9.3.19

Genzebe Dibaba, luci e ombre di una atleta dai geni eccezionali.

Genzebe Dibaba, per me la più grande runner veloce di tutti i tempi, almeno fino ad oggi, rischia  di non finire nella storia dello sport perché non ha conseguito vittorie importanti nelle occasioni che
contano. Mi riferisco all'alternanza di grandi vittorie e record mondiali e a relativi insuccessi, come alle olimpiadi e ai mondiali.
Il punto è che secondo quello che mi sembra di capire, il periodo massimo di Genzebe è praticamente scaduto da un anno, e praticamente dopo i 26 anni, potrebbe essere una di quelle atlete che non toccherà mai più i risultati cronometrici di un paio di anni fa.
Aggiungo anche che in un paio di occasioni, l'estate scorsa l'ho vista correre gare importanti, sempre e solo nei 5000m, addirittura terminando al passo, praticamente lasciando finire la gara come una spettatrice. La sua stagione 2018 era iniziata assai bene, vincendo a Eugene, un appuntamento ormai per lei fisso, seguito da un altro paio di buoni risultati. Poi, niente più, anzi, sono seguite delle prestazioni a dir poco sconcertanti sui 5000.
Forse può essere che la sua preparazioni stia cambiando, in vista di trasferirsi dai 1500 e 5000, alle gare di mezzo fondo classico, 5 e 10000m, come la sorella Tirunnesh, campionessa olimpica e primatista mondiale e la cugina, la grande Derartu Tulu, prima donna etiope a vincere sulla distanza.

La selezione genetica di questo nucleo di atlete e atleti è un fatto certo ed unico, infatti provengono dalla zona degli altipiani etiopi, si parla di oltre 2000m di altezza, con temperature assai calde e secche, un ambiente che ha favorito la selezione di grandi corridori.
Si è parlato molto del fatto che Genzebe sia seguita dallo stesso consulente di Moh Farrah, considerato una specie di guru e trafficone, ma non dimentichiamoci che siamo in presenza di una atleta dalle caratteristiche genetiche e fisiologiche non paragonabili a quelle ad es. delle nostre aree europee.
Il record battuto sui 1500, dopo averlo sfiorato alcune settimane prima a Barcellona, era di una sconosciuta giovanissima ventenne cinese, non riporto nemmeno il nome perché credo sarà prima o poi cancellato dal book of record almeno seguendo quanto Seb Coe e altri vogliono fare, del 1993, ed era preceduto da uno dei record più vecchi, quello della criticatissima Tatyana Kazankina, una cosacca dal fisico longilineo e dai muscoli d'acciaio, su cui si sono aperte all'epoca, (il suo periodo è concentrato tra il 1978 e 1980), molte dispute e sarebbe interessante poter effettuare oggi i test sui campioni delle urine per vedere.
La carriera della Kazankina si chiuse con il ritiro, dopo aver anteposto un rifiuto a rilasciare un campione di urina per il test.
A vederla a Zurigo, Tatyana era una delle tante atlete presenti in gara, non aveva niente di più e di meno, eppure, quella sera, stabilì un record destinato a durare per molti anni, praticamente uccidendo la possibilità per altre atlete di potersi confrontare.  Eppure all'epoca non si conosceva l'Epo, l'unico farmaco utile era un miscuglio a base di steroidi e sarebbe potuto provenire dalla famosa fabbrica della Germania Est, dove una molecola era stata creata e poi messa a disposizione del doping di stato, attuato da quel paese per dominare il mondo dello sport.
Curiosamente, sono convinto che con poche eccezioni, la Russia degli anni settanta e ottanta, sia stata pulita per il doping, mentre abbiamo visto cosa è successo durante gli anni 2000, culminati con l'esclusione praticamente della compagine russa alle olimpiadi del 2016 e con molte medaglie di Londra, declassate con sospensioni e disonore.

Tutta una storia differente per Genzebe, che chiunque la vedeva correre da ragazzina, sapeva sarebbe divenuta una stella della corsa, come poi accaduto.
Ancora oggi la sua tecnica di corsa è praticamente inimitabile e la sua velocità di punta è quasi al limite dell'incredibile, o almeno lo è stato.
Non ho mai visto nessuna mezzo fondista correre con punte di velocità veloci come la sua e devo dire che in genere, le gare di mezzo fondo e fondo femminile sono più spettacolari ed avvincenti di quelle maschile, almeno da dieci anni  a questa parte.
La caratteristica di Genzebe non è basata sul finish terribile, quanto come Al Garouj, sull'impostazione di un ritmo tremendo negli ultimi due tre giri, capace di stroncare la resistenza delle avversarie, magari dotate di altrettanto finish negli ultimi 300m.
Comunque come la sorella Tirunnesh, da tempo passata alle corse su strada, credo che Genzebe sia giunta al massimo delle sue prestazioni tra il 2015 e il 2017, e a meno di sorprese, non la vedremo più dominare la specialità come in passato e come la sorella maggiore.
Ripeto, non credo che ci siano dubbi sulla genuinità dell'atleta, sulla sua sostanziale pulizia, e sulle sue doti eccezionali. Si perché siamo in presenza di una famiglia di atlete eccezionali, che probabilmente gli altipiani etiopi non sostituiranno molto presto, forse ci vorranno almeno una decina di anni.
Intanto aspettiamo Genzebe alla prova del nove nella prossima stagione, con i mondiali alle porte e vediamo se riuscirà, tempi buoni o no, a iscrivere il suo nome nel book di qualche gara veramente importante, pena la sua rapida dimenticanza.
Se Kazankina non avesse vinto le olimpiadi, chi si ricorderebbe di lei da tempo?
A proposito, credo che nella lista di record e vittorie di un recente passato, finiti sotto possibile retest dei campioni conservati, ci sono anche i record di Al Garouj, che per me sono sempre stati abbastanza sorprendenti e prolungati e ripetuti per molti, forse troppi anni.
Sappiamo da tempo che i risultati di Lasse Viren erano in buona parte dovuti alle emo auto trasfusioni, una pratica allora, come oggi, non proibita ma che comunque gli conferirono vantaggi probabilmente incolmabili dagli altri concorrenti.

Nel video sotto, parla anche il Prof Montgomery, che ha scoperto un gene legato alle prestazioni atletiche, il primo allele collegato alla fitness, denomianto ACE.