L'intervista al cervello del ... politico
Un incontro per capire una particolare forma mentale, quella del politico. Qual è l’area del cervello deputata al consenso? Quale quella che interessa le scelte? Perché i politici si circondano di Yes Man?
Conduce
Fabrizio Diolaiuti Conduttore, giornalista, scrittore e autore televisivo
Intervengono:
Ubaldo Bonuccelli Professore Ordinario di Neurologia Università di Pisa e Responsabile di Neurologia dell’Ospedale della Versilia
Ettore Neri Sindaco di Seravezza
Nichi Vendola, Poeta, Governatore Regione Puglia
Luca Barbareschi Attore, Deputato FLI
In Versilia si è formata una Onlus, sponsorizzata da una banca e altri, che sostiene o dovrebbe sostenere la ricerca sulle malattie neurologiche. A tal fine, alcuni dei suoi componenti partecipano da alcuni anni a dibattiti che spesso sono creati ad hoc, tanto per intrattenere un poco di turisti balneari che durante il periodo estivo affollano le assolate ed elitarie spiagge versiliesi. Questo incontro è uno degli esempi, ma in tutta Italia ne sono spuntati come funghi, in cui si porta in giro un carrozzone sotto l'egida delle idee più bizzarre, e sempre sotto gli striscioni ben in vista degli sponsor. Oltre a una passerella per il politico, il medico, e l'attore, il giudice, il professore universitario, il ricercatore o il dirigente di banca o di impresa. Va bene, se tanto c'è chi paga, ma siamo sicuri che i sindaci, le regioni non mettano fuori denari pubblici? L'importante è che ci siano tutti, maggioranza e opposizione; non è questa la società civile e la democrazia?
Ma mi chiedo, come ricercatore, non sarebbe meglio lasciare certe tematiche improbabili, fuori dal campo dello svago e dell'incontro balneare, e lasciare alle sedi da sempre indicate, la discussione di temi importanti, conservando un minimo di rigore scientifico? Se trasformiamo il tema scientifico in una divulgazione becera o futile, svilendola al livello del bottegaio, siamo sicuri di fare un buon lavoro per la scienza e per la conoscenza?
Basta sfogliare alcune delle decine di riviste che trattano di tematiche salutistiche che ogni mese si pubblicano nel mondo, piene di pubblicità inutile se non ingannevole, di proposte di lifting e trattamenti anti aging, di creme e soluzione, pozioni magiche dimagranti, terapie con i mezzi più improponibili, dai cristalli alle pietre, dalle macchinette elettrostimolanti ai massaggi. E' tutto un fiorire di consigli ripetitivi e futili, che non servono che da pretesto per veicolare messaggi volti a conformare lo stile di vita su modelli stereotipati e illusori, basati sulla marca, sul brand, sul ricorso a spese inutili, se non nocive.
Oppure si cerca di catturare l'attenzione della gente con titoli accattivanti o roboanti, per poi far passare messaggi triti, triti, se non anche manipolatori o talmente semplificati da essere disarmanti.
Se poi ci infiliamo anche il consiglio dell'esperto, cioè di un medico, che poi dovrebbe essere uno scienziato, ma che spesso è anche un dirigente di partito politico e magari iscritto alla massoneria, sempre taciuto in pubblico, allora tutto assume un'aura di legalità e ufficialità che legittima quei comportamenti elicitati subdolamente.
Nel mezzo come sempre, i beoti cittadini, quelli che alcuni a Capalbio e Milano definiscono Società Civile, quella classe una volta definita borghese, che oggi ormai ha perso confini e definizioni, divenedo parte di un popolino di gaudenti od aspiranti tali, i quali non si rendono conto delle manipolazioni cui sono sottoposti, che si muovono come quelle ombre proiettate dalla luce del fuoco sul fondo della caverna, nella metafora di 2500 anni fa, descritta da un certo Platone.
Ma mi chiedo, come ricercatore, non sarebbe meglio lasciare certe tematiche improbabili, fuori dal campo dello svago e dell'incontro balneare, e lasciare alle sedi da sempre indicate, la discussione di temi importanti, conservando un minimo di rigore scientifico? Se trasformiamo il tema scientifico in una divulgazione becera o futile, svilendola al livello del bottegaio, siamo sicuri di fare un buon lavoro per la scienza e per la conoscenza?
Basta sfogliare alcune delle decine di riviste che trattano di tematiche salutistiche che ogni mese si pubblicano nel mondo, piene di pubblicità inutile se non ingannevole, di proposte di lifting e trattamenti anti aging, di creme e soluzione, pozioni magiche dimagranti, terapie con i mezzi più improponibili, dai cristalli alle pietre, dalle macchinette elettrostimolanti ai massaggi. E' tutto un fiorire di consigli ripetitivi e futili, che non servono che da pretesto per veicolare messaggi volti a conformare lo stile di vita su modelli stereotipati e illusori, basati sulla marca, sul brand, sul ricorso a spese inutili, se non nocive.
Oppure si cerca di catturare l'attenzione della gente con titoli accattivanti o roboanti, per poi far passare messaggi triti, triti, se non anche manipolatori o talmente semplificati da essere disarmanti.
Se poi ci infiliamo anche il consiglio dell'esperto, cioè di un medico, che poi dovrebbe essere uno scienziato, ma che spesso è anche un dirigente di partito politico e magari iscritto alla massoneria, sempre taciuto in pubblico, allora tutto assume un'aura di legalità e ufficialità che legittima quei comportamenti elicitati subdolamente.
Nel mezzo come sempre, i beoti cittadini, quelli che alcuni a Capalbio e Milano definiscono Società Civile, quella classe una volta definita borghese, che oggi ormai ha perso confini e definizioni, divenedo parte di un popolino di gaudenti od aspiranti tali, i quali non si rendono conto delle manipolazioni cui sono sottoposti, che si muovono come quelle ombre proiettate dalla luce del fuoco sul fondo della caverna, nella metafora di 2500 anni fa, descritta da un certo Platone.
Benedetta Broccoli fibromind.blogspot.com