sulla morte della povera Elisa
 Clap avesse assecondato le richieste degli inquirenti, che volevano l'autorizzazione per prelevare il maglone di Restivo a casa sua, dove sicuramente avrebbero rinvenuto tracce di sangue della vittima. Invece no: niente autorizzazione.

Si arriva al suo espatrio con il consenso della famiglia che sempre lo appoggia in tutto (famiglia assai influente) e quasi certamente al suo successivo omicidio sanguinolento, con la firma (la ciocca di capelli tagliata alla vittima), della sarta, vicina di casa  cui aveva commissionato un maglione e forse anche di una giovane coreana.

Poi sul caso Sarah, si doveva proprio mandare in pasto alla folla urlante la signora Cosima Serrano?
Quante probabilità si possono dare alla tesi accusatrice, che a uccidere è stata la cugina e la madre ha lasciato farla?

Si è fatto veramente tutto quello che si poteva e nei giusti tempi? Ne dubito.
E al solito, la colpa il popolino la riversa sui poveri inquirenti, solo loro, quelli che entrano ed escono sui luoghi del crimine, senza sapere che la regia delle indagini è in mano ai magistrati, esperti o meno, bravi o meno, competenti o meno, fortunati o meno,