3.10.10

Intestino Irritabile e Fibromialgia, ruolo del Sistema Immunitario.

Comunemente, nelle riviste specialistiche e tra i medici di base, è diffusa la
 nozione che i pazienti con CFS e FMS (Sindrome Stanchezza Cronica e Sindrome Fibromialgia), non sono affetti da innalzamento dei fattori di infiammazione, né altri indici immunologici di rilievo. Vedi anche [QUI]

Bene, non è così.
E’ vero che dagli esami del sangue non risultano differenze di rilievo nella componente che riguarda l’immunità mediata da cellule e nei caratteri immunofenotipici dei linfociti (ad esempio la percentuale (in sintesi le Natural Killers Cells, per intenderci brevemente), di CD3, CD10, CD4, CD8, CD3/HLA-DR e CD4/CD45RA), tra fibromialgici acclarati e popolazione di controllo sana.

E’ però anche vero che c’è una seconda parte della storia, che i medici di base e molti tra coloro che diagnosticano la SFM e la CFS ignorano o sottovalutano, considerando gli studi che ne parlano come poco noti e poco diffusi e significativi.
Da pochi ma ben condotti studi, emerge con evidenza che (vedi Maes et al, 1999, Smart et al, 1997, ; Samborski et al, 1996.):

- dolore e stanchezza sono correlati a soppressione di alcuni aspetti della normale risposta immunologica infiammatoria (sialoglicoproteina, sgp 130 più alto [glicoproteina di membrana, nota anche come proteina prionica PrPc] e un valore più basso di CD 8 nei livelli di siero), che detto per inciso, non sono affatto considerati nei normali e anche approfonditi esami della routine di diagnosi di Fibromialgia;
- la presenza di FMS associata a sintomi tipicamente depressivi, è stato visto correlare in modo puntuale, nei casi in cui l’associazione si verifica, con un innalzamento degli indici di risposta infiammatoria mediata immunologicamente ( alti livelli di recettori IL-6 e IL-1 antagonista nel siero [praticamente, le IL, cioè Inter Leuchine, fattori importanti del processo infiammatorio mediato immunologicamente]).
- un numero comunque più elevato della popolazione di controllo sana, di pazienti con FMS presenta una positività per la ricerca degli anticorpi antinucleo, che attesta un sottogruppo di pazienti fibromialgici con una chiara maggior risposta infiammatoria in confronto agli altri pazienti pure fibromialgici, ma con test negativo per antinucleo (e antinucleolo);
- i pazienti FMS con associato disturbo irritativo dell’intestino (dispepsia, spasticità intestinale, sintomi dell’intestino irritabile, con alveo diarroico, stitico o misto), che mostrano un comportamento socialmente inibito, durante le attività lavorative e sociali in cui sono più esposti, manifestano una elevata ipersensibilità ritardata alle tossine tetaniche intradermiche (per sintetizzare: queste persone sono sensibili agli impegni sociali e questi impegni, che nelle persone normali producono solo qualche lieve tensione o disagio, in questi pazienti si riflettono in modo rilevante sull’organismo, sia a livello della risposta immunitaria che del sistema del dolore).
- c’è di più: proprio la sindrome dell’Intestino Irritabile, se presa da sola, senza alcun sintomo di Fibromialgia associato, determina in un numero elevato di pazienti, complicanze reumatologiche in partenza proprio dalla sindrome irritativa dell’intestino, come il Morbo di Chron e la colite ulcerativa, ma anche artriti periferiche, spondilite e reumatismi extra-articolari, dei tessuti molli, e per quanto ci riguarda, la SFM. Su 130 pazienti con Sindrome dell’Intestino Irritabile, 30 avevano chiari sintomi di SFM, un numero molto elevato. Quindi può essere che una iniziale forma di infiammazione cronica intestinale veicoli in alcuni pazienti lo sviluppo di sintomi di Fibromialgia e questo è importante riconoscerlo, per predisporre una cura adeguata, dal momento che non tutti i Fibromialgici soffrono di aspetti infiammatori intestinali di vario tipo;
- quasi il 70% dei Fibromialgici soffre o ha sofferto da piccolo di problemi di mal di gola, tonsille, faringe e rinite. La rinite di tipo non allergica, sembra essere maggiormente frequente (rinite di tipo irritativo locale);
- la misura di alcuni neuropeptidi presenti nella saliva sembra ormai stabilmente correlata con una diagnosi positiva per dolori cronici quali l’artrite reumatoide, l’osteoartrosi e SFM (Fisher, 1998);
- nonostante la convinzione dell’efficacia dei farmaci che agiscono sull’incremento della disponibilità di Serotonina (SSRI), come il Prozac o il Citalopram, alcuni studi ben condotti (Norregaard, 19995, Smith, 1998), hanno mostrato che Citalopram non ha efficacia sui sintomi della SFM, e che i serotoninergici in generale non sono più efficaci rispetto ai più comuni adrenergici, in particolare dei vecchi Triciclici (Laroxyl);
- i livelli di Serotonina correlano con la regolazione del microcircolo a livello muscolare nei pazienti con FMS e anche un difetto nella analgesia pomossa dalla Serotonina, trasformata in Iperalgesia, sempre nei pazienti con SFM (Wolfe, 1998)
N.B. Per il Morbo di Crohn, dal 2002 sappiamo che il ruolo dei geni è notevole, in particolare il gene NOD2, che sintetizza una proteina che è importante nella modulazione della risposta agli antigeni batterici. Quando sono presenti mutazioni del NOD2, la proteina è alterata e non permette più ai monociti di riconoscere alcuni agenti infettivi, che vengono attaccati in modo abnorme, compreso le mucose dell'ultimo trato delll'ileo, appunto, che si infiltra di leucociti e si infiamma cronicamente. Questo non significa che l'ambiente e gli stili di vita, compreso lo stress psicologico, non siano rilevanti, ma è più probabile che il precoce contatto con certi agenti patogeni, come il Mycobacterium paratuberculosis e il virus del morbillo, siano tra i fattori mutageni del gene più probabili e in età precoce.
a.lorenzi  ric. neurosc.    fibromind.blogspot.com