14.3.12

Asl Massa e Carrara, chi sapeva del furto da 300 milioni di euro?

Su Il Fatto abbiamo letto di allevamenti di cani da competizione, di
 cavalli da corsa, di orologi rolex a fidanzate e  amanti e questo sarebbe solo il minimo. Si è letto di un concorso che secondo l'originale intenzione della direzione della Asl di Massa e Carrara doveva selezionare un dipendente, finito per farne assumere circa 70!
E per capirsi, la Procura ha concluso che per il concorso in questione (che credo sia stato poi annullato, credo, si dice, ma sarà vero?) non si evincono profili di illegittimità giuridica (credo si dica così).

Ma come si arriva al buco da 300 e passa milioni di euro, senza che nessuno si accorga della adulterazione del bilancio? Ricordo che a quanto mi si dice, per mettere mano sulle poste di bilancio occorre possedere la doppia chiave di accesso al programma di contabilità, che quindi è detenuta solo dalle persone autorizzate, che devono conservarle in assoluta segretezza.

Ma, qui al blog e con le amiche e amici, alcuni dei quali all'interno del Servizio Sanitario Pubblico, ci chiediamo, come mai nessuno ha promosso una indagine preventiva da parte della magistratura, allorché si fosse in odore di un concorso pubblico probabilmente volto a favorire qualche figlio o figlia di notabili?

E sappiamo bene della situazione dei Centri medici convenzionati, delle attività intramoenia che si svolgono fuori dalle strutture Asl, degli intrecci perversi tra partitocrazia, imprenditori e professionisti. Ma attenzione: si sbaglierebbe a ritenere i cittadini degli agnellini che sono all'oscuro di tutto. In realtà, tantissimi sono pronti a partecipare alle abbuffate che derivano dalle piogge di denari pubblici che si riversano sulla sanità, cercando di entrare nelle mangiatoie. 
Basterebbe stilare l'elenco dei dipendenti pubblici in forza alla ASL di Massa che sono parenti stretti, figli, mogli, mariti, e altro per farsi un'idea del livello raggiunto in quelle latitudini, ma si tratta solo di un problema di quantità, è bene ripeterlo. Alla Asl dove collaboro posso dirvi che conosco fratello medico, sorella infermiera, moglie del fratello impiegata amministrativa (con un diploma di maestra) e marito della sorella dirigente di laboratorio. Ne volete un altro di esempi? Marito ginecologo, moglie ginecologa, zio ginecologo e poi altri parenti a livello di amministrativi e mansioni varie.
Altro: marito professore e contrattista assegnatario di servizi a pagamento dentro l'ospedale, moglie dipendente come dirigente medico, figlio... Potrei continuare fino a riempire la pagina.
Poi tipica è l'attività di medici che lavorano come chirurghi, con attività libero professionale, che visitano privatamente e quindi operano dentro l'ospedale. Tutto regolare? Ne dubito sia dal punto di vista della concorrenza che delle dichiarazioni fiscali, dal momento che se faccio tutte le parcelle, dovendo dichiarare un reddito di lavoro autonomo che poi si cumula con quello di lavoro dipendente, finisco con lasciarci la metà in tasse e spese varie. Anche qui, i cittadini non sono esenti da colpe, dal momento che potrebbero comportarsi in modi differenti (anche se devo riconoscere che fino almeno a un mese fa, la strada non era così semplice).
E non credo che basta qualche dichiarazione smart (furba) di un ministro per farmi cambiare idea. Da buon scienziato, credo solo quando è impossibile non credere a quello che si vede.
Poi quando capita di accompagnare una persona al Pronto Soccorso, ti rendi conto della situazione esasperante in cui finisci. Un esempio. Una ragazzina che abita vicino casa mia mentre stirava, il ferro le è caduto sul piede, e ha iniziato a piangere, dal momento che il piede si stava gonfiando. Scendo giù, entro in casa sua e guardo la situazione, credo che non ci sia niente di rotto, ma per sicurezza essendo sola, decido di portarla al Pronto Soccorso, per essere sicuri che non ci siano infrazioni. Intanto le metto dei cubetti di ghiaccio in un sacchetto di plastica e li faccio tenere sul dorso del piede.
Erano le 17 e 20 quando siamo entrati, alle 18,30 è arrivato suo papà, e alla fine sono rientrati a casa la notte alla una passata. Per la lastra doveva ritornare la mattina dopo. 


Naturalmente quelli di Di Pietro sono certo che si sono dichiarati sorpresi e addolorati da tali comportamenti  ma di sicuro erano all'oscuro di tutto. Così come il Presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, che all'epoca delle ruberie era Assessore alla Sanità. Ecco, il punto è che di tutti gli scandali e ruberie pubbliche, o anche delle scellerate scelte politiche, spesso vere e proprie lotterie politiche, c'è sempre chi se ne viene fuori con l'aria di chi scende da Marte, ignorando che quelli che sono protagonisti dei fatti, siedono al loro fianco o giù di lì.